Coronavirus: ecco le prove della mano degli Stati Uniti nell' epidemia globale



Il CoVID-19 (coronavirus) che, ad oggi, ha colpito più di 100 nazioni al mondo, potrebbe esser stato realmente creato in un laboratorio statunitense come arma batteriologica?
L' esercitazione anti-pandemia da un ipotetico virus che fu denominato "nCoV-2019" realizzata nell' ottobre 2019 negli Stati Uniti, le parole dell' ex agente della CIA Philip Giraldi («il coronavirus non è nato da una mutazione genetica, ma è stato prodotto in un laboratorio statunitense») sino alle analisi degli scienziati di varie nazioni, portano alla conclusione che il CoVID-19 è stato creato dagli Stati Uniti in laboratorio e poi immesso nei mercati di vendita animali cinesi.


Leggete con mente aperta, consultate voi stessi i link delle fonti a fine articolo e cercate di seguire le vostre ipotesi: se fare supposizioni senza prove è "complottismo", anche la negazione a priori, senza indagini, è "complottismo".

Può sembrare un' ipotesi complottista, ma non lo è. Così come "numerosi indizi possono costituire una prova" così, con l'epidemia (non pandemia) del Coronavirus ci troviamo davanti ad una situazione non nuova: un conflitto non più a colpi di bombe e armi da fuoco, ma una guerra batteriologica. Valutiamo tutti gli indizi e cerchiamo di capire che elementi abbiamo in mano.

Qualsiasi commento educato che confermi o distrugga qualche indizio, è ben accetto.
.

LE DICHIARAZIONE DELL' EX AGENTE
DELLA CIA « IL CORONAVIRUS
È STATO CREATO IN LABORATORIO
DAGLI STATI UNITI »


Philip Giraldi (classe '46) è un ex specialista in antiterrorismo e ufficiale dell'intelligence militare della CIA (l' intelligence degli Stati Uniti) nonché editorialista e direttore esecutivo del Council for the National Interest (CNI), un' organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di questione che riguardano l' operato del governo degli Stati Uniti.

In un articolo scritto due giorni fa sul Strategic Culture Fondation, Giraldi ha affermato chiaramente che « il coronavirus non è nato da una mutazione genetica, ma è stato prodotto in un laboratorio, probabilmente come agente di guerra biologica ».
La motivazione ricade nel fatto che 

« poiché l’amministrazione Trump ha costantemente sollevato il problema della crescente competitività globale cinese come minaccia diretta alla sicurezza nazionale americana e al dominio economico, potrebbe essere possibile che Washington abbia creato e scatenato il virus nel tentativo di frenare la crescente economia di Pechino. È difficile credere che anche la White House farebbe qualcosa di così spericolato, ma ci sono precedenti simili »

L' ASSE  USA-ISRAELE: DAI VIRUS INFORMATICI AI VIRUS INFETTIVI
Il precedente del quale si riferisce Giraldi è del 2005-2009 quando i governi degli Stati Uniti e di Israele svilupparono segretamente un virus informatico chiamato Stuxnet scatenato contro l' Iran con lo scopo di sabotare la centrale nucleare iraniana di Natanz. In particolare, il virus doveva disabilitare le centrifughe della centrale impedendo la rilevazione dei malfunzionamenti e della presenza del virus stesso.

Giraldi prosegue spiegando che è molto probabile che Israele sia un partner del "progetto Coronavirus" visto che, notizia di qualche giorno fa, Israele annuncia di aver trovato un vaccino contro il CoVID-19 che sarà pronto entro 90 giorni. La rapidità di Israele, alleato degli Usa, nell' aver trovato in tempi brevi dall' epidemia un vaccino, non può che aggiungere altri indizi ai sospetti.

Inoltre, come conclude
« Diverse segnalazioni suggeriscono che ci sono componenti del virus correlati all’Hiv che non si sarebbero potute verificare in modo naturale. Se il virus fosse stato sviluppato o addirittura prodotto per essere “armato”, la sua fuga dal Wuhan Institute of Virology Lab e nella popolazione animale e umana avrebbe potuto essere accidentale ».

Su quest' ultima affermazione, entriamo nel dettaglio con i dati scientifici.

L' ORIGINE DEL COVID-19?
DAGLI STATI UNITI


Un nuovo studio effettuato dai ricercatori cinesi mostra che il nuovo coronavirus (CoVID-19) potrebbe aver iniziato la trasmissione da uomo a uomo da fine novembre da un luogo diverso dal mercato ittico huanano di Wuhan.

Lo studio pubblicato su ChinaXiv spiega che il CoVID-19 è stato introdotto nel mercato ittico da un'altra località, per poi diffondersi rapidamente. I risultati sono frutto del lavoro dell' analisi dei dati su tutto il genoma, sulle fonti di infezione e sulle vie di diffusione su 93 campioni del nuovo coronavirus raccolti da 12 nazioni di quattro continenti (inclusa l' Italia).
Lo studio ritiene che il paziente zero abbia trasmesso il virus ai lavoratori o ai venditori nel mercato ittico di Huanan. Il mercato affollato ha facilitato l'ulteriore trasmissione del virus agli acquirenti, che ha causato una diffusione più ampia all'inizio di dicembre 2019. Secondo i ricercatori, il nuovo coronavirus ha subito due improvvise espansioni della popolazione, di cui una il 6 gennaio 2020, che era correlata alle festività del capodanno cinese e la precedente, l' 8 dicembre.

Il 27 gennaio 2020, il dottor Zhong Nanshan, specialista nelle patologie respiratorie, dichiarò che
« Sebbene il COVID-19 sia stato scoperto per la prima volta in Cina, ciò non significa che provenga dalla Cina ». Nel febbraio del 2020, il rapporto giapponese Asahi (stampa e TV) affermava che il coronavirus era nato negli Stati Uniti, non in Cina, e che alcuni (o molti) dei 14.000 decessi americani attribuiti all'influenza potrebbero esser stati causati dal CoVID-19.


Un virologo ha spiegato, in una serie di edizioni speciali sul CoVID-19 sulla TV di Taiwan, l' origine del virus. Specificando che non si tratta di geopolitica, ma di analisi dei dati a disposizione, ha spiegato che, seguendo i diversi ceppi, si può risalire all' origine.

Il tipo di infezione di Taiwan esiste solo in Australia e negli Stati Uniti e, poiché Taiwan non è stata infettata dagli australiani, l'infezione a Taiwan potrebbe provenire solo dagli Stati Uniti.
La logica di base è che la posizione geografica con la più grande varietà di ceppi di virus deve essere la fonte originale perché un singolo ceppo non può emergere dal nulla. Come spiega il virologo, solo gli Stati Uniti hanno tutti e cinque i ceppi noti del virus (mentre Wuhan e la maggior parte della Cina ne hanno solo uno, così come Taiwan e Corea del Sud, Thailandia e Vietnam, Singapore e Inghilterra, Belgio e Germania), costituendo una tesi che gli aplotipi in altre nazioni potrebbero aver avuto origine negli Stati Uniti.
La Corea e Taiwan hanno un aplotipo diverso del virus rispetto alla Cina, forse più infettivo ma molto meno mortale, il che spiegherebbe un tasso di mortalità solo 1/3 di quello cinese.

Dalle analisi dei laboratori italiani e iraniani è emerso che il ceppo presente in Italia e in Iran sono di varietà diverse da quello esploso in Cina, il che significa che non sono originari della Cina ma sono stati necessariamente introdotti da un'altra fonte. Da quello che si può notare è che il ceppo italiano ha lo stesso tasso di mortalità di quello cinese, tre volte più grande di altre nazioni  mentre l'aplotipo in Iran sembra essere il più mortale con un tasso di mortalità tra il 10% e il 25%.

Il virologo di Taiwan afferma anche che, di recente, gli Stati Uniti hanno avuto più di 200 casi di "fibrosi polmonare" che hanno provocato la morte a causa dell'incapacità dei pazienti di respirare ma le cui condizioni e sintomi non possono essere spiegati dalla fibrosi polmonare. Il virologo di Taiwan dice di aver scritto articoli per informare le autorità sanitarie statunitensi di considerare seriamente quelle morti come risultanti dal coronavirus, ma gli USA gli hanno risposto affermando che la colpa delle morti ricade sull' uso delle sigarette elettroniche, mettendo a tacere ulteriori discussioni.

Il medico taiwanese ha quindi dichiarato che l'epidemia di virus è iniziata prima del previsto, dicendo: "Dobbiamo guardare a settembre 2019". Ha riportato il caso nel settembre del 2019 in cui alcuni giapponesi hanno viaggiato alle Hawaii e sono tornati a casa infetti: persone che non erano mai state in Cina. 

il virologo Giulio Tarro

Anche il virologo italiano Giulio Tarro ha spiegato che « È possibile che il virus del Nord Italia non provenga da Wuhan » e che  « l' ipotesi spiegherebbe perché così tante persone, che dichiarano di non aver avuto alcun contatto, anche indiretto, con persone provenienti dalla Cina o che, addirittura, sono rimaste confinate nelle loro case, siano risultate positive ai tamponi ».

Il virologo spiega che un virus può mutare in appena cinque giorni ma, sulla sostanziale “differenza” del virus presente in Italia con quello di Wuhan c’è già uno studio (Guizhen Wu et al. New coronavirus genome. The Lancet, 29 Jan 2020) riportato anche nella dichiarazione del dal dott. D’Anna, che evidenzia come ben 5 nucleotidi siano differenti. Un po’ troppi per i pochi mesi intercorsi tra la segnalazione dei primi casi in Cina e oggi.


IL COVID-19 E N-COV-2019:
ERANO PREPARATI
AL CORONA VIRUS(?)

C'è chi, come l' economista Michel Chossudovsky sul Global Research, ipotizza che le conseguenze disastrose dei mercati finanziari non siano una semplice conseguenza dello scoppio del COVID-19:
 « il mercato è stato attentamente manipolato da potenti attori che utilizzano strumenti speculativi nel mercato dei derivati, inclusa la "vendita allo scoperto". La disinformazione dei media sull'escalation della pandemia di COVID-19 ha avuto il suo ruolo ».
Come prosegue nel suo articolo dettagliato, l'obiettivo non comunicato è la concentrazione della ricchezza. È stata una fortuna finanziaria per coloro che avevano "informazioni privilegiate" o "prescienza" che hanno portato alla decisione dell'OMS di dichiarare un'emergenza pubblica mondiale il 30 gennaio. In pratica, chi sapeva sarebbe esplosa questa emergenza, ha potuto fare grandi affari sul mercato internazionale. Chi è che sapeva già tutto?

Il 18 ottobre 2019, il Johns Hopkins Center for Health Security (organizzazione senza scopo di lucro del dipartimento di salute e igiene ambientale) di Baltimora (Stati Uniti) ha intrapreso una simulazione attentamente progettata di un'epidemia di coronavirus intitolata nCoV-2019.
Facendo una semplice ricerca su Google prendendo come riferimento solo gli articoli pubblicati dal 14 al 31 ottobre 2019, escono i dettagli che sembrano una premonizione.

Nella Event 201 Simulation of a Coronavirus Pandemic, era stato simulato un crollo del 15% dei mercati finanziari. "Simulato", non "previsto", nonostante a febbraio si sia verificato un crollo reale vicino a questi dati. Questo è quello ipotizzato dagli organizzatori e gli sponsor dell'evento che includevano la Bill and Melinda Gates Foundation e il World Economic ForumLa simulazione condotta in ottobre intitolata nCoV-2019 è stata effettuata appena 2 mesi prima dello scoppio di COVID-19.

E cosa ha motivato il direttore generale dell'OMS, il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus (foto sotto), a dichiarare il coronavirus nCoV-2019 come « emergenza sanitaria pubblica di preoccupazione internazionale (FHEIC) » il 30 gennaio 2020 quando l'epidemia era in gran parte confinata nella Cina continentale? Come mai l' OMS ha rifiutato di considerare il CoVID-19 come pandemia ma poi, dopo qualche giorno, ha cambiato idea nonostante i casi di contagio e il numero di nazioni coinvolte sia rimasto lo stesso? Cosa è cambiato? 


Michel Chossudovsky ne deduce che
« il direttore generale dell'OMS stava servendo gli interessi di potenti sponsor aziendali. Secondo F. William Engdahl, Tedros aveva stabilito una relazione duratura con i Clinton e la Clinton Foundation. Aveva stretti legami con la Fondazione Bill e Melinda Gates ».
Insieme al Forum economico mondiale di Davos (WEF), la Gates Foundation ha sponsorizzato il "esercizio di simulazione" nCoV-2019 di ottobre.
Come ministro della sanità, Tedros avrebbe anche presieduto il Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria, che è stato co-fondato dalla Fondazione Gates. Il Fondo globale è stato pieno di scandali di frode e corruzione.

I NEMICI DEGLI STATI UNITI 
SONO I PIÚ COLPIDI DAL COVID-19

Come spiegato anche da Philip Giraldi, le motivazioni di un attacco degli Usa verso la Cina ricadono nella lotta in atto da anni in merito alla ricerca della supremazia economica in campo mondiale.
Le strategie statunitensi consistono nell'utilizzare COVID-19 per isolare la Cina, nonostante il fatto che l'economia statunitense sia fortemente dipendente dalle importazioni cinesi. La Cina costituisce la base di una grande quantità di prodotti Made in USA come quelli tecnologici. Un esempio sono i prodotti Apple costruiti nelle più grandi fabbriche di cellulari al mondo, la Foxconn e la Pegatron che hanno sede proprio in Cina, a 500 km da Wuhan che di recente hanno dovuto ridurre la produzione del 50% a causa del Coronavirus, interrompendo lo sfruttamento dei lavoratori.

La guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina, è stata sulle prime pagine dei quotidiani negli ultimi anni.
Si è iniziato dal marzo 2018 quando Donald Trump annunciò tariffe del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% sull'alluminio da diverse nazioni nel tentativo di ridurre l'enorme deficit commerciale degli Stati Uniti, ma poi le tolse lasciandole solo per la Cina. Il governo cinese rispose con una lista di 128 prodotti statunitensi sui quali decise di voler imporre dazi doganali del 15-25% se i negoziati con Washington fossero falliti.
Da lì un' escalation che sembrava esser insanabile ma, inaspettatamente e improvvisamente, Donald Trump decise di siglare l' accordo con Pechino:
  • fu sospesa l'introduzione di nuove tariffe, sia da parte degli Stati Uniti che della Cina
  • Trump confermò la sospensione dei dazi al 15% su quasi 160 miliardi di dollari di prodotti made in China
  • La Cina ha firmato per importare dagli Stati Uniti 200 miliardi di dollari di prodotti in due anni
Donald Trump aprì la "guerra" accusando la Cina di aver « stuprato per anni l’economia americana», per poi definire questo accordo finale come « enorme per proporzioni e storico »

L' ITALIA: DA ALLEATO 
SERVITORE DEGLI USA,A NEMICO


Il 24 settembre 2019, Donald Trump decide di imporre tariffe del 10% su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi. La Cina rispose con dazi doganali su 60 miliardi di dollari di merci americane.

Prima di arrivare all' accordo di dicembre, Luigi di Maio, ministro degli esteri e cooperazione internazionale italiano, incontra proprio Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese dal 2013.
Nell' incontro, Di Maio sottolineò che l'Italia avrebbe continuato a lavorare per consolidare la sua presenza commerciale in Cina sottolineando l'importanza della collaborazione internazionale all'insegna dell'inclusività, della sostenibilità e della parità di condizioni tra operatori economici evidenziando l' intenzione di continuare a lavorare per accrescere ulteriormente la visibilità e la reputazione del Made in Italy in Cina.

Xi Jinping seguì l' intenzione mostrata da Di Maio di tenere aperti i rapporti commerciali affermando
«  Dobbiamo unirci invece che lasciarci andare. Dobbiamo abbattere i muri, e non costruirne. Dobbiamo continuamente abbattere le barriere commerciali, ottimizzare la catene di approvvigionamento e di valore globali e congiuntamente favorire la domanda di mercato ».
Un riferimento non troppo velato a Donald Trump.
Il presidente cinese proseguì sostenendo che la Cina avrebbe aumentato le importazioni e abbassato le tariffe, migliorando i rapporti commerciali con i Paesi dell' Unione Europea, Italia in primis.

Di Maio addirittura ricordò i principali progressi nella cooperazione tra la Cina e l'Italia con i 50 anni di relazioni diplomatiche che sarebbero stati celebrati nel 2020 citando il memorandum sull'iniziativa Belt and Road, la Nuova Via della Seta, siglato a Roma a marzo 2019 arrivando ad una grande apertura con Pechino « nel corso dei secoli ha testimoniato che lo scambio di conoscenze e i rapporti di sincera amicizia possono svilupparsi con reciproca soddisfazione lungo la Via della Seta ».

QUALI CONSEGUENZE E SU CHI?
Allo stato attuale, i dati sono i seguenti:
  • 105.836  contagi nel mondo
Le sei nazioni con più contagi sono:

  1. Cina  con 80.652 contagi
  2. Corea del Sud con 7.041 contagi
  3. Italia con 5.883 contagi
  4. Iran con 5.823 contagi
  5. Francia 949 contagi
  6. Germania con 799 contagi
La percentuale di decessi su contagi, ovvero (decessi : contagi x100) è:
  1. Cina  3,80%
  2. Corea del Sud 0,62%
  3. Italia 3,96%
  4. Iran  2,49%
  5. Francia 1,15%
  6. Germania 0%
Questo significa che i ceppi in Cina, Italia e Iran creano più decessi rispetto a quelli verificati nelle altre nazioni. In pratica 
  • in Cina muore 1 paziente ogni 26 contagiati
  • in Italia muore 1 paziente ogni 25 contagiati
  • in Corea del Sud (dove i contagi sono superiori all' Italia)
    muore 1 paziente ogni 159 persone contagiate
  • in Iran muore 1 paziente ogni 40 contagiate
  • in Francia muore 1 paziente ogni 59 contagiati
  • in Germania non ci sono decessi
Dunque, le nazioni più colpite sono:
  • Cina, in guerra con gli Stati Uniti per i dazi economici in atto da diversi anni
  • Italia, che ha mostrato appoggio alla Cina nonostante sia nella Nato e, in teoria, dovrebbe appoggiare (come fatto in passato dai governi precedenti di Berlusconi e del PD Renziano) gli Stati Uniti in ogni situazione
  • Iran, con i quali c'è una vera guerra che ha raggiunto l' apice con  l' uccisione del generale iraniano Suleimani
Per quanto riguarda la Cina, possiamo affermare che è una nazione mooolto sfortunata:
  • 15 febbraio 2018: influenza aviaria H7N4.
    Almeno 1.600 persone contagiate in Cina e più di 600 morti. Moltissimi polli uccisi. La Cina si ritrova ad acquistare prodotti avicoli statunitensi perché il pollo è una delle carni più utilizzate per le pietanze cinesi
  • Giugno 2018: influenza aviaria H7N9 .
    Molte galline uccise. La Cina deve acquistare prodotti avicoli statunitensi
  • Agosto 2018: focolaio di influenza suina africana.
    Stessa varietà della Russia, dalla Georgia. Milioni di maiali uccisi. La Cina deve acquistare prodotti di carne di maiale negli Stati Uniti

  • 24 maggio 2019: massiccia infestazione di lombrichi in 14 regioni cinesi
    Viene distrutta la maggior parte delle colture alimentari. Si diffuse rapidamente a oltre 8.500 ettari della produzione di grano cinese. I lombrichi producevano un numero sorprendentemente spaventoso di uova, moltiplicandosi a dismisura.
    La Cina deve acquistare prodotti agricoli statunitensi: mais, soia.
  • Dicembre 2019: l'apparizione del Coronavirus mette in crisi l'economia cinese.
  • Gennaio 2020: la Cina è colpita da un ceppo "altamente patogeno" di influenza aviaria nella provincia di Hunan . Molti polli sono morti, molti altri uccisi. La Cina deve acquistare prodotti avicoli statunitensi.

A questo punto, la profezia di Sylvia Browne, e il libro di Dean Koontz potrebbero non essere più considerate premonizioni, ma spunti per l' attuazione di un piano volto a imporre il proprio potere sulle altre nazioni del mondo.

POSSONO INTERESSARTI

Se vi può sembrare fantascientifica la creazione di un virus in laboratorio per spargerlo nella nazione nemica in campo militare e/o economico, questo articolo vi farà ricredere perché parla anche dell' Italia...
https://ilventunesimosecolo.blogspot.com/2018/06/tutti-i-crimini-degli-stati-uniti.html 



La veggente statunitense Sylvia Browne pubblicò, nel 2004, una previsione per gli anni a venire e, riguardo proprio il 2020, parlò di un' epidemia da una misteriosa malattia che avrebbe costretto le persone a girare per strada con mascherine e guanti di gomma.


« Gli Stati Uniti, la NATO e Israele sono impegnati a convincere l' opinione pubblica che l' Iran è una minaccia e che possiede armi nucleari » spiegò, nel 2010, Michel Chossudovsky, classe '46, Professore di Economia all'Università di Ottawa, proseguendo « Lo sappiamo tutti che la vera motivazione dell' intervento militare è per acquisire le riserve di petrolio e di gas. L' Iran possiede il 10% delle riserve mondiali mentre gli Stati Uniti non arrivano al 3% » spiegando anche che « questa guerra si sta preparando sin dal 2004 »

Può sembrare incredibile ma l' esplosione del contagio dal Coronavirus è stato predetto da un libro scritto quasi 40 anni fa da uno scrittore americano, Dean Koontz, che narrava dell' esplosione di una pandemia di un virus (ideato come arma batteriologica) chiamato Wuhan-400, sviluppato in un laboratorio militare situato fuori la città di Wuhan




FONTI E LINK UTILI

Commenti

  1. Insomma, se volevi spaventarmi un po' ci sei riuscito,,, XD
    Di certo le coincidenze sono tante, ma appunto non penso che si scateni un virus senza avere un vaccino pronto per ogni evenienza... dopotutto è tornato anche negli USA...

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È un po' come il tizio che commette un crimine, ad esempio un' uccisione, e poi si autoinfligge una ferita per dimostrare che anche lui sia stato attaccato dal criminale.

      Chi sospetta del virus creato in laboratorio, affermano sia "sfuggito", altri, invece, sostengono sia stato proprio intenzionale e il contagio negli Usa è come l' idea «sacrifico un po' di popolazione per una causa nazionale ».

      Ti rimando ad un articolo scritto più di un anno fa. Leggendolo, d' improvviso ti sembrerà che questo articolo sul Coronavirus non sia poi così campato per aria

      https://ilventunesimosecolo.blogspot.com/2018/06/tutti-i-crimini-degli-stati-uniti.html

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  2. Mi vengono i brividi perché, complotto o meno, l'essere umano ha già dimostrato di essere in grado di fare cose del genere per soldi, potere ecc.
    Una cosa che mi incuriosisce è la seguente: la nazione che troverà il vaccino potrà venderlo al resto del mondo oppure, vista l'emergenza, si troverà a doverlo rendere disponibile a tutti?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo, lo renderà disponibile a tutti.

      Ti lascio anche a te questo mio articolo del 2018 che forse ti farà capire che un complotto Coronavirus non è che sia così lontano dalla realtà...

      https://ilventunesimosecolo.blogspot.com/2018/06/tutti-i-crimini-degli-stati-uniti.html

      Elimina
    2. Quindi non possiamo nemmeno sperare che, trovando noi il vaccino -lo so, lasciami sognare- potremmo recuperare qualche soldino per il nostro Paese che finirà in ginocchio ancora più di quanto non sia.

      Quanto alla questione degli USA in realtà credo che nel tuo articolo ci sia un dato abbastanza oggettivo che basterebbe a motivare la supposizione per cui sono responsabili loro: l'unica Nazione che presenta tutti i cinque ceppi...

      Elimina
    3. Beh, se lo trovasse l' Italia (e questo non posso dirlo perché purtroppo non sono laureato in medicina e quindi non mi pronuncio), sarebbe una situazione diversa.

      Appunto. Non è questione di complottismo perché gli Stati Uniti hanno manovrato i governi di altre nazioni, utilizzato armi batteriologiche, e sono stati loro stessi a confermarlo dopo decenni.
      I film e i libri di spionaggio non si allontanano così tanto dalla realtà.

      Elimina

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