Intervista a bracciante pugliese: « Se denunci, ti picchiano a sangue »


Ho intervistato Luigi, un ragazzo pugliese che di lavoro fa il bracciante agricolo e che mi ha chiesto di restare anonimo per paura di ritorsioni a lui e alla sua famiglia. Ha voluto spiegarmi come realmente funziona il caporalato.

Il suo datore di lavoro dice di avergli stipulato un contratto part time ma lui afferma di non aver mai firmato nulla, neanche una busta paga.
Lui e gli altri braccianti lavorano dalle 5 di mattina alle 8 di sera per una paga che va dai 20 alle 30 euro al giorno e, spesse volte, si sono ritrovati a lavorare anche per 56 ore di fila, dormendo nel campo.

Luigi spiega che denunciare è impossibile sia perché ti fanno terra bruciata intorno, impedendoti di trovare un qualsiasi altro lavoro, anche perché, come afferma lui stesso, « Possono farti esplodere l' automobile, entrare nella tua abitazione, o ti prendono, ti portano in un terreno sperduto, e ti picchiano a sangue ».

Luigi mi spiega il vero funzionamento del caporalato, i soggetti coinvolti e il modo che utilizzano per evitare che le forze dell' ordine li condannino per sfruttamento del lavoro.

Intervista realizzata da Lapenna Daniele
per
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