Giornalista contro il pesticida glifosato: Monsanto tenta di distruggerle la reputazione

Carey Gilam e il suo libro "Whitewash"

La multinazionale americana Monsanto, produttrice del pesticida Roundup a base di glifosato, tentò di rovinarle la reputazione dopo la pubblicazione di un libro che metteva in evidenza la correlazione tra la sostanza chimica e l' insorgenza di tumori. Dalle ricerche odierne, il glifosato causa diversi tipi di tumori e, dalle varie analisi, è stato persino ritrovato nei pannolini, nelle pappe pronte per neonati e nel prosecco


Al culmine delle sue ricerche, nel 2017, la giornalista Carey Gillam pubblicò un libro dal titolo "Whitewash: la storia di un diserbante, il cancro e la corruzione della scienza" con un editore no-profit proprio perché la sua indagine cercava di evidenziare non solo la pericolosità del glifosato, già dimostrata da diversi studi scientifici, ma l' azione di corruzione degli scienziati operata da Monsanto che portava gli studiosi a falsare i risultati, smentendone la pericolosità.

In Whitewash, Carey Gilam ha spiegato in che modo gli interessi economico-politici influenzino la scienza dell' agricoltura americana e come siano riusciti a far sì che venisse utilizzato liberamente un erbicida, il Roundup di Monsanto, potenzialmente cancerogeno per l' uomo.
Il libro contiene resoconti di famiglie di agricoltori con tumori che ritengono siano stati causati dal glifosato e scienziati la cui reputazione è stata contestata per aver pubblicato scritti che mettevano in discussione "interessi commerciali".

MANIPOLAZIONE DELL' INFORMAZIONE
Forse siamo abituati a governi che manipolano l' informazione ma un po' meno di multinazionali che cercano di indurre i cittadini a non credere chi riporta la verità mettendo mani ai canali di informazione sul web.
Dopo la pubblicazione, Carey ha iniziato a ricevere tantissime recensioni negative sul suo libro sul sito Amazon: i commenti erano pressoché simili, e tutti la attaccavano sostenendo avesse scritto falsità. Amazon cancellò i commenti perché le recensioni furono ritenute false e non realistiche. Ma non è tutto.

Digitando su Google "Whitewash Carey Gilam" uscivano, come primi risultati, articoli di siti e blog che attaccavano il libro sostenendo non riportasse la verità, ma storie inventate e accuse infondate.

La Monsanto non è nuova a questo genere di azioni. L' anno scorso, la multinazionale americana è stata condannata a pagare 68 milioni di dollari di risarcimento (in primo grado ne erano stati stabiliti 289 milioni) a Dwayne Johnson (in foto), un giardiniere della California che, a causa del quotidiano utilizzo del pesticida Roundup, ha contratto  il linfoma di non-Hodgkin, un tumore del sistema linfatico che, come riporta anche il sito web dell' Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), è causato dall' esposizione a radiazioni o a certe sostanze chimiche come erbicidi e insetticidi.

Come fu evidenziato nel processo e riportato nella sentenza del giudice:
La Monsanto aveva agito con malizia, minacciando gli scienziati che proclamavano i danni possibili causati dal glifosato. Inoltre non ha mai rivelato agli acquirenti i rischi dovuti all’utilizzo di questi erbicidi” concludendo che la multinazionale “era consapevole della pericolosità dei suoi prodotti a base di glifosato ma ha scelto di non avvertire i consumatori”.


IL GRAVE PROBLEMA DEI PESTICIDI PRESENTI NON SOLO NEGLI ALIMENTI


Sappiamo che la maggioranza dei prodotti presenti sul mercato contiene fitofarmaci, ma quello che ignoriamo sono le conseguenze della loro quotidiana assunzione (anche se colleghiamo, d' istinto, malattie e pesticidi), e persino che non li assumiamo solo dai prodotti alimentari.
Dei test recenti effettuati in Francia hanno portato alla luce la presenza di pesticidi nei pannolini per neonati, in particolare proprio il glifosato, in 10 pannolini su 12, tanti dei quali di marche famose vendute in tutto il mondo.
Sempre in Francia hanno fatto scandalo i casi dei bambini nati senza braccia e senza gambe e, dalle prime ricerche e analisi, si è parlato di contaminazione chimica. Anni fa fece scalpore anche il riscontro della presenza di arsenico nelle pappe per neonati: fu data la colpa al riso contenuto nei prodotti che, come qualsiasi pianta, assorbendo sostanze dal terreno "ingerisce" anche i pesticidi gettati sul terreno sottostante, utilizzati sempre con l' obiettivo di agire da diserbante e disinfestante.

In Florida, invece, dopo che un test di laboratorio commissionato da Ewg (Environmental working group) ha rilevato la presenza di pesanti livelli di glifosato in quasi tutti (43 su 45) i campioni di prodotti a base di avena venduti nei supermercati, un' associazione depositò una formale denuncia alla corte di Miami. Dalle analisi risultà che in due terzi dei casi “i quantitativi risultavano superiori ai tetti massimi di sicurezza indicati dagli scienziati come sicuri per la salute dei bambini”.

IL CASO DEL PROSECCO E DEL PESTICIDA FOLPET

Anche in Italia non siamo immuni dai pesticidi. Questi vengono utilizzati nelle colture di riso, grano e alimenti come frutti e verdure.
A maggio del 2018, nonostante la notizia non abbia avuto una grande rilevanza sui media, si era sollevata una polemica tra il quotidiano di informazione sulla salute, ilSalvagente, e la Coldiretti.
Andando a verificare, si scopre che il glifosato si trova soprattutto nel grano importato dal Canada e il pesticida è prodotto dalla Monsanto, azienda del Missouri, Stati Uniti.
Il Folpet, che è un pesticida pericoloso che risulta provocare il cancro, non è mai stato attaccato da Coldiretti. Con una piccola ricerca su google si scopre che il Folpet è prodotto da Adama Italia, un' azienda locata a Grassobbio (BG). Dunque, un' azienda italiana produce il Folpet.
Questo farmaco è utilizzato come fungicida nelle colture di uva e infatti, da determinate analisi, è stato riscontrato nel prosecco prodotto nel nord-est d' Italia.

LE CONSEGUENZE DEI PESTICIDI

Al termine di questo articolo ripropongo un pezzo di testo che inserisco ogni volta che parlo di fitofarmaci (volgarmente chiamati pesticidi).

Estratto da


« Numerosi principi attivi sono stati classificati dalla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ed altre agenzie nazionali ed internazionali come certi, probabili o possibili cancerogeni, sulla base soprattutto dell’evidenza derivante dagli studi sperimentali su animali da laboratorio.
Oltre agli studi sperimentali su animale anche le indagini epidemiologiche hanno contribuito ad aumentare le conoscenze sulla cancerogenicità di queste sostanze. Gli studi di coorte sugli agricoltori, come mostrano due meta-analisi e recenti studi anche Italiani (Blair 1985, Acquavella 1998, Alavanja et al, 2007, Sperati et al, 1999, Bucchi et al. 2004, Nanni et al. 2005 ), hanno evidenziato che questi lavoratori presentano un quadro di mortalità per tutte le cause, per quelle tumorali e per alcuni specifici tumori (polmone, vescica, fegato, colon, esofago, rene) in difetto rispetto alla popolazione generale.
L’esposizione a pesticidi è stata altresì associata ad un possibile rischio per la fertilità, soprattutto quella maschile. Tale osservazione deriva soprattutto da studi condotti su animali (Traina, 1994).
È stato inoltre osservato: ritardo al concepimento, menopausa precoce, morte fetale e ritardo nella crescita intrauterina.
Per quanto riguarda gli effetti neurologici è conosciuto che alcune classi di pesticidi possono produrre neuropatie. Inoltre anche se a tutt’oggi non è stata chiarito se esiste una relazione causale tra esposizione a pesticidi e patologie neurologiche di tipo cronico è stato comunque suggerito che le esposizioni occupazionali a pesticidi possano aumentare il rischio di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), malattia di Alzheimer e malattia di Parkinson (PD), (MC Guire, 1997). »


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