Bar ancora chiusi per l'emergenza Covid: barista di Monserrato scoppia in lacrime « Non ce la faccio a sopravvivere »


La barista di Monserrato spiega il modo ideato per aprire e fornire la colazione ai clienti senza avere alcun contatto ravvicinato con loro. « Ho due dipendenti meravigliose, e anche loro sono in difficoltà. Io non posso anticipare i soldi a loro: e ci penso ogni giorno a queste cose. Senza quel poco, non riesco a sopravvivere  »


« I bar vengono classificati come luogo pericoloso, ma non è vero: anche noi, mettendoci in sicurezza, possiamo lavorare ».

Spiega così il suo punto di vista la barista Natalia Argiolas, 46 anni, titolare del bar Caffé Naty a Monserrato, in provincia di Cagliari ad intervistata in diretta su Mattino Cinque.

« Ho un bar di 80 mq » spiega la barista « e adesso ho 4 tavolini a distanza di due metri ciascuno: non ho nessun contatto con il cliente perché sono tutti abituali, li conosco e so cosa prendono ogni giorno, non abbiamo bisogno neanche di parlare ».

Poi mostra il metodo per far consumare senza avvicinarsi al cliente: la persona entra, trova subito all'ingresso il disinfettante e le salviette, si accomoda al tavolino e la collega della barista prepara la colazione deponendola in un vassoio per poi lasciarlo sul bancone. Il cliente si avvicina, prende il vassoio, si siede e consuma, per poi alzarsi e lasciare tutto lì.

Poi scoppia in lacrime e prosegue « Dopo 7 anni che ho investito tutto, è da 30 anni che lavoro, e non voglio lasciare tutto così.  Io, così, non ce la faccio a sopravvivere. Ho due ragazze meravigliose, e anche loro sono in difficoltà. Io non posso anticipare i soldi a loro: e ci penso ogni giorno a queste cose. Senza quel poco, non riesco a sopravvivere ».

E sulle consegne a domicilio spiega « Non posso permettermi di portare con 2,20 euro una colazione a domicilio allo stesso prezzo. Dovrei aumentare il prezzo e nessuno ordinerebbe ».
Nonostante il contributo fornito dal proprio Comune, Natalia ringrazia e precisa « non possiamo continuare così fino al 1 giugno ». 


FONTI E LINK UTILI

Commenti

  1. Ma infatti mi sa che a breve potranno riaprire anche loro tipo asporto, se ho ben capito.
    E poi dal 1 giugno, riaprire in tutto.
    Comunque, ho notato che solo io non piango e non mi lamento, pur non lavorando.

    Moz-

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    Risposte
    1. Dal primo giugno riaprirà tutto ma, come ha precisato Conte, tenendo sempre conto alla curva dei contagi: se ci fosse un' improvvisa impennata, farebbe dietro front.

      Ognuno reagisce a modo suo ma, soprattutto, ognuno ha la propria situazione economica.
      Se si ha l' affitto del locale, le bollette (che non sono state annullate tranne la Tasi in diversi Comuni), e si ha anche mutuo o affitto di casa, e prestiti vari, è normale ritrovarsi disperati.

      Se si ha un buon conto in banca, o altre entrate, una casa di proprietà, è più facile non piangersi addosso.

      Elimina

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