« Fermeremo i mezzi ai porti, aeroporti, che trasportino latte o carne ». La protesta dei pastori non si ferma neanche alla visita del premier Conte


Oggi, a Cagliari arriverà il premier Conte e il ministro per le politiche agricole Centinaio. La prefettura sarà blindata da uomini armati perché si prevedono proteste in zona.
I pastori sardi però annunciano di non voler fermare le proteste sino a che il prezzo del latte non salirà ad almeno 1 euro al litro

I pastori sardi non si fermano neanche per la visita del premier Giuseppe Conte e il ministro per le politiche agricole Gian Marco Centinaio, scesi oggi a Cagliari per discutere del prezzo del latte di pecora oggetto della protesta che da giorni è attiva in tutta l' isola.
La prefettura sarà blindata da uomini armati perché ci si aspettano proteste anche nei pressi di Piazza Palazzo.

In un video pubblicato su Facebook dai pastori c'è un messaggio chiaro
« Dovremo fermare ai porti, aeroporti, fermare qualsiasi mezzo trasporti latte e anche alimenti derivanti dal latte. Fermare mezzi che trasportano carne e, chissà, anche mangimi. Tutti stanno speculando alle nostre spalle ». Alla fine del messaggio apre il rubinetto e versa il latte, in linea con la protesta che, per le richieste del Movimento Pastori Sardi, andrà avanti sino a che il prezzo del latte al litro non salirà almeno a 1 euro dagli attuali 60 centesimi.


IL CARICO DI MAIALI DALLA FRANCIA

Ieri, a Porto Torres, i pastori hanno fermato un tir giunta dal porto di Genova ma proveniente dalla Francia: conteneva un carico di maiali destinato agli spacci di Tossilo e Macomer.

I pastori hanno prelevato e gettato parte della carne sull' asfalto, salendoci sopra per protesta.
Gli stessi manifestanti hanno contestato la provenienza e il pessimo stato di conservazioni della merce.

Il veterinario della Asl giunto da Sassari ha parlato invece di carne commestibile la cui scadenza indicata era datata 15 febbraio.
Quindi, in scadenza tra quattro giorni.

L' importazione di maiali non sardi (ma neanche italiani) è una pratica costante di diverse aziende dell' isola.
Diversi anni fa ci furono delle polemiche in merito ad un salumificio sardo che sostenne come la carne di maiale isolana non fosse sufficiente per la produzione. In realtà, la carne sarda non viene acquistata da diversi salumifici perché il loro costo è il doppio di quella che proviene dall' estero.
Gli allevatori sardi sono costretti anche a limitarne la produzione per la concorrenza della carne estera.

CONTE E CENTINAIO A CAGLIARI

« Oggi sarò in Sardegna con il presidente Conte » parla il ministro a Radio Capital « sto prendendo un volo per ragionare insieme con i pastori sardi. Sono totalmente d’accordo con loro, non possiamo pensare che vengano pagati sottocosto ». E prosegue « Il consorzio non sta facendo il suo lavoro a tutela dei pastori sardi. Bisogna che cambi mentalità. Qui non è questione di soldi, che servirebbero solo a tamponare l’emergenza, ma di strutturare un rapporto con le aziende di trasformazione che non possono fare formaggi con il latte romeno ».

Un pastore di Desulo, Fortunato Ladu, spiega l' origine e le possibili soluzioni a questo problema del latte.
« L' errore principale è stato di aver puntato tutto sulla produzione del Pecorino Romano: si è prodotto troppo pecorino e il prezzo è crollato ». E prosegue

« Bisogna staccarsi dalla produzione del Pecorino Romano. Un litro di latte che si trasforma in Pecorino Romano ha un suo valore, un litro di latte trasformato in yogurt, rende molto di più, quindi verrebbe pagato di più ai pastori. Adesso le cooperative hanno cicli produttivi automatizzati e standardizzati esclusivamente per produrre il pecorino, ma per staccarsi da questa produzione e utilizzare il latte per trasformarlo in altri prodotti dovrebbero rinnovare o cambiare del tutto gli impianti ».

L' intervista completa su
https://www.vistanet.it/cagliari/2019/02/13/pastori-sardi-fortunato-ladu-desulo-spiega-a-vistanet-perche-la-protesta-di-oggi-ha-radici-profonde/

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