Negativi al Covid: morti all' ospedale senza alcun soccorso. Nasce l'associazione "Noi Denunceremo" per i parenti delle vittime

 

Eugenio, Salvatore e tante altre persone sono morte da marzo ad oggi non perché positivi al Covid-19 ma perché non hanno ricevuto alcun intervento da parte dei sanitari degli ospedali. Per ogni paziente che si reca al pronto soccorso, si attiva la "procedura del Covid-19" e, nell' attesa del risultato, il malato muore anche se poteva esser salvato.
Intanto, i "malati non-covid", ovvero pazienti con altre patologie, chiedono gli stessi diritti: proteste dei malati oncologici dopo la sospensione delle visite.



Aveva chiamato continuamente il personale medico per i dolori fortissimi al petto, poi chiamò i famigliari e infine i carabinieri. Dopo era stato isolato in una stanza per 17 ore di fila in attesa del tampone per verificare se fosse positivo o meno al Covid-19. Risultò negativo ma purtroppo, Salvatore Manca, avvocato di Sassari di 61 anni, morì per dissecazione aortica all' ospedale di Olbia prima del risultato del tampone. Si era reso conto della gravità della sua situazione ma a niente sono valse le sue richieste ai sanitari e le sue chiamate ai famigliari e alle forze dell' ordine. Sarebbe bastato un esame come un' ecografia, una RMN o una Tac per evitare questa tragica morte.

Quel che è grave è che la morte di Salvatore è simile a quella di molte altre persone i cui famigliari, oggi, chiedono giustizia.

PUNTA DA UN INSETTO: MUORE A 45 ANNI
Notizia di oggi: una donna di 45 anni viene punta da un insetto mentre sta facendo pulizie fuori il balcone. Dopo la puntura, la donna ha accusato gonfiori, vomito ed ecchimosi diffuse sul corpo. Decide così di recarsi al pronto soccorso del Villa Sofia di Palermo dove viene ricoverata e posta in isolamento.
La donna dice ai figli che le hanno fatto quattro tamponi per il Covid-19 il cui esisto è risultato negativo e anche una visita ginecologica. Il 17 giugno la paziente muore.

Così come per il caso dell' avv. Manca, anche in questo i famigliari hanno chiesto giustizia denunciando gli ospedali per omicidio colposo.

HA UN INFARTO IN CORSO E 37,5° DI FEBBRE:
TAMPONE NEGATIVO. MUORE A 55 ANNI

Su Facebook è stato aperto il gruppo dell' Associazione No-profit "Noi Denunceremo" con il quale si cerca "verità e giustizia per le vittime di Covid-19". Qui, ognuno può pubblicare la propria vicenda o semplicemente condividere il proprio dolore per la morte del proprio famigliare.

Qui, una donna pubblica la foto di suo marito Eugenio morto a 55 anni il 16 giugno e racconta « non è morto di covid ma... ma per colpa del COVID ».
Il racconto è straziante:
« Il 23 aprile l’ho lasciato davanti al pronto soccorso con un infarto acuto in corso e con la sfortuna di avere 37,5 di febbre. Non è stato soccorso per infarto (bastava una semplice angioplastica per salvargli la vita) ma gli è stata attivata procedura Covid... quindi intubato e sedato e successivamente estubato per tampone negativo, ma nel frattempo il cuore aveva subito seri danni che lo hanno indotto alla morte... Ma non si può morire così... non si può morire per incompetenza e fobia del covid... non si può morire perché i medici hanno paura del covid e non ti soccorrono... non si possono spezzare così le vite umane...non si può morire da soli in un letto d’ospedale e lasciare da soli i figli piccoli. Non è giusto ».

Tra i commenti, un' altra persona commenta
« E' successo anche a mio nonno. Aveva dei problemi respiratori e quindi l'hanno intubato. Tampone negativo e si era ripreso il giorno dopo. Poi, dopo pranzo, gli e' venuto un ictus... Forse si sarebbe salvato se non ci fosse stato il Covid ».

LA DENUNCIA « NON C'È SOLO IL COVID! ».
L' ASSURDA SITUAZIONE
DEI MALATI "NON-COVID"

Il dottor Carlo Palermo, segretario nazionale di ANAAO Assomed, assieme al dottor Davide Croce, in un' intervista a Money.it ha spiegato che la situazione è realmente preoccupante: ci sono più di 13 milioni di visite specialistiche accumulate, 310.000 ricoveri ordinari rimandati, 500.000 interventi chirurgici non urgenti posticipati e 4 milioni di screening oncologici rimandati, soprattutto nel campo oncologico, che inevitabilmente comporteranno un ritardo diagnostico.

A livello cardiologico - come si è visto nei casi sopra - si è assistito infatti ad un aumento della mortalità per infarto del 10% nel periodo compreso tra marzo ed aprile. Con l’emergenza sanitaria, precisa il dott. Palermo, si sono venute a creare condizioni che rendono necessario un ritorno all’ordinarietà, affrontando tutte le altre patologie, per non incorrere nel rischio di veder incrementata ulteriormente la mortalità di decine di migliaia di morti.

In questi mesi in tutta Italia ci sono state proteste, come quelle da parte dei pazienti malati di tumore.
A Nuoro e a Cagliari, ad esempio, sono scesi in strada davanti agli ospedali per la chiusura di servizi essenziali e per la sospensione delle visite indispensabili per monitorare costantemente la malattia.
Anche per altri malati sono state sospese le visite e tutti chiedono a gran voce di esser trattati allo stesso modo dei malati di covid.

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