Ricominciare: il discorso di Thich Nhat Hanh del 27 dicembre 1998. Un messaggio per il nuovo anno

  


Discorso tenuto da Thich Nhat Hanh a Plum Village il 27 dicembre 1998.

“ Il nuovo anno è un’importante occasione per 'ricominciare di nuovo', perché molte persone guardano con speranza all’anno che sta arrivando, ripromettendosi “farò meglio il prossimo anno!” Visto che abbiamo ancora tre giorni prima dell’anno nuovo, possiamo praticare la meditazione seduta e camminata in modo da capire come ricominciare, come prepararci affinché il nuovo anno sia un anno migliore di quello che sta finendo. Tre giorni sono molti, e prima che il nuovo anno inizi potremo avere già rinnovato ogni cosa.

Certo, abbiamo fatto degli sbagli. Non siamo stati molto bravi, e abbiamo fatto soffrire sia noi stessi che le persone che ci sono vicine. Ma questo non ci impedisce di cominciare e fare le cose in modo migliore nel prossimo anno, o anche nel prossimo momento. Dobbiamo guardare la nostra sofferenza, in modo che diventi una cosa positiva. Sicuramente avete fatto degli errori, a volte non vi siete comportati bene.

Questo succede a tutti, tutti noi facciamo degli errori e spesso ci comportiamo male. Ma questo non ci impedisce di migliorare, di cominciare, di trasformarci. Il Buddha ha detto: 
Se non avete sofferenza, non avete modo di imparare.” 
Se il Buddha ha raggiunto la piena illuminazione è perché ha sofferto molto. La sofferenza è stato il cammino che lo ha aiutato a raggiungere la piena illuminazione, la piena compassione e comprensione. E se volete andare verso il Buddha, avete bisogno della vostra sofferenza. Perché se non sapete cosa significhi soffrire, non avrete modo di raggiungere il Buddha. Dovete raggiungere il Buddha con tutta la vostra sofferenza, la sofferenza è il cammino, perché attraverso la sofferenza potete vedere il cammino dell’illuminazione, della compassione, dell’amore.

Secondo l’insegnamento del Buddha, è guardando profondamente nella natura del vostro dolore, della vostra pena, della vostra sofferenza che potete scoprire la via per uscirne. Se non avete sofferenza, non potete andare verso il Buddha, non avete la possibilità di toccare la pace, di toccare l’amore. È proprio perché avete in voi sofferenza che ora avete un’opportunità di riconoscere il cammino che conduce alla liberazione, all’amore, alla comprensione. 
Quindi non vi scoraggiate quando vedete che sul cammino soffrite e fate soffrire gli altri: se sappiamo come trattare la sofferenza riusciremo a trarne beneficio. È come un giardiniere che sa come trattare i rifiuti per farne del compost, che fa crescere la verdura e i fiori. È con il compost della sofferenza che possiamo nutrire in noi il fiore della comprensione, della pace e dell’amore. Per questo dobbiamo imparare come amministrare la nostra sofferenza, come prendercene cura, come proteggerla, come trasformare la nostra sofferenza.

Quando pratichiamo il respiro consapevole nutriamo la consapevolezza di essere vivi, nel qui e ora. Quando pratichiamo il camminare o il fare colazione in consapevolezza ci diamo un’occasione di toccare ciò che è qui nel momento presente, di toccare le meraviglie della vita che sono a nostra disposizione, dentro e intorno a noi.

Ci procuriamo amorevolmente una zattera che ci permetta di non affondare nell’oceano della distrazione, della disperazione e della sofferenza. Se ci sentiamo un po’ pesanti per il peso della sofferenza che è in noi, lasciati soli possiamo facilmente affondare nel fiume della sofferenza. Se gettate una pietra nel fiume questa affonderà, ma se la mettete su una barca non affonderà.

La sofferenza in noi è come una pietra, a volte è molto pesante e ci fa affondare nell’oceano, nel fiume della sofferenza. Secondo l’insegnamento e la pratica offerti dal Buddha, se avete in voi dei blocchi di sofferenza ma sapete come procurarvi una zattera, allora non affonderete, non affonderete nel fiume della sofferenza. E la gioia, la pace e la felicità sono ancora possibili, anche se avete dentro di voi quei blocchi di sofferenza. Questa è una cosa meravigliosa, e potete sperimentarla da soli, potete provarla, potete procurarvi da soli una zattera. 
Quando praticate il respiro consapevole, la Consapevolezza è una specie di barca che vi impedisce di affondare nel passato, nelle preoccupazioni, nella disperazione. Perché respirare e camminare in consapevolezza vi aiuta ad essere nel qui ed ora, dove potete toccare le molte meraviglie della vita.
 

 da
https://lapennadaniele.blogspot.com/2020/12/ricominciare-di-thich-nhat-hanh.html

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