Cagliari: il tribunale del capoluogo sardo dice sì alla cura con le staminali per malato di SLA. Gabriele Cocco usufruirà del metodo Stamina
Un cagliaritano ha ottenuto l'autorizzazione dal Tribunale di Cagliari a curare la Sla tramite le cellule staminali.
Gabriele Cocco, cagliaritano, non può più parlare.
Il Tg di Videolina, con Mariangela Lampis, lo ha intervistato in collegamento su internet. Scrive sulla tastiera, dalla Spagna su Skype. E scrive pure la sua storia.
Solo 6 mesi fa ha scoperto di avere la Sla, i primi sintomi si erano affacciati circa due anni e mezzo fa. Oggi il Tribunale di Cagliari ha accolto il ricorso presentato dai suoi avvocati Stefano Siotto Pintor e Carlotta Pintor. Il giudice ha autorizzato la somministrazione della cura a base di cellule staminali, il primo caso in Sardegna che riguarda un adulto. Lo farà in un ospedale di Brescia. La sua voce è andata via, ma deve lanciare il suo messaggio: nessuno deve restare indifferente. Un'intervista speciale, che corre su internet, l'immagine arriva tramite una web cam. Gabriele, che si è trasferito in Andalusìa, a Granada, per amore, spiega che il metodo staminale consentirebbe di arrestare la malattia. L'unica speranza, dice, e una battaglia che vuole combattere per tutti i malati di Sla, perché lui è un guerriero, e quel sorriso è una lezione per tutti.
L'AVVOCATO - "Il giudice - ha spiegato il legale - ha autorizzato la somministrazione delle staminali con metodologia Stamina, ordinando all'ospedale di Brescia di fornirla". Il paziente dovrà ora trasferirsi da Granada, in Spagna, in Lombardia per essere sottoposto alla terapia con le cellule staminali, con la speranza che in questo modo possa rallentare l'avanzare della Sla, malattia implacabile che porta rapidamente all'immobilismo e poi al decesso, per la quale ancora non è stata trovata una cura.
La terapia col metodo Stamina, ancora molto dibattuta dalla comunità scientifica, dovrà essere dunque somministrata dall'ospedale subordinata "al rilascio - scrive il giudice nella motivazione - del consenso informato e all'acquisizione, a cura del ricorrente, del parere favorevole del Comitato etico e del certificato di un medico prescrittore con espressa assunzione di responsabilità della somministrazione".
Il trattamento, ha deciso il Tribunale, dovrà essere eseguito in un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico o in una struttura pubblica o ad essa equiparata.
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