«Sono stato picchiato dagli agenti nella cella zero».Parla il detenuto finito in coma a Poggioreale dopo le percosse subite


Roberto Leva, ex tossicodipendente, era stato arrestato e doveva scontare una pena detentiva di sei mesi al carcere di Poggioreale (Napoli).
La notte del 28 aprile, a poche ore dall' arresto, si sente poco bene, e chiama la guardia per farsi portare in infermeria. Però, viene condotto nella nota "cella zero": diversi agenti, che indossano dei guanti, lo picchiano in testa, sulle braccia, sul naso, sui denti, e anche sui testicoli. Roberto perde conoscenza e va in coma.
Le sorelle hanno denunciano le percosse operato dalle guardie, ma il carcere nega.
Roberto si è svegliato e decide di spiegare cosa gli è accaduto: «Mi hanno portato nel cosiddetto "zero", mi hanno picchiato fino a farmi andare in coma, mi hanno colpito per tutto il corpo, anche ai testicoli per farmi perdere i sensi. Non è vero che il carcere di Poggioreale è cambiato», ha raccontato a Fanpage. 
C'è un'inchiesta della magistratura sul caso. Fanpage, in un servizio del 2014, aveva già denunciato la cella zero, definita la cella delle percosse: sui presunti maltrattamenti ai detenuti c'è un processo in corso. 



LA VERSIONE DAL CARCERE
La risposta dal carcere è stata che Roberto soffre di epilessia (come Stefano Cucchi) e che quindi si è provocato, da solo, quei traumi. Le ferite,  come lui stesso mostra e come spiegano le sue sorelle, non sembrano causate da una crisi epilettica: «Quando mi vengono le crisi, io mi irrigidisco: mia moglie mi getta dell' acqua in faccia e poi mi passa, e mi riprendo, ma non mi scasso [mi faccio male da solo]».
Ma la cosiddetta "cella zero" è famosa perché, negli anni scorsi, fu oggetto di denunce da parte di decine e decine di detenuti.



LE TORTURE NELLA "CELLA ZERO"
«Erano le dieci e mezza di sera. All'improvviso, senza motivo sono stato portato giù nella cella zero: le guardie mi hanno fatto spogliare nudo, mi hanno picchiato, mi hanno umiliato». 
A Fanpage.it all'inizio del 2014, parlò in esclusiva un ex detenuto del carcere di Poggioreale che, con la Garante dei Detenuti della Campania, aveva sporto denuncia. Pareti sporche di sangue e maltrattamenti. A quella denuncia ne sono seguite altre: due, tre, quaranta, settanta e oltre; è la "cella zero", l'inferno di Poggioreale. E dopo l' inchiesta, si sono moltiplicate, arrivando a 150.

«Una cella del piano terra dove ti puniscono, ti picchiano, è isolata da telecamere e da tutto», spiegò il detenuto ai  microfoni di Fanpage al quale, oltre ai lividi, era stato perforato anche un timpano.

Molti detenuti ricordano ancora i loro soprannomi: Melella, ‘o ciondolo, Zorro, Hulk, Penna Bianca, Hitler, Kojack.
« La squadretta era un gruppo fisso di persone – racconta Pietro Ioia, che denunciò questa situazione –. A Poggioreale si è picchiato per trent'anni. Ora l'atmosfera è cambiata, segnalazioni non ne sto ricevendo più. Le guardie indagate non hanno più contatti con i detenuti, non fanno più servizio nei padiglioni, la squadretta è stata smantellata».

Tutto è cambiato. Così dissero, ma oggi, Roberto afferma che non è cambiato nulla, nonostante il cambio deii vertici dell'Istituto della Polizia Penitenziaria e l'aumento di varie attività.

Poggioreale è un carcere che ospita 2200 detenuti con un tasso di sovraffollamento di circa il 140%.
A Gennaio è stata inaugurata una sezione del carcere nuova e più 'vivibile' che può contenere tra i 70 e i 100 detenuti, quindi, il 3-4 % del totale.

Nel video sotto, la denuncia risalente al 2014 di un detenuto picchiato nella cella zero.



FONTI E LINK UTILI
  • https://napoli.fanpage.it/cella-zero-quattro-indagati-per-i-pestaggi-nel-carcere-di-poggioreale
  • https://www.infoaut.org/metropoli/poggioreale-detenuto-pestato-e-mandato-in-coma-per-la-direttrice-e-epilessia

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