Stasera, alle 21:10, il film "Un traductor", una storia vera che collega Cuba al disastro di Chernobyl

 


Siamo nel 1989, all'Avana, Cuba. Il professor Malin riceve il compito di fare da traduttore tra i medici cubani e le famiglie dei bambini di Chernobyl, ammalati dopo il disastro del 26 aprile 1986 alla centrale nucleare sita a Pryp"jat', a 18 chilometri da Chernobyl.

Non tutti sanno che Cuba fu una delle nazioni più impegnate ad accogliere i ragazzini coinvolti nel disastro nucleare di Chernobyl. Tra il 1990 e il 2011, in seguito alla richiesta internazionale di assistenza avanzata dall'Ucraina, arrivarono sull'isola circa 25mila vittime delle radiazioni. Affette in larga parte da cancro, deformazioni, problemi muscolari e dermatologici, tutti con alti livelli di stress postraumatico. Un'iniziativa poco nota fuori dai confini locali e che fa onore al popolo cubano.

UNA STORIA... DI FAMIGLIA
Uscito nel 2018, Un traductor fu in concorso al Tertio Millennio Film Festival, e racconta la storia di Malin, un professore di letteratura russa che nel 1989 si ritrovò costretto a fare da traduttore per i bambini di Chernobyl ricoverati a l'Avana. I registi del film sono i figli del vero professore che hanno ricostruito la storia sulla base dei racconti del padre.

I fratelli cubani Rodrigo e Sebastian Barriuso, al loro esordio dietro la macchina da presa, hanno raccontato la storia di loro padre, professore di letteratura russa all'Università di L'Avana che improvvisamente si vede chiudere il suo corso e viene convocato in ospedale, dove insieme ad altri suoi colleghi sarà costretto a fare da traduttore per i pazienti di Chernobyl venuti a Cuba per curarsi dalle conseguenze delle radiazioni subite.Sarà un'esperienza che gli cambierà la vita.

Il film verrà trasmesso stasera, alle 21:10, su Tv2000, visibile sul Canale 28 del Digitale Terrestre, o canale 18 di Tivùsat, oppure sul canale 157 di Sky.



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