Evade il fisco per 50 anni: sequestrati 121 milioni a imprenditore italiano.Usufruì dello scudo fiscale del governo Berlusconi


Operazione della Guardia di Finanza nei confronti di un imprenditore di Torino, al quale sono stati sequestrati oltre 121 milioni di euro di cui 110 milioni erano già stati posti in sequestro nel luglio del 2014 e 29 milioni sono stati assoggettati a sequestro immediato contestualmente alla confisca.
L'evasore ha trasferito il denaro all'estero e successivamente lo ha riportato in Italia usufruendo degli scudi fiscali del 2003 e 2009.

Lo scudo fiscale del 2009
Il governo Berlusconi IV con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale italiana del D.L. 194/2009, cosiddetto “Mille proroghe”, ha riaperto i termini per poter usufruire dello scudo fiscale, per favorire il rimpatrio o la regolarizzazione delle attività finanziarie e patrimoniali illegalmente detenute all'estero fino al 31 dicembre 2008, a fronte del pagamento di una somma del 5%, a titolo di imposte, interessi e sanzioni. Inoltre viene previsto il pagamento delle imposte sui redditi relativi alle attività scudate prodotti nel periodo dal 1º gennaio 2009 alla presentazione della dichiarazione riservata, da farsi entro il 15 dicembre 2009. Il rimpatrio è obbligatorio per tutti i paesi del mondo esclusi quelli della Comunità Europea e la Norvegia.

Tale provvedimento consente in tal modo il pagamento del minimo della sanzione prevista in caso di scoperta di violazione delle norme sul monitoraggio dei capitali (dal 5% al 25%), e non intacca il rendimento fruttato dai capitali all'estero nel periodo in cui non vi sono state pagate imposte dovute in Italia. Lo scudo non prevede la sanatoria totale per tutti i reati e per tutte le irregolarità relativa all'IVA.

Il governo stimò un rientro di capitali per un totale di circa 300 miliardi di euro, il Ministero dell'Economia previde un gettito fiscale una tantum di 3-5 miliardi di euro.

A metà febbraio 2010 secondo le stime governative sono rientrati grazie allo scudo fiscale 80 miliardi di euro, di cui circa 60 miliardi dalla Svizzera, 4 miliardi circa rispettivamente dal Lussemburgo e dal Principato di Monaco ed i restanti 12 miliardi da altri paesi.

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