H&M: un' altra multinazionale che sfrutta i lavoratori. Paghe da fame, svenimenti in fabbrica e turni massacranti di 12 ore


 Dopo i casi (in tutto il mondo) di migliaia di lavoratori sfruttati da Benetton, Samsung, Nike, Asics, Puma e tante altre note multinazionali, anche la nota azienda di abiti H&M mostra di vendere abiti cuciti e impacchettati da lavoratori sottopagati e costretti a turni massacranti con conseguenze terribili, sino ai malori e svenimenti.
La multinazionale svedese, con un fatturato annuo di 209 miliardi di euro, sfrutta i lavoratori con paghe inferiori del 50% dell' importo stabilito per legge, costringendoli a fare straordinari e turni di lavoro di 12 ore per avere uno stipendio che permetta loro di vivere di poco sotto la soglia di povertà



Vai alla sezione di questo blog: 


È partita la campagna "Abiti Puliti" che, con una petizione e una mobilitazione internazionale sta cercando di portare sui media il trattamento riservato ai lavoratori che producono materialmente gli abiti venduti dalla nota multinazionale svedese che vende abiti fashion H&M (Hennes & Mauritz AB), un' azienda con 209 miliardi di fatturato annuo.

L’azienda opera in 69 Paesi con oltre 4.500 negozi reali e tanti store on line da dove ordinare da casa i propri abiti. H&M impiega direttamente circa 160mila persone ma ha al suo servizio una manovalanza diffusa che conta almeno 850mila lavoratori e lavoratrici che lavorano con meno diritti di quanti ne dovrebbero avere.

Tra le tantissime denunce c'è quella di una lavoratrice in Lombardia che svolge la mansione di confezionamento pacchi di abbigliamento:
«Mai avrei immaginato che H&M mi avrebbe stravolto la vita. Nell’enorme magazzino in cui lavoro il turno iniziava alle 4,30 della mattina con nessuna certezza dell’orario di uscita. Tutto era possibile, 4 ore di lavoro come 12».

Di seguito, l' articolo di AbitiPuliti.org

LAVORATORI DI H&M CON PAGHE DEL 50% INFERIORI A QUELLE STABILITE DALLA LEGGE
fonte immagine
I risultati di una ricerca pubblicata oggi, raccolti nel report “H&M: Le promesse non bastano, I salari restano di povertà”, rivelano come molti lavoratori e lavoratrici che producono abiti per H&M vivano sotto la soglia di povertà, nonostante le promesse dell’azienda di pagare un salario dignitoso entro il 2018 e le recenti ingannevoli dichiarazioni sui progressi raggiunti. I lavoratori intervistati guadagnano in India e Turchia un terzo e in Cambogia meno della metà della soglia stimata di salario dignitoso. In Bulgaria, lo stipendio dei lavoratori intervistati presso un “fornitore d’oro” di H&M non arriva nemmeno al 10% di quello che necessiterebbero per avere vite dignitose.

Uno dei più grandi rivenditori al mondo, con profitti per 2,6 miliardi di dollari, ha una catena di fornitura con lavoratori costretti a ore eccessive di lavoro per pura sopravvivenza.

STRAORDINARI PER VIVERE
« I salari sono così bassi che dobbiamo fare gli straordinari per coprire i nostri bisogni primari » ha raccontato un lavoratore di un “fornitore d’oro” di H&M in India.

Le ore di straordinari in tre delle sei fabbriche coinvolte nell’inchiesta spesso superano il limite massimo legale e lavorare di domenica è frequente in tutti e quattro i paesi in cui si è svolta la ricerca: Bulgaria, Turchia, Cambogia e India. In Bulgaria addirittura i lavoratori hanno raccontato di dover effettuare gli straordinari solo per raggiungere il salario minimo legale.

« Entri in fabbrica alle 8 di mattina, ma non sai mai quando ne uscirai. A volte torniamo a casa alle 4 del mattino seguente » ha rivelato un lavoratore della Koush Moda, “fornitore d’oro” di H&M in Bulgaria.


SVENIMENTI SUL POSTO DI LAVORO
Scarsi salari, straordinari eccessivi e l’onere aggiuntivo del lavoro domestico portano a malnutrizione, stanchezza e svenimenti sul posto di lavoro.

Un terzo delle donne intervistate in Indiae due terzi in Cambogia– che lavorano nelle fabbriche classificate da H&M come “fornitori di platino” – sono svenute sul posto di lavoro. Una lavoratrice in India ha raccontato di essere stata accompagnata dai suoi compagni in ospedale per un’emorragia interna dopo che aveva colpito una macchina durante uno svenimento.

Le lavoratrici bulgare parlano degli svenimenti come di eventi quotidiani. Inoltre, una lavoratrice ha denunciato il licenziamento di una compagna dopo uno svenimento.

LE PAROLE DI H&M
« Sapevamo che H&M non avrebbe mantenuto il suo impegno, ma ciò che abbiamo trovato a livello di salari e di condizioni di lavoro nelle fabbriche della sua catena di fornitura è davvero scioccante. H&M deve intervenire immediatamente per porre fine allo scandalo dei salari da fame e delle violazioni dei diritti dei lavoratori » ha dichiarato Bettina Musiolek della Clean Clothes Campaign,che ha coordinato la ricerca.

La scorsa settimana H&M ha rilasciato una dichiarazione altisonante, un chiaro tentativo di neutralizzare l’impatto dei risultati che pubblichiamo oggi e che, naturalmente, abbiamo inviato in anticipo all’azienda. Di fatto H&M sta cercando di rimuovere dalla memoria collettiva quegli 850.000 lavoratori cui doveva garantire un salario dignitoso entro il 2018. Ma noi abbiamo la memoria lunga e non lasceremo che ciò accada » ha dichiarato Deborah Lucchetti della Campagna Abiti Puliti, sezione italiana della Clean Clothes Campaign.

« È ormai del tutto evidente che non ci si può fidare delle parole di H&M. Invece di vuote chiacchiere da pubbliche relazioni, vogliamo vedere cambiamenti reali e trasparenti nelle paghe dei lavoratori. Come abbiamo già scritto ai vertici della società, devono pubblicare una road map con obiettivi di aumento salariale misurabili e a breve termine, dettagliando in che modo l’azienda intenda cambiare le sue pratiche di acquisto per essere sicura che i lavoratori ottengano un salario dignitoso » ha dichiarato Judy Gearhart, direttore esecutivo di ILRF.

POSSONO INTERESSARTI


Lavoratori con meno di 16 anni che seguono turni di 11 ore di lavoro, costretti a svolgere compiti pericolosi senza un'adeguata protezione che ha provocato anche casi di avvelenamento da benzene e metanolo.
La denuncia è partita dalla China Labour Watch, un' associazione per i diritti dei lavoratori, e dalle organizzazioni Peuples Solidaires e Sherpa
 
Nike e Asics: dallo sfruttamento dei bambini, sino agli svenimenti in fabbrica per le condizioni di lavoro
In Cambogia, le multinazionali Nike, Asics e Puma permettono lo sfruttamento di minori e di adulti, in condizioni di lavoro estreme. Donne e giovani ragazze impiegate per 10 ore al giorno, sei giorni a settimana, in ambienti senza ventilazione, alla temperatura ambientale di 37 gradi, affamate e stanche dacché spesso non possono fare pause, con la paga mensile di 170 euro.

• India: la Coca Cola prosciuga e inquina falde acquifere: i contadini ottengono un' incredibile vittoria
Le fabbriche di Coca Cola, in india, si erano appropriate delle fonti che permettevano ai contadini locali di irrigare i propri campi e abbeverare i loro animali, regalando, alla popolazione, solo sostanze tossiche riversate nei loro terreni. Alla fine, i lavoratori e la popolazione locale intera si è ribellata, ed ha vinto

- Le multinazionali e lo sfruttamento minorile: dalla Benetton alla Coca Cola, dalla Apple alla Mattel, aziende che guadagnano sulla morte e sulla sofferenza dei bambini
Lo sfruttamento dei bambini per lavori che dovrebbero fare gli adulti è una piaga che colpisce ogni nazione del mondo e che vede coinvolto un gran numero di multinazionali e ogni tipo di prodotto e alimento che acquistiamo
 
 


FONTI E LINK UTILI
  • https://www.radionz.co.nz/news/national/314185/fashion-victims-the-true-cost-of-h-and-m-clothing
  • https://ilmanifesto.it/protesta-mondiale-contro-la-multinazionale-hm/
  • http://www.abitipuliti.org/report/paghe-da-fame-e-violazioni-nella-catena-di-hm/

Commenti

Attenzione

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono reperite in internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio. L'autore del blog non è responsabile dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.
Se possiedi il copyright di qualche immagine presente nel blog, basta che tu mi invii una mail con i dettagli ed io provvederò ad eliminarla.

Potrebbe interessarti

Post più letti