Catania: Coca Cola "fugge" in Albania. Un'azienda da 115 milioni di fatturato può davvero fare la vittima?


di Lapenna Daniele

Con un fatturato annuo, in crescita negli ultimi anni, attestato a 115 milioni di euro, detentore di oltre il 62% del valore del mercato delle bevande gassate, la Sibeg ha deciso, dopo l' introduzione delle tasse sulla plastica e sulle bevande zuccherate, di licenziare 181 lavoratori e delocalizzare in Albania.
Con un fatturato milionario ha realmente il diritto di lamentarsi per una tassa di 45 centesimi per kg? Sul proprio sito web, la Sibeg, in attività con Coca Cola dal 1976, riporta che l' azienda « vanta il primato nel dissetare e rinfrescare 5 milioni di consumatori siciliani » seppur con bevande piene di zucchero


Con la Legge di Bilancio 2020, il Governo Pd-M5s ha confermato sia la plastic tax che la sugar tax.  Mentre la plastic tax - prelievo fiscale sulla plastica monouso di 0,45 centesimi al chilo - sarà vigente da subito, la sugar tax, la tassa sulle bevande zuccherate, è stata rinviata al 1° ottobre 2020.
Saranno esenti le bevande il cui contenuto complessivo di edulcoranti è inferiore o uguale a 25 grammi per litro. 

La prima azienda che ha immediatamente comunicato che, per colpa di queste due tasse, dovrà non solo licenziare il personale ma anche trasferirsi all' estero (precisamente in Albania), è stata la Sibeg Coca Cola Srl, un' azienda con sede a Catania. La Sibeg è l’imbottigliatore siciliano autorizzato responsabile della produzione e commercializzazione di The Coca-Cola Company nella regione (Coca Cola, Sprite, Powerade, Lilia, Sveva).

Ma, il lamento dei dirigenti di questa impresa da 115 milioni di euro di fatturato annuo è accettabile?

FATTURATO IN CRESCITA:
PERCHÈ DELOCALIZZARE?
Nel 1976, sedici anni dopo la sua creazione, la Sibeg di Catania, su invito della The Coca-Cola Company, viene rilevata dal Gruppo Busi, già imbottigliatore Coca-Cola nelle Marche e nella Romagna, .
Nel 2001 c'è un cambio generazionale e diviene amministratore delegato Luca Busi il quale ha comunicato che « su 115 milioni di fatturato, 18 milioni se ne andrebbero per far fronte a queste due nuove tasse ». Se il calcolo sia corretto oppure gonfiato solo per dare credito al proprio lamento, non è dato saperlo, o meglio, si potrebbe calcolare facilmente avendo in mano la quantità di prodotto imbottigliato ogni anno (dato che, al momento, non possediamo).
Busi prosegue arrivando alla questione alla quale giunge ogni azienda (soprattutto multinazionale) quando un governo (di qualsiasi colore politico) aumenta loro le tasse: « i lavoratori siciliani che oggi rischiano di perdere il posto di lavoro sono ben 151 su un totale di 355 persone impiegate all' interno della divisione catanese ».

Una domanda che viene facile è: 
ma perché non diminuiscono gli stipendi dei dirigenti anziché toccare sempre e solo i lavoratori? Il denaro per investire c'è sempre, quello per non licenziare, mai.
E la domanda che segue è: 
una tassa del genere - pur che sia solo per far cassa allo Stato - mette realmente in difficoltà una multinazionale oppure i dirigenti si preoccupano solo di veder diminuire i propri guadagni che non sono proprio da poveri?
Dal sito della Sibeg leggiamo:
Dal 2001 al 2009 i volumi di vendite crescono di oltre 3 milioni di casse e il numero di dipendenti da 174 a 253 con un incremento del 38%. L’azienda ad oggi detiene oltre il 62% a valore del mercato delle bevande gassate in Sicilia, raggiunge con i Sales Executive circa 15.000 punti vendita con un portafoglio di oltre 500 clienti distribuiti tra i diversi canali di vendita (canale Moderno, canale Discount, canale Tradizionale, Horeca e Vending), potendo vantare il primato nel dissetare e rinfrescare 5 milioni di consumatori siciliani 
Beh, vantarsi di "dissetare e rinfrescare", con bevande contenenti 40 gr. di zucchero per prodotto - in pratica 6 cucchiaini di zucchero in ogni bottiglietta - 5 milioni di consumatori siciliani, non è un record di cui vantarsi!
Seguendo, la Sibeg si pone un grande obiettivo:
"Nonostante il perdurare della sofferenza del mercato in Italia e in Sicilia, Sibeg negli ultimi anni si pone un importante obiettivo di crescita, in termini di volumi, fatturato e quota di mercato"

Il fatturato è sempre in crescita e gli stessi giornali riportarono i dati ufficiali parlando di un incremento di 76 milioni del fatturato annuo e l' aument degli investimenti.
Però, basta una tassa, e il fatturato scende del 17%, mentre aumentano, anzi, compaiono per la prima volta, i licenziamenti che, in una news di ottobre 2019 (quando la Manovra doveva ancora esser resa difinitiva), erano di 185 unità).
Su Ansa leggiamo che il 96% degli utili - secondo la ricerca di Sebeg - è trasformato in ricchezza per la Sicilia tornando sotto forma di potere d'acquisto, occupazione per i lavoratori e per le tutte le diverse realtà che operano nella sua filiera.

Quindi, perché delocalizzare?

A QUANTO AMMONTA 
LA TASSAZIONE SUL REDDITO IN ALBANIA?
Dalla Sibeg fanno sapere che delocalizzeranno l' azienda in Albania. Come mai?
L' Albania fa parte dell' Unione Europea dal 2014. Non ha come moneta l' euro ma una valuta locale: il leke.
In questa nazione, le imprese che superano gli 8 milioni di leke di fatturato annuo (ovvero oltre i 65mila euro annui), pagano una tassa del 15%  (TAP, la nostra Irpef) mentre in Italia, superati i 75mila euro, si subisce una tassazione del 43% sull' eccedente dei 75mila euro.

Luca Busi, in merito a queste due tasse, parla di « un vero disastro dal punto di vista produttivo, ma soprattutto sociale, lì dove c’è già carenza di politiche industriali serie » e conclude « Non si tratta solo di difendere i meri interessi di un settore d’eccellenza, ma di evitare il tracollo di un intero sistema che oggi spinge l’economia ».

QUINDI, PERCHÈ DELOCALIZZARE?
PER LA NOSTRA SALUTE
Forse, la delocalizzazione porterebbe benefici all' ambiente oltre che alla salute. Un po' come sta accadendo a Taranto con l' Ilva dove il lavoro ha scalzato di netto il diritto alla salute portando i cittadini a chiedere di non chiudere l'azienda per non diventare disoccupati. Non fa niente se a Taranto i tumori sono aumentati del 500%, non fa niente se le mogli e i figli dei lavoratori dell' Ilva sono morti di tumore: l'importante è il lavoro.

Delocalizzare. Sì, perché un'azienda che ha un fatturato di 36 miliardi di dollari annui (The Coca-Cola Company) non può non utilizzare i suoi introiti per evitare di prosciugare le fonti di approvigionamento locali senza portare alla distruzione intere nazioni, anche se, per fortuna, c'è chi si ribella e vince

In provincia di Verona, a Nogara, c'è un altro stabilimento che sta prelevando tonnellate di litri di acqua dalle fonti acquifere senza pagare un euro al Comune.

Un lavoratore si può ricollocare, basta che un' altra grande azienda utilizzi il suo fatturato per assumere personale e non per aumentare gli stipendi dei dirigenti mentre la salute e l'ambiente, in molti casi, non si possono risistemare in alcuna maniera.


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