Il Coronavirus è in grado di incorporare i geni del paziente infettato

 

Dal post Facebook del dott. Pietro Buffa

Come scrivo dal mese di marzo 2020, il beta-coronavirus sars-cov-2 esiste sotto forma di popolazioni di mutanti sparsi nel mondo. Proprio a causa della sua grande variabilità genetica, nuovi ceppi si formano continuamente e molti di questi destano preoccupazione per l’emergere di potenziali resistenze del virus verso i vaccini. Vaccini che ricordiamo, sono sviluppati sul ceppo sars-cov-2 iniziale (dell’anno scorso).
Sotto osservazione quindi la variante inglese, la variante sud-africana, ma anche la temuta variante brasiliana, una variante ad elevatissima contagiosità proprio in funzione del fatto che il virus sembrerebbe aver modificato la conformazione della proteina spike. Un evento che potrebbe portare gli anticorpi vaccinali a riconoscere questa proteina con minore efficacia. In Brasile si è osservato che chi ha già avuto un’infezione Covid non risulta più protetto contro questa variante. Le indagini sono in corso.
Ma c’è di più… una recente scoperta pubblicata sulla rivista “Viruses” sembrerebbe evidenziare un ulteriore e interessante comportamento dei coronavirus. Un comportamento mai evidenziato prima di adesso. Alcuni coronavirus hanno infatti dimostrato di essere in grado di incorporare al loro interno geni dell’organismo ospite infettato. Questo al fine di mimetizzarsi e rendere più difficile la loro individuazione da parte del sistema immunitario dell'ospite stesso (1). L’interessante scoperta arriva da un gruppo di ricerca italiano che ha coinvolto studiosi dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna (IZSLER) e dell'Università di Bologna. Uno studio preliminare che dimostra, per la prima volta, l’esistenza nei coronavirus di un meccanismo di auto-preservazione estremamente raffinato. Una scoperta che è arrivata studiando i coronavirus ritrovati in esemplari di ricci europei (Erinaceus europaeus), virus che appartengono allo stesso gruppo dei beta-coronavirus responsabili sia del COVID-19 che della MERS.
Star dietro a questi virus è molto complesso. Nonostante le nostre conoscenze scientifiche e la nostra "presunzione" nel credere che tutto sia specificato, ecco che la natura ci riserva sempre qualche sorpresa.
PB
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1- Luca De Sabato et al, Can Coronaviruses Steal Genes from the Host as Evidenced in Western European Hedgehogs by EriCoV Genetic Characterization?, Viruses, 2020.

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