Referendum 20-21 settembre 2020 su taglio parlamentari: votare Sì o No?


Il Referendum voluto dal MoVimento 5 Stelle diminuirà il numero dei parlamentari. La motivazione principale del "Sì" ricade sul risparmio annuale visto che si pagheranno 345 stipendi in meno.
Le motivazioni del "No", però, vanno oltre, spiegando che avere un governo con un numero così basso di parlamentari porterebbe ad un' oligarchia.
Le conseguenze non sono da sottovalutare. Ecco i dettagli

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Il 29 marzo 2020 avremmo dovuto votare per per decidere se approvare la modifica della Costituzione Italiana. A causa dell' emergenza covid-19, il Referendum fu sospeso. Oggi sappiamo che dovremo recarci alle urne il 20-21 settembre 2020.
Ecco dunque un nuovo Referendum atto a modificare la Costituzione Italiana (dopo quello del 2016 proposto dal Governo Renzi che i cittadini respinsero).
Che conseguenze causerà il votare Sì? E cosa comporterà votare No?

TAGLIO PARLAMENTARI: TUTTI I PARTITI D'ACCORDO
Il giorno 8 ottobre 2019 alla Camera dei Deputati fu votato il testo riguardo taglio del numero di parlamentari. Anche stavolta i politici si sono azzuffati? Invece no. Tutti d'accordo.
Voti a favore del taglio: 553 deputati
Voti contrari: 14 deputati
Astenuti dal voto: 2 deputati

Il taglio dei parlamentari diventò legge con il via definitivo della Camera.
I partiti a favore della Riforma Costituzionale furono:
  • Movimento 5 stelle
  • Pd
  • Leu
  • Italia viva  (Matteo Renzi)
  • Fdi  (Giorgia Meloni)
  • Fi (Silvio Berlusconi)
  • Lega  (Matteo Salvini)
I contrari sono tutti esponenti del gruppo Misto, ovvero quei parlamentari che hanno lasciato i loro partiti di appartenenza.

BREVE INTRODUZIONE
Il quesito del Referendum che ritroveremo sulla scheda sarà il seguente:

«Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 240 del 12 ottobre 2019?»
Non ci sarà un quorum e quindi il risultato della votazione sarà valido indipendentemente da quante persone si recheranno alle urne.

Votando Sì, si confermeranno le modifiche ai seguenti articoli della Costituzione della Repubblica Italiana:

Art. 56 - la Camera dei Deputati
  • Il numero dei deputati è fissato a 630.
    12 dei 630 sono eletti nelle circoscrizioni all' estero

    MODIFICA:

    Numero dei deputati sarà di 400
    8 dei 400 saranno eletti nelle circoscrizioni all' estero
Art. 57 - il Senato della Repubblica
  • Il numero dei senatori è fissato a 315.
    6
    dei 315 sono eletti nelle circoscrizioni all' estero

    Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a 7

    il Molise ne ha 2

    la Valle d'Aosta 1

    MODIFICA:

    Numero dei senatori sarà di 200
    4
    dei 200 saranno eletti nelle circoscrizioni all' estero
    Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a 3

    il Molise ne ha 2

    la Valle d'Aosta 1
Art. 59 - Senatori a vita
  • E` senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica.
    Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita 5 cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.
    MODIFICA:
    Il numero dei senatori a vita non può esser superiore a 5.

CHI È FAVORE DELLA MODIFICA
E CHI È CONTRO
Il partito che ha proposto questa modifica Costituzionale è il MoVimento 5 Stelle che si batte, da tempo, contro gli sprechi della politica e quindi anche contro l' eccessivo numero di parlamentari presenti in Camera e in Senato.
Dopo l' approvazione del testo il 12 ottobre 2019, diversi parlamentari hanno raccolto le firme per indire un Referendum per sottoporre ai cittadini questa modifica e sperare che la Riforma sia rigettata così come avvenne negli ultimi due casi:

A chiedere un Referendum per fermare questa modifica della Costituzione, sono stati:
  • 42 parlamentari del partito Forza Italia Berlusconi Presidente
  • 10 del Gruppo Misto
  • 9 del partito Lega Salvini Premier
  • 5 del Partito Democratico
  • 2 del MoVimento 5 Stelle
  • 2 di Italia Viva
  • 1 senatore a vita

LE MOTIVAZIONI DEL SI
Le principali (e uniche) motivazioni del Sì, sono:
  • semplificare il Parlamento
  • rendere il Parlamento più efficiente
  • migliorare il rapporto tra cittadini e istituzioni
  • risparmiare ed eliminare sprechi riducendo il numero dei parlamentari
Attualmente, lo stipendio dei deputati si compone così:

  • indennità lorda di 11.703 euro
  • diaria di 3.503,11 euro
  • rimborso spese di mandato 3.690 euro
  • 1.200 euro annui di rimborsi telefonici
  • da 3.323,70 sino a 3.995,10 euro ogni tre mesi per i trasporti
I senatori invece, ricevono

  • indennità mensile lorda di 11.555 euro
  • diaria di 3.500 euro
  • rimborso per le spese di mandato di 4.180 euro
  • 1.650 euro al mese come rimborsi forfettari fra telefoni e trasporti
Facendo un rapido calcolo e senza considerare le eventuali indennità di funzione i parlamentari guadagnano
  • al Senato, 14.634,89 euro al mese
  • alla Camera 13.971,35 euro al mese
Ricordando che al Senato abbiamo 315 senatori
14.634,89 euro al mese x  315 = 4.609.990,35 €/mese
e alla Camera 630 deputati
13.971,35 euro al mese x 630 = 8.801.950,5‬0 €/mese

Dunque, ogni mese abbiamo 13.411.940,85‬ euro di spese per tutti i parlamentari.
Moltiplicando questa somma per 15 mesi (i parlamentari percepiscono 13ma, 14ma e 15ma) otteniamo circa 201 milioni di euro l' anno (201.179.112,75 euro l'anno), senza considerare il costo dei 5 senatori a vita che non votano, non hanno neanche una presenza in Parlamento ma intascano comunque i loro stipendi.
Sul sito web del MoVimento 5 Stelle leggiamo che i parlamentari costano 100 milioni di euro l'anno.
Su Repubblica leggiamo che sono 57 milioni di euro l' anno.

LE MOTIVAZIONI DEL NO
Le motivazioni del "No" sono più ampie e raccolte da diversi partiti di sinistra (non dal Pd).
Siccome ho letto diversi post molto lunghi e dettagliati, ho voluto riportarli perché permettono di aprire il discorso e valutare la Riforma oltre la solita motivazione economica.
Certo, meno parlamentari significherà meno denaro speso dal Governo (e quindi dai cittadini) ogni anno ma... cos' altro comporterà l' avere meno politici al governo?

La motivazione inizia con una citazione
« la diminuzione del numero dei componenti [...] sarebbe in Italia interpretata come un atteggiamento antidemocratico, visto che, in effetti, quando si vuole diminuire l'importanza di un organo rappresentativo s'incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni ».
La fonte riporta che sono le parole pronunciate dall' on. Umberto Terracini, uno dei membri dell' Assemblea Costituente, ovvero quel' organo elettivo che, tra il 25 giugno 1946 e 31 dicembre 1947 redassero la Costituzione Italiana, rendendola poi effettiva dal 1° gennaio 1948.

Scrivo che, oltre a questa fonte, non ho trovato da nessuna parte una documentazione che attesti, con certezza, che l' on. Terracini abbia espresso quelle parole. Parliamo di un discorso che risale almeno alla seconda metà degli anni '40 del secolo scorso e, visti i pochi filmati a disposizione e quei pochi discorsi trascritti e pubblicati sui siti istituzionali come quello della Camera dei Deputati, è difficile affermare siano parole da lui pronunciate. Ma andiamo avanti.


  • Analizziamo i punti redatti dai sostenitori del "NO".
    Ho colorato di verde le loro frasi che giustificano correttamente perché votare "NO"
    mentre, di rosso, ho evidenziato le motivazioni non sufficienti per votare "NO".


1 - Oggi siamo 20 milioni in più rispetto al 1948 e, con il taglio, quasi dimezziamo il numero dei parlamentari stabiliti dai Padri Costituenti
Questa è una verità, ma non si capisce perché sia sbagliato andar contro ciò che stabilirono i Padri Costituenti in merito al numero dei parlamentari.

2 - La politica finirà per essere gestita da un’oligarchia. Le decisioni al Senato verranno adottate da “mini” commissioni di 10 Senatori che potranno deliberare con una maggioranza di soli 4 Senatori
Questa è una falsità.
Per quanto concerne le Commissioni Parlamentari, ne abbiamo, per il Senato, più di 14. Questo è l'elenco dal sito del Senato della Repubblica. Come si può leggere nel testo di modifica costituzionale, il numero dei senatori che dovranno comporre le Commissioni permanenti non è stato modificato.
Sul problema oligarchia (il potere in mano ad un gruppo ristretto di persone), beh, siamo già in un governo del genere perché le persone che sono in Parlamento hanno la delega di tutti i cittadini per far ciò che LORO ritengono giusto e che NON NECESSARIAMENTE corrisponde al volere del popolo. NON siamo in democrazia. NON lo siamo mai stati.

3 - Con un Senato ridotto a 200 componenti, le liste che vedranno attribuirsi i seggi saranno solo quelle più votate (sopra il 15% circa dei voti), lasciando parecchie liste fuori da Palazzo Madama
Parzialmente vero.
Mentre i seggi al Senato e alla Camera saranno di meno, il numero di partiti che si candideranno alle prossime elezioni nazionali saranno, quasi sicuramente, gli stessi. E sono sempre tanti, anche troppi.
Quindi, questi minor seggi si dovranno distribuire per una stessa quantità di partiti ed è ovvo che, come accade ancora oggi, molti partiti piccoli resteranno fuori dal Parlamento. Bisognerà attendere la nuova legge elettorale per capire quanto sarà facile/difficile per i partiti meno votati entrare in Parlamento.

4 - Gli italiani eleggeranno sul territorio nazionale solo 392 deputati e 196 senatori  
Anche questa è una verità, e basta solo leggere per apprenderla.

5 - I governi saranno sempre più spesso sostenuti grazie ai voti necessari dei Senatori a vita
Non è detto. Con meno parlamentari, i voti dei cinque senatori a vita avranno più peso rispetto al numero di politici odierni, questo è vero, ma il peso non sarà necessariamente sui senatori a vita visto che, come accade da anni, sono tra i record man di assenze in Parlamento (hanno zero presenze in Parlamento, anche se intascano il loro stipendio mensile).
Da questo punto di vista sarebbe stato meglio togliere i senatori a vita perché risultano esser solo uno spreco di denaro pubblico oltre che un qualcosa non voluto dal popolo visto che è il Presidente della Repubblica ad insignirli di tale nomina (Mario Monti fu nominato senatore a vita il 9 novembre 2011 da Giorgio Napolitano, 7 giorni prima che lo stesso Napolitano gli desse mandato di premier - ad oggi, agosto 2020, è ancora senatore a vita).

6 - Il voto di fiducia è approvato a maggioranza relativa. La fiducia potrà essere votata da un numero talmente ridotto da essere assimilabile a quello di un condominio delle grandi città
Il voto di fiducia al nuovo governo deve esser confermata sia da Camera che Senato con il 50% +1 delle preferenze.
Attualmente, con un Senato di 315 parlamentari, la maggioranza assoluta è fissata a 161.
Con la modifica, la maggioranza assoluta su 200 senatori sarà di 101.
Quindi, ci vorranno meno persone anche se la distribuzione dovrà esser equa solo che, senza sapere con quale legge elettorale si andrà a votare, ad oggi è difficile capire se la proporzione dei parlamentari dei vari partiti sarà realmente equa. Analizzando però i cambi di partito in ogni Legislatura (ad oggi, siamo a 113), è facile poi ritrovarsi con un numero diverso di parlamentari.
Immaginate se diversi politici degli altri partiti entrassero nella coalizione di maggioranza facendola aumentare di numero: questa avrebbe una maggioranza spaventosa.
7 - Con la riduzione dei parlamentari basterà in prima lettura il voto di pochi deputati e senatori per cambiare la Costituzione. La nostra Costituzione sarà alla mercé di un gruppo oligarchico gestito dalle segreterie di partito
Scrivo solo che, nonostante oggi ci siano quasi mille parlamentari, le modifiche alla Costituzione sono state comunque apportate e, se è la terza volta in meno di 20 anni che votiamo per accettare o meno le modifiche alla Costituzione Italiana del 1948, significa che anche con tanti politici al governo è possibile fare una cosa del genere, figuriamoci con meno parlamentari.

8 - L’Italia sarà il Paese europeo col minor numero di rappresentanti. Il popolo italiano sarà seriamente sottorappresentato all’interno delle Istituzioni parlamentari
fonte ilSole24ore
In questa classifica sembra che l' Italia sia in cima, ma se rapportiamo il dato del numero di parlamentari al numero degli abitanti nel nostro Paese, abbiamo:

Con la modifica Costituzionale, con 600 parlamentari anziché 945, in Italia ci saranno 0,5 parlamentari ogni 100mila abitanti portando il nostro Paese al penultimo posto della classifica europea

9 - La riduzione dei collegi compromette l’omogeneità della popolazione elettorale e riduce la rappresentatività delle minoranze linguistiche. Inoltre, aumenta la discrezionalità nel disegno dei nuovi perimetri dei collegi, che potrebbe sfavorire il diritto di rappresentanza delle coalizioni minori
10 - La riforma vanifica lo scopo del quoziente nazionale (rapporto tra la popolazione totale e il numero di seggi totali),pregiudicando il principio di equità e acuendo le discriminazioni.
11 - Con la riforma Fraccaro il numero dicollegi uninominali per circoscrizionesi riduce, aumentandone così la popolazionemedia e producendo un divario superiore al50% riguardo il numero di elettori nei collegi uninominali appartenenti ad una medesima circoscrizione.
Per questi punti, vi rimando ad un bell' articolo dal sito YouTrend.it.


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