Acquisti online: con una direttiva Europea si spieranno gli acquisti su internet rilevando i movimenti delle carte


La nuova direttiva UE permetterà di tracciare tutti gli acquisti effettuati su internet conservando i dati per almeno tre anni. Questo sistema ha l' obiettivo di stanare l' evasione fiscale e rilevare movimenti di denaro non rilevabili dal fisco

Stiamo parlando della direttiva UE n. 2366/2015 chiamata "Payment Services Directive 2" con la quale si obbligheranno gli Istituti di credito a condividere le informazioni con la scusante di garantire più sicurezza ai possessori di conti correnti (e carte di pagamento di un qualunque tipo).
Si tratta di un ulteriore passo verso l' eliminazione del contante.

COSA PREVEDE LA DIRETTIVA
La direttiva adottata dal Consiglio dell' Unione Europea condurrà alla creazione di un sofisticato sistema elettronico centrale per l’archiviazione delle informazioni sui pagamenti di tutti i cittadini europei e per il trattamento di queste informazioni da parte dei funzionari nazionali anti-frode.

Parliamo non solo del controllo delle transazioni economiche effettuate online da tutti i cittadini dell' UE ma soprattutto dell' introduzione di un nuovo obbligo: i prestatori di servizi di pagamento dovranno conservare la documentazione sui pagamenti transfrontalieri relativi al commercio elettronico per almeno 3 anni. I dati saranno poi messi a disposizione delle autorità fiscali nazionali tenendo conto di sicurezza informatica e privacy.
Questo significa che i dati finiranno nelle banche dati dei Ministeri Economici di ogni nazione, nel caso dell' Italia, nei computer dell' Agenzia delle Entrate.

LO SCOPO
La direttiva è nata con lo scopo (così esposto) di stanare gli evasori dell' IVA.
I Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP) come banche, Poste Italiane etc, detengono già tutte le informazioni relative alla movimentazione dei conti correnti e delle carte ma, con questa direttiva, dovranno conservare questi dati per 3 anni per tenerli a disposizione del fisco.

Tutto ciò che viene acquistato con denaro virtuale risulta esser un pacchetto di dati che include destinatario e beneficiario del pagamento, l’indicazione della data, l’importo e lo Stato membro di origine. Questi dati sono in possesso ad esempio delle banche ma, già oggi, il tutto è a disposizione degli organi governativi e lo saranno ancor di più con questa novità.
 
ERAVAMO GIA' SPIATI
In un vecchissimo articolo (scritto nel vecchio blog più di dieci anni fa) affrontai già questo argomento.
Quando entriamo in banca o alla Posta per aprire un conto corrente o una carta prepagata, e anche quando attiviamo una carta presso un negozio (come le carte punti dei supermercati ma anche quelle dei negozi di abiti etc), ci fanno firmare diversi fogli (oggi sono fogli virtuali firmati digitalmente) dove, con ogni firma, prestiamo il consenso ad esser controllati. Fateci caso.

Dopo averli firmati, andate a leggere, sotto e sopra le firme, che consenso avete prestato. Leggerete cose che potranno sorprendervi anche se non dovrebbero.
Siamo spiati sul web, ma anche nella vita reale. Oltre alla lotta all' evasione fiscale c'è il business delle tendenze dei cittadini che dirotta il mercato verso un determinato servizio prodotto proponendoci, guardacaso, sempre quello che serve alla maggioranza dei cittadini.

È la condizione per vivere in società: cedere i nostri dati personali.


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