Non è un problema di età


Il problema affrontato da Beppe Grillo è complesso e parte dal traballante e/o inesistente insegnamento dell' educazione civica nelle scuole, passando per le cattive educazioni fornite ai propri figli, arrivando al disinteresse totale da parte dei cittadini di ogni età. 

Il post di Beppe Grillo è volutamente creato per produrre un incitamento ai giovani -  specie a quelli che hanno simpatie per i 5stelle ma non hanno ancora l'età per per votare - oltre ad esser un' adulazione per quelli (sempre giovani) che si recano alle urne:
« Una volta raggiunta una certa età » scrive Grilo nel suo post « i cittadini saranno meno preoccupati del futuro sociale, politico ed economico, rispetto alle generazioni più giovani, e molto meno propensi a sopportare le conseguenze a lungo termine delle decisioni politiche ». 

Sappiamo benissimo che è una visione ristretta delle cose.
Il disinteresse per la politica non ha età visto che ci sono diverse persone "non più giovani" che continuano a informarsi di politica, a raccontare ai giovani dei "decenni politici" passati e a recarsi alle urne ad ogni elezione. E poi ci sono giovani che hanno già perso (o non hanno mai avuto) interesse per la politica.

DEBBONO VOTARE PER FORZA TUTTI QUANTI?
Le idee diffuse sull' argomento sono varie ma ce n'è una che viene tirata in ballo da molte persone: l'eliminazione del suffragio universale.
C'è chi sostiene che non sia giusto far votare un elettore (di qualsiasi età sia) che, non solo non si informa di politica, ma neanche non conosce la base del diritto, almeno quello Costituzionale.

Nel lontano 2013 scrissi l'articolo "Governo non eletto dal popolo? Falso!" nel quale riprendevo dei post sui social diffusi dagli elettori 5stelle (e non solo) nei quali si sosteneva che i governi italiani degli ultimi anni (Governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni) non fossero stati eletti dal popolo e fossero dunque illegittimi.
A questo fanno riferimento molte persone quando parlano dell' abolizione del suffragio universale: come può, un elettore, esser consapevole del proprio voto se, alle invettive di certi leader politici "Governo non eletto da nessuno!! Scendiamo in piazza per chiedere nuove elezioni!!" si sente coinvolto e li segue, votandoli, anche se questi hanno programmi elettorali lontani dalle sue idee e sono forse i peggiori ladri in circolazione?
E poi, che senso ha votare se ogni politico non ha il vincolo di mandato (art. 67 della Costituzione) e quindi, dopo esser entrato in Parlamento e forse esser divenuto ministro può non realizzare il programma politico delle elezioni e può addirittura cambiare, negli anni, il proprio partito politico entrando persino in quelli di opposta ideologia oppure può staccarsi da quello con il quale è stato eletto creandone uno tutto suo durante la Legislatura?

IL VOTO NON È UN OBBLIGO, NÉ UN DOVERE CIVICO
Quando non sai chi votare o non sei informato sulla politica, è bene non votare anziché protendere per la grandissima idiozia secondo la quale "votare è un dovere civico". 
Quale dovere? Quello di scegliere il proprio aguzzino? Quello di "scegliere il meno peggio"? Quello di credere che la propria scelta sarà quella giusta?

Il voto è un sistema utilizzato per illudere il cittadino di avere in mano un potere importante, quando invece non è così. Durante la Legislatura di un governo, l' elettore vedrà accadere, ogni anno, qualsiasi cosa che sia opposta a quella promessa, a quella sperata, a quella voluta. Ci sarà sempre il politico che dirà « Questo si farà più avanti » o « È giusto che si faccia così », anche se va contro le proprie e le idee del popolo, o contro il proprio programma politico.

LA STUPIDITÀ DELLA RIVERENZA POLITICA
Per arrivare al comando, un governante ha dovuto raccontare fandonie, promettere cose impossibili, sembrare un amico del popolo, indurre gli elettori ad avere una cieca fiducia in lui così da poter arrivare a stabilirsi sui troni più alti della nazione.
E pensare che ogni governante era e rimane una persona qualunque: non è assurdo e stupido salutare con eccessiva riverenza un' autorità politica, quando risulta esser una persona come un cittadino qualunque?
Un po' come quando l' essere umano dà un valore economico ad un oggetto e questo diventa importantissimo e ricercatissimo, quando invece è solo un oggetto privo di utilità, così una persona, che durante la sua vita era una persona qualunque, forse insultata, che ha commesso errori, che è stata incoerente e che forse non ha fatto nulla di buono per gli altri arrivi ad un ruolo dove il rispetto diviene un obbligo più che un doveroso riconoscimento delle proprie capacità e qualità.

Tutto ciò è assurdo. Tutto ciò è stupido.
Ecco perché nasce il disinteresse per la politica.

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