Memory of the Camps, il videodocumentario girato dall'esercito inglese mostra i morti e i sopravissuti dei campi nazisti


Questo è il film-documentario "Memory of Camps", un insieme di filmati girati dagli eserciti inglesi, russi e americani durante la liberazione dei prigionieri trovati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti in Germania e in Polonia.

IL "DOCUMENTARIO"
Nel 1945 Alfred Hitchcock venne chiamato dall'amico Sidney Bernstein per visionare e ottimizzare il materiale girato dalle truppe inglesi e sovietiche, nei lager di Auschwitz, Dachau e nel campo di concentramento nazista di Bergen-Belsen aperti dopo la liberazione.
Le immagini dei corpi senza vita sparsi un po' ovunque e quelle dei sopravvissuti denutriti e affamati che giravano senza meta, così magri da sembrare morti che camminavanoavevano sconvolto il regista che, per una settimana, aveva lasciato i Pinewood Studios, abbandonato l'idea di realizzarne un film commisionatogli dall'amico Bernstein. Hitchcock concluse comunque l'opera che, però, venne presto dimenticata.

Nell'immediato dopoguerra gli Alleati (Stati Uniti, Inghilterra, Francia)  decisero di non proiettare «Memory Of the Camps», sia per l'orrore contenuto nelle immagini, sia per facilitare la riconciliazione.
Cinque delle sei pellicole sono state quindi dimenticate negli archivi dell' Imperial War Museum di Londra. Nel 1980 il filmato è stato scoperto in un contenitore arrugginito del museo da un ricercatore americano e poi trasmesso nella sua versione grezza e incompleta sia al Festival di Berlino nel 1984 sia, l'anno dopo, alla tv americana senza però la mancante sesta bobina.

Nel 2015 documentario-film, completato e accuratamente restaurato utilizzando la tecnologia digitale, è stato trasmesso dalla tv britannica e reso pubblico con il titolo "Memory of the Camps".

LE IMMAGINI CRUDE

Queste sono le immagini, dure e crude, girate da un cameraman della British Army Unit nel momento in cui l' esercito inglese entrò nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. I sopravvissuti, uomini, donne e bambini, vivevano tra i cadaveri, senza cibo, costretti a fare lavori forzati e picchiati senza motivo.
Come vedrete nel video, i cadaveri, che sembravano solo scheletri con un sottile strato di pelle, i cadaveri bruciati, i cadaveri delle persone uccise dai fili spinati elettrici vennero presi uno ad uno e gettati in una fossa comune, per dar loro una sepoltura.

Ricordare l' Olocausto nazista serve per non dimenticare quel genocidio ma anche ogni genocidio operato dall' uomo nel corso dei secoli.
Ancora oggi, in molte parti del mondo, ci sono violenze sugli esseri umani: spesso non si hanno delle immagini degli omicidi, altre volte, invece, abbiamo sin troppi contenuti multimediali come foto e video tanto da non poter restare indifferenti.

Se in quel passato è toccato a quelle persone subire quelle atrocità, oggi tocca ad altre persone, ma.. domani? A chi accadrà? Siamo proprio sicuri che noi saremo sempre al sicuro, al sicuro dalla possibilità di ritrovarci anche noi, un giorno, vittime di un' ingiustizia simile?

Quando accade agli altri, alla fin fine, ce ne importa poco.
Quando accadrà a noi, chiederemo aiuto e, forse, comprenderemo finalmente cosa significa vivere pensando solo a sè stessi, anche se in colpevole ritardo.



Olocausto e Shoah:da dove derivano i termini?

Quando si parla dello sterminio degli ebrei (e non solo ebrei) a causa della sconsiderata follia nazista, si usa indicare l' evento con la parola Olocausto. La parola ricorda i sacrifici fatti agli Dèi dai popoli antichi.

COSA SIGNIFICA LA PAROLA OLOCAUSTO?
Olocausto deriva dal latino holocaustum, che è il greco holòkauston, da hòlos “tutto” e kaustòs “bruciato”, dal verbo kaìein “bruciare”.
Per estensione, sacrificio ispirato da una dedizione completa al proprio ideale. L'olocausto è una cerimonia religiosa di sacrificio animale praticata nell'antichità specialmente dai greci e dagli ebrei durante la quale un animale veniva bruciato interamente agli Dèi, proprio per loro volere.
Come si legge dai testi dell' Iliade, dell' Odissea ma anche nei libri della Bibbia (dal libro della Genesi passando per l' Esodo sino ai successivi dell' Antico Testamento), le divinità chiedevano di bruciare certi animali o, meglio, certe parti animali perché l'odore li calmava, li rasserenava (Esodo 12-9, ). In Esodo 29, Yahweh (tradotto dalla Chiesa Cattolica con "il Signore") ripete più volte che è un "soave odore".
Gli Elohim della Bibbia, nel particolare Yahwèh (tradotto erroneamente come Signore o Dio) chiedeva vittime animali e umane da immolare (Gdc 11,39 - Iefte sacrifica sua figlia,ancora vergine,a Yahweh,proprio con l'olocausto).

Questa parola quindi è stata ed è adottata per definire lo sterminio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. Come si comprende dall’etimologia della parola, questa non definisce correttamente l’evento visto che implicherebbe una volontà delle vittime nell’offrirsi in sacrificio per un ideale, cosa ovviamente impensabile.
Ecco perché si preferisce l’uso della parola ebraica Shoah.

COSA SIGNIFICA SHOAH?
Shoah significa “desolazione, catastrofe, disastro”. Questo vocabolo venne adottato per la prima volta nella comunità ebraica di Palestina nel 1938, in riferimento al pogrom della cosiddetta “Notte dei Cristalli” (Germania, 9-10 novembre 1938). Da allora definisce nella sua interezza il genocidio perpetrato durante la Seconda guerra mondiale.

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