Serapeum: i grandi "sarcofagi" di 80 tonnellate falsamente attribuiti agli antichi egizi
Nonostante gli egittologi siano fermi all'attribuzione, a metà '800, del Serapeum di Saqqara agli antichi egizi, le evidenti prove mostrano come i grandi "sarcofagi" (che poi, sarcofagi non erano) erano presenti lì prima della scoperta degli egizi che se appropriarono
Era il 1850 quando l’archeologo francese Auguste Mariette, scavando nei pressi di Saqqara, in Egitto, scoprì la testa di una statua che sporgeva dalle sabbie. Scavando assieme alla sua spedizione trovò un sotterraneo che, ad oggi, è forse una delle scoperte più incredibili (anche se meno conosciute rispetto alle piramidi della piana di Giza) dell' Egitto: il Serapeum.
Il Serapeo non era altro che un
tempio dedicato alla Dea Serapide, una sorta di sincretismo tra
Osiride e il dio Api che venne effettuata in epoca ellenistica in
Egitto. Nel Serapeo erano spesso custoditi i corpi imbalsamati di
tori, in quanto il dio Api aveva sembianze di un toro.
Per questo le gallerie di Saqqara
vennero considerate un serapeo: molti dei sarcofagi in legno
trovati nei tunnel minori erano di tori. Si dice quindi che
anche i grandi contenitori in granito, pesanti 80 tonnellate,
che si trovano nelle nicchie all’ingresso un tempo custodivano
mummie di tori, che sono state trafugate in passato dai razziatori di
tombe.
Questa è la spiegazione che l’archeologia ufficiale offre. Ma troppe cose non quadrano (le evidentissime prove le potete vedere nel video a fine articolo).
LA VACILLANTE TEORIA UFFICIALE
La Grande Galleria alla quale ebbe
subito accesso Mariette e la sua squadra, era occupata da 24 grandi
“sarcofagi” di oltre 3 metri di altezza e 4 di lunghezza, e
oltre 2 di profondità. Avevano tutti un coperchio ed erano
costruiti in pietra dura, molto scura, in granito, lucida. Ogni “sarcofago” era inserito in
una nicchia il cui pavimento era ribassato, quindi si trovava, per
così dire, incastonato al suo interno.
22 delle 24 costruzioni erano
perfettamente al centro di ogni stanza. Solo due si trovavano fuori
posto, decentrate. Analizzando la base dei sarcofagi, si scoprì che la pavimentazione intorno allo stesso fosse posteriore, e solo questa attribuibile agli antichi egizi.
Solo tre di questi imponenti contenitori
presentano delle iscrizioni in geroglifici. Molto povere,
come appena sbozzate e quel che è ancora più strano e che mostra con evidenza l'appropriazione da parte degli egizi è il notare geroglifici su pareti non lisce.
Alcuni dei "sarcofagi", infatti, non sono perfetti ma
hanno come delle "ammaccature", come se la loro costruzione
non fosse stata completata o non fosse riuscita alla perfezione. Gli egizi, che hanno costruito templi e
tombe precisissime nei dettagli avrebbero mai apposto le loro
scritte, i geroglifici, una scrittura che secondo la tradizione fu
tramandata dagli Dèi, su strutture così imperfette?
Di sarcofagi con i tori se ne trovarono molti nelle gallerie più interne insieme però ad arredi funebri, stele dipinte e altri oggetti di valore. Nulla però fa pensare che i “sarcofagi” in pietra contenessero mummie sacre.
Perché costruirli così grandi? Se tutti i sarcofagi rinvenuti in Egitto sono di una dimensione poco più grande del corpo del defunto, significa che in questi c'erano corpi di 3 metri di altezza? E se ci fossero stati realmente dei tori, avrebbe avuto senso costruire "sarcofagi" così grandi e pesanti anziché farli di un materiale più leggero, più facilmente trasportabile?
Ma c’è dell’altro.
Molte delle note lasciate da Mariette sono andate perdute ma qualcosa della sua testimonianza è rimasto. Si tratta di un libro, basato sui quaderni originali dell’archeologo francese, edito nel 1882 a cura del professor Gastòn Maspero e intitolato “Le Sérapeum de Memphis”.
I 24 sarcofagi erano semi-aperti, 2 fuori posto, vuoti. Nelle gallerie minori c’erano ancora tutti i ricchi corredi funebri, e un sarcofago con una mummia umana anziché di toro all’interno. Un sarcofago molto più piccolo di quelli in granito. Insomma, niente che facesse pensare che dei razziatori di tombe fossero passati di lì prima di Auguste Mariette.
Questi, che usava i metodi di scavo dell’epoca, dunque decisamente spregiudicati, dovette usare l’esplosivo per smuovere uno dei coperchi di pietra, i quali pesano ognuno circa 30 tonnellate. Come avrebbero potuto dei ladruncoli riuscire a spostarlo, senza danneggiarlo? E perché avrebbero portato via solo delle mummie di tori con tanti altri oggetti interessanti a loro disposizione?
Come si vede nella foto 2, lo spazio angusto non permette
di comprendere come possa esser finita lì quella maestosa e pesante
costruzione. Siccome la roccia non può crearsi attorno ad un oggetto
nel sottosuolo, a meno di un crollo (ma in quel caso la galleria non
avrebbe mura così compattate), la domanda su come sia finito lì
rimane senza risposta. La teoria che risponde al quesito vede il sarcofago costruito parecchi secoli (se non millenni) prima e scoperto dagli egizi - i quali si limitarono a togliere le macerie che lo ricoprivano - parecchi tempo dopo.
La mappa del Serapeum fa balzare all'occhio un qualcosa che gli esperti e gli appassionati di questo tema non possono non aver notato (come ho notato subito anch'io): le nicchie a sinistra dove vi sono i sarcofagi sono 12. Inutile ricordare la presenza del numero 12 nei "miti" antichi, vero?
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