«Bruciamo i profughi!»,«Che gli diano fuoco!».Quattro persone condannate per commenti razzisti su Facebook

ilgazzettino.it


Purtroppo molte persone ancora non lo sanno, o fanno finta di non ricordarselo, ma insultare sul web è come farlo nella vita reale e, di fatto, costituisce un reato perseguibile penalmente.

Dopo i tanti casi precedenti, tra i quali la casalinga denunciata per offese ai carabinieri scritte su Facebook, e altri casi dove le sanzioni per le invettive sui social hanno raggiunto anche i 6.000 euro, ecco un nuovo caso nel quale sono incappate quattro persone.

«BRUCIAMO I PROFUGHI»
Dopo il trasferimento di quattordici profughi a Portogruaro, nel veneziano, nel gruppo Facebook “Sei di Portogruaro se...” è subito esplosa un' accesa discussione dove, diversi utenti, hanno iniziato a sfogare le proprie frustrazioni in maniera esagerata. 

Secondo la Procura di Pordenone, i commenti erano pieni di «odio etnico, nazionale, razziale o religioso». Il pm ha ottenuto il giudizio direttissimo per quattro utenti Facebook: si tratta dei portogruaresi Roberto Spadotto, Rudy Rosan, Giuseppe Barresi e Gabriele Marian. Persone con un' età dai 30 ai 50 anni.

Secondo il pm, con le frasi pubblicate sull’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, i quattro imputati avrebbero incitato a commettere violenza contro i profughi. «Che gli diano fuoco», commentava uno dei quattro. «Bisogna aiutarli, ne ospitiamo uno in ogni casa e li laviamo con la benzina e poi li asciughiamo col lanciafiamme...», aggiungeva un altro.

OFFESE E INSULTI QUOTIDIANI SUL WEB
In diversi articoli precedenti avevo segnalato un gruppo, sul social Google Plus, dove diversi utenti postarono commenti pieni di odio a seguito dell' episodio del ragazzo che a Macerata sparò a diversi extracomunitari. Senza parlare dei commenti omicidi nei confronti dell' ex presidente della Camera Laura Boldrini.

Il web è anche questo.

Commenti

Attenzione

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono reperite in internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio. L'autore del blog non è responsabile dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.
Se possiedi il copyright di qualche immagine presente nel blog, basta che tu mi invii una mail con i dettagli ed io provvederò ad eliminarla.

Potrebbe interessarti

Post più letti