Ecco chi vincerà il 4 marzo 2018: Pd, M5s e Fi perdono consensi, la Lega, invece, li aumenta

di Lapenna Daniele

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Quale partito (o coalizione) vincerà le elezioni nazionali del 4 marzo 2018? Chi si insedierà al governo?
Bella domanda. Una previsione però è possibile farla basandosi sui dati a disposizione che, ovviamente, vanno presi con le pinze, anche se permettono di avere un quadro abbastanza affidabile.
Iniziamo questa analisi ricordando che, dal 24 febbraio 2013, giorno in cui abbiamo votato l' attuale governo uscente, ci sono stati partiti che hanno perso migliaia di voti e altri che ne hanno acquisiti diverse decine di migliaia. C'è qualcosa di incredibile che potrete apprendere con questo articolo.

QUALI I DATI A DISPOSIZIONE?
Per cercare di fare un' analisi abbastanza affidabile, ho preso innanzitutto i risultati delle:
I dati utilizzati riguardano solo gli scrutini delle votazioni effettuate in Italia (senza il voto estero). Per le elezioni del 2013 sono stati presi i dati per singolo partito solo in merito alla Camera dei Deputati dove, ricordiamo, votano tutti i maggiorenni aventi diritto. Per le regionali, si è preso in considerazione tutte le regioni nelle quali si è votato.

I dati sulle elezioni del febbraio 2013 sono le ultime, su base nazionale, a disposizione: sono di affidabilità relativa perché ci sono stati avvenimenti che hanno fatto salire e/o scendere i consensi nei confronti di ogni partito.
Ad esempio, nelle elezioni del 2013, alla segreteria del PD c' era Pierluigi Bersani, sul MoVimento 5 Stelle si conosceva poco al di là dei tanti comizi tenuti da Beppe Grillo, e Matteo Salvini non aveva un risalto come quello acquisito nell' ultimo anno.

Alle europee del 2014, ma soprattutto alle regionali del 2015, si è avuta una situazione diversa: il 25 febbraio 2014 Matteo Renzi, che ricevette l' incarico dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,  ottenne la fiducia, iniziando il suo governo.
Da lì in poi non abbiamo che i dati delle Comunali, ma sia perché i comuni votanti sono tanti, e sia perché la scelta del candidato sindaco non è sempre legato all' ideologia politica, i dati non sono stati presi tutti in considerazione per l' analisi, ma sono stati evidenziati i risultati delle sole città più popolose di ogni regione.

Quel che ho voluto rilevare è stata la conseguenza delle parole dei vari politici in merito alla questione dell' immigrazione e ai fatti accaduti nell' ultimo anno, dagli scandali dei vari partiti sino alle leggi approvate dal governo Renzi che hanno convinto molti, e molti altri li hanno delusi.
Non essendoci state elezioni, e non avendo dunque dati alla mano che potevano dare un' indicazione circa l' orientamento degli elettori, si sono presi i like sulle pagine social sia dei candidati sia dei partiti stessi, giusto per capire chi ha più consensi (ricordando che un like può esser messo da un utente fake o un vero utente non avente diritto al voto).

I risultati sono comunque interessanti (o sconvolgenti, dipende dai punti di vista).
Andiamoli a vedere.


LA LEGA DI MATTEO SALVINI SALE,
IL PD, M5S e FI SCENDONO.

CASAPOUND E FORZA NUOVA, INVECE...
Dal 2013 ad oggi, il numero dei cittadini aventi diritto al voto sono aumentati di ben 4.394.717 unità. Si tratta soprattutto di ragazzi che hanno compiuto, durante questi cinque anni, i 18 anni di età necessari per poter votare. Dove andranno a finire questi voti?
confronto tra i risultati delle nazionali del 2013
con le europee del 2014 (Renzi era già al governo)

Come si può vedere dalla tabella sopra, nel 2013 ha votato solo il 75,20% degli aventi diritto: se prendiamo quelli del 2008 dove votò il 78%, effettivamente la percentuale è scesa. Così come è stata bassa l' affluenza per le Europee del 2014, con un' astensione del 42,78%.

Visto che nel 2013 furono chiamati al voto tutti gli italiani (a differenza di quanto accade alle regionali e comunali dove votano solo se è scaduto il mandato), possiamo azzardare a confrontare i dati con le Europee del 2014: si nota che il Pd, con Matteo Renzi, alle Europee ottenne addirittura due milioni e mezzo di voti in più, nonostante non si trattasse di elezioni nazionali. Anche la Lega Nord con il segretario Matteo Salvini ottenne più voti rispetto al 2013, e così accadde per il partito Fratelli d' Italia, ora diretto da Giorgia Meloni. Per quanto riguarda il partito di Silvio Berlusconi e di Beppe Grillo, si è rilevato un netto calo.

Ricordiamo che Virginia Raggi e Chiara Appendino (MoVimento 5 Stelle) hanno ottenuto la carica di sindaco solo nel giugno 2016, e il "caso Marra" in merito allo scandalo delle nomine al comune di Roma balzò sui giornali a dicembre 2016, e dunque non possiamo sapere se, dopo queste vicende, gli elettori che scelsero il M5s nel 2016 oggi voterebbero lo stesso partito a livello nazionale o, a fronte delle gestione dei comuni di Torino e Roma, decideranno di non votare più il partito di Beppe Grillo.

Le regionali però mostrano dati evidenti sia per il PD che per la Lega di Matteo Salvini, con risultati diametralmente opposti.

LE REGIONALI DEL 2015
Ora prendiamo in esame le Regionali del 31 maggio 2015. Si svolsero in sette regioni: Campania, Umbria, Marche, Liguria, Puglia, Veneto e Toscana. Confrontiamo i voti degli elettori di ogni regione per le elezioni nazionali del 2013 con quelli delle regionali 2015, prendendo con le pinze anche questi dati visto che, il votare un candidato del partito X alla regione, non significa necessariamente che l' elettore sia deciso a votare lo stesso partito anche per le nazionali del 4 marzo prossimo. Si tratta di un' eventualità da non sottovalutare.
Ricordiamo, di nuovo, che i dati escludono i voti degli italiani all' estero.
confronto elezioni nazionali del 2013, con i soli dati della Camera,
e le regionali del 2015, divise per regione

Se per alcuni di voi è sconvolgente, per altri sarà soddisfacente il vedere come la Lega Nord abbia aumentato il numero dei propri elettori di quantità che sfiorano i 200mila voti, come nel caso della Toscana.
La differenza del numero di elettori toscani che votarono Lega Nord nel 2013 con quelli che hanno votato lo stesso partito alle regionali del 2015 è incredibile: +198.217 voti. Nelle altre regioni si è avuto ugualmente un aumento, da un minimo di +19.956 per il Veneto ad un massimo di +87.347 per la Liguria (in Campania non figurava).
Il PD ha perso, in queste regioni, da un minimo di 42.949 voti (Umbria) a un massimo di 319.728 (Veneto).
Il M5s, sempre in Veneto, ha perso 512.969 elettori.
Fratelli d' Italia ha aumentato il numero di elettori in tutte queste regioni tranne il Veneto dove ha perso 3.724 voti.
Infine, il partito di Berlusconi ha perso anch' esso, vedendo addirittura dimezzarsi i consensi.

I DATI PIU' RECENTI
Vediamo ora cosa è accaduto alle Comunali dell' 11 Giugno 2017, le elezioni più recenti in nostro possesso.
Le tabelle prendono in considerazione le sole città più popolose (da circa 50mila abitanti in su) che si sono recate alle urne, ed evidenziano solo i partiti più grandi e quelli da tenere d' occhio alle elezioni del 4 marzo prossimo. Sono state escluse le liste civiche e, soprattutto, il risultato delle coalizioni (che, in questo caso, non ci interessa).
Ci sono state liste (o neo partiti come quello di Pizzarotti) che hanno persino battuto i principali partiti politici, ma che non sono stati inseriti nella seguente tabella proprio perché, a livello nazionale, non saranno (ovviamente) candidati e quindi non potranno essere votati.
Lo slash "/" indica che il partito in questione non era in lista. Nell' ordine, da sinistra a destra, le sigle stanno per: Partito Democratico, Lega Nord, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia, Fratelli d' Italia, Casapound, Forza Nuova e, in ultimo, la presenza di uno dei partiti Rifondazione Comunista o Partito Comunista Italiano.
I dati potete (se volete) leggerli al link elezionistorico.gov.it

Sottolineando che l' astensione è stata capillare e anche evidente (con anche afflussi del 55%), c'è da notare che, tra i votanti, hanno prevalso quelli che hanno scelto, come voto, il Partito Democratico.
Il secondo partito più votato (in arancione) è stata la Lega Nord, seguiti da MoVimento 5 Stelle e Forza Italia.

Terminiamo con i dati da prendere con "più pinze possibili" da giudicare liberamente come si vuole: il numero di like sulle pagine Facebook dei diversi partiti politici e dei loro leaders.
Alcune cose da evidenziare:
  1. Matteo Salvini ha un numero di like (più di 2 milioni) superiore ai voti presi dalla Lega Nord alle elezioni nazionali del 2013 alla Camera dei Deputati che sono stati 1 milione e 390mila voti circa;
  2. Matteo Renzi ha meno like dei due rappresentanti del MoVimento 5 Stelle;
  3. Casapound e Forza Nuova, partiti di estrema destra, hanno più like non solo di quelli di sinistra come Rifondazione Comunista, il neo partito Potere al Popolo e il Partito Comunista, ma anche del Partito Democratico.
    Inoltre, i voti ottenuti dai due partiti nel 2013 (90mila e 50mila circa) sono di gran lunga inferiori ai like sulle loro pagine social;
  4. Ricordiamo che ci sono persone che voteranno alle elezioni ma che, forse, non hanno il like alle pagine dei politici/partiti simpatizzanti;
  5. I partiti non riportati hanno un numero di like inferiore a quelli del leader dello stesso. AD esempio, Forza Italia ha 184mila like;
  6. Questa tabella, dopo averla visionata, gettatela nel water
ECCO LE PREVISIONI PER IL 4 MARZO 2018

Quale sono le vostre previsioni? Quale sarà, secondo voi, il partito che otterrà più voti? Cosa accadrà dopo il 4 marzo? Commentate sotto il post esprimendo il vostro parere (nessun commento sarà censurato, escluse offese e insulti)

P.S.:
dopo il 4 Marzo 2018, i dati dell' elezione verranno raccolti da Wikipedia a questa pagina già creata
https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_politiche_italiane_del_2018
LINK UTILI E FONTI

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