Quanto è bello ridere degli altri,ma non di sè stessi

di Lapenna Daniele

#charliehebdo #terremotoamatrice #amatrice #satira #politica #francia #france

Il 15 gennaio 2015,sei giorni dopo l'attentato terroristico alla sede del giornale francese Charlie Hebdo,scrissi un post dal titolo: «Io NON sono Charlie».
Divertente l'episodio che ne è seguito sul social Google Plus,dove ho il mio profilo pubblico: alcuni contatti di nazionalità francese (e qualcuno italiano) si tolsero dalle amicizie dopo questo post. A me ne importò poco.
Me ne accorsi perché uno dei contatti francesi lo seguivo spesso e d'improvviso non lo vidi più nelle cerchie.

Nel mio post sottolineavo come a me non piacesse l'ironia di Charlie Hebdo e come quindi non la condividessi. Attenzione: non dico di essere scandalizzato per i loro disegni,ma solo che non mi facevano ridere e non mi piacevano.

Dunque, io non ero (e non sono) Charlie.

Molti di coloro che risero alle vignette su Maometto,sostenendo in tanti che essi non fossero autoironici e alcuni - non tutti,ma comunque in numero cospicuo,soprattutto sui social - che dovevano sparire come "razza",proprio per il loro offendersi facilmente.
Ora,non so quanti seguaci del Cristianesimo si siano divertiti con le vignette su Maometto e quanti di essi siano (e fossero) autoironici anche sulla loro religione,ma bisogna ricordare che Charlie ha preso in giro anche il Dio cattolico,assieme a Gesù. In particolare con questa vignetta sulla "santissima" Trinità
C'è chi sa scherzare,e chi non sa scherzare,chi sa fare vera satira,e chi non la sa fare,.. ma noi cerchiamo di esser coerenti e dire chiaramente su cosa tolleriamo la satira e su cosa non la tolleriamo.
Se la tolleriamo ad esempio sulle religioni altrui ma non sulla nostra,ragioniamo in maniera strana.

Si sa che la satira odierna serve non solo per mettere in risalto i problemi,ma anche di aumentare entrate di denaro a proprio favore. L'indignazione per la vignetta di Charlie Hebdo sul terremoto che ha colpito il centro Italia porta un surplus di guadagni per via delle condivisioni che sono a favore e contro la vignetta.
Condividendo fate il loro gioco.Se vi indignate,ignorate. E passate avanti.
Oppure semplicemente scrivete "Je ne suis pas Charlie" (Io non sono Charlie),che non significa non esser vicino a chi ha subìto il terribile attentato del gennaio 2015,ma semplicemente di non condividere ciò che pubblicano.
Non dobbiamo per forza esser sempre pecore che seguono lo stesso gregge. Cambiamo pastore ogni tanto.

Charlie fa satira su tutto.Se sei Charlie,o lo sei sempre,o non lo sei mai,visto che Charlie è Charlie con ogni sua vignetta.

Commenti

  1. parole giuste le tue, Daniele, ma sai.. l'uomo è fallace... debole... insicuro... prepotente solo quando tocca agli altri subire....
    Facciamo così. Lanciamo un nuovo hashtag... e non è uno scherzo

    #iosonoconlevittimedituttiisoprusi

    Che ne dici? Non è polemica con te la mia ma con quelli che usano sempre due pesi e due misure

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    1. Bell'idea! :D
      Infatti queste persone sono quelle che si indignano per un'azione cattiva nei confronti di conterranei o connazionali,ma se ne fregano di quelle su altri che vivono lontano da loro.

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  2. La libertàè di parola è sacra. Poi, di questa libertà si può fase un uso intelligente, oppure no e anche volgare, turpe, cretino. Anche io non sono mai stato Charlie, non riconoscendomi nelle squallide vignette da loro pubblicate. Dunque non ho bisogno di precisare adesso. Certamente un conto è non riconoscersi in certe espressioni (di cui ognuno per la sua parte è responsabile) e ben diverso è togliere la parola a suon di omicidi e attentati. Non credo che occorra scomodare la celebre frase di Voltaire per ricordare che occorre difendere la libertà, anche dei cretini, di esistere e di dire tutto ciò che pensano

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    1. Ciao Pierpaolo,benvenuto nel blog.

      Non so fino dove può arrivare la libertà di stampa,cosa può esser considerato accettabile e cosa no.
      È sempre una questione spinosa.
      Le parole,dicono,spesso feriscono più di un'arma.Per me un'arma è un'arma,una parola è una parola.Se alla parola dai un bel peso,ti fai male;con l'arma,che tu dia peso o no,la conseguenza la hai indipendentemente da ciò che pensi.
      Dunque l'arma è più grave.

      L'importante è sapere "cosa dice chi" e quindi capire se si è in linea con il loro modo di esporsi o no,senza scandalizzarsi in ritardo.

      Buonissimo proseguo a te!

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  3. Apprezzo chi non era Charlie prima e nemmeno oggi. Mi fanno ridere quelli che lo erano finché non veniva toccata l'Italia.

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    1. PS: io ero e sono Charlie.

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    2. Infatti non è l'appoggiare o meno CH,ma la corenza di averli appoggiati e proseguire nell'appoggiare la loro ironia.
      Brava!

      Buonissimo proseguo a te Estratti di ortica
      (che fanno bene ai brufoli,o sbaglio?)!

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    3. Fanno bene a tante cose, ma pure male a volte :P Buon proseguimento anche a te, alla prossima.

      Dalila

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