Referendum sulla Riforma Costituzionale: cosa andremo a votare ad Ottobre?

di Lapenna Daniele

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CAPIRE LA RIFORMA PER SAPERE COSA VOTARE
Il "Referendum sulle trivelle" ormai è andato.Ora dobbiamo guardare avanti, a quello sulla Riforma Costituzionale.
Cosa andremo a votare? Cosa è questa riforma? Ci sono le trivelle? Devo votare "Sì" o "No"?
Calmini gentaglia, calmini. Un passo alla volta.

Intanto vi chiedo un piccolo, piccolissimissimo sforzo: capire bene cosa andrete a votare.
Detta così è un italiano bruttissimo, ma rende "a botta" l'idea.
Per intenderci, non è che dovrete votare contro la Riforma solo perché l'ha fatta Renzi eh, perché se già la pensate così, è bene ritorniate nei vostri loculi a fare i morti viventi così come avete fatto sino ad ora. Spesso ci lamentiamo che non cambia niente, ma poi non andiamo a votare e rimaniamo nel cul de sac.
Se non votare, come nel caso del Referendum sulle trivelle, sia un modo per far vincere il "No", va bene, ci può anche stare (esiste il quorum, e quindi uno si gestisce il suo voto con la mossa che è in linea con il suo pensiero), ma se dobbiamo votare una qualcosa che non vede la presenza del quorum, beh beh beh... lì dobbiamo iniziare ad informarci e capire bene cosa potrebbe accadere se non andassimo a votare.
Questo è proprio il caso della....

LA RIFORMA COSTITUZIONALE
Il Referendum Costituzionale è un referendum confermativo (non è abrogativo come era quello sulle trivelle): non c'è quorum e ha lo scopo di confermare la modifica di legge anche se andasse a votare un solo cittadino. In pratica il governo chiede la conferma al popolo se la legge vada bene o no.
Capite bene dunque che andare a votare sarà importante.


Gli italiani hanno già votato altre due volte in merito al Referendum Costituzionale, la prima volta il 7 ottobre 2001 (governo Berlusconi II) che portò all’approvazione della riforma del Titolo V della Costituzione con il 64,2 per cento di favorevoli anche se votò solo il 34,1% degli aventi diritto al voto.
Il secondo, si tenne il 25 e 26 giugno 2006 (governo Prodi II): questo fu promosso dal governo Berlusconi e il 61,3 per cento dei votanti affermò un bel "No" bocciando la riforma. Qui invece andò a votare il 52,6% degli aventi diritto.

Il Referendum confermativo viene indetto sulla base della Legge costituzionale n.1 del 24 gennaio 1997, "Istituzione di una Commissione parlamentare per le riforme costituzionali", e più precisamente in base a ciò che riporta l'articolo 4:
La legge costituzionale approvata con unico voto finale ai sensi dell'articolo 3, comma 4, e' sottoposta ad unico referendum popolare entro tre mesi dalla pubblicazione ed e' promulgata se al referendum abbia partecipato la maggioranza degli aventi diritto e sia stata approvata dalla maggioranza dei voti validi.

La riforma costituzionale del governo Renzi, denominata Ddl Boschi, è stata approvata dalla Camera il 12 Aprile 2016 con 367 voti a favore e 7 contrari, dopo cinque votazioni.
Questo provvedimento, secondo quanto previsto dall'articolo 138 della costituzione, non avendo ottenuto la maggioranza di due terzi dei componenti di ciascuna Camera, potrà essere sottoposto a referendum popolare. Si è già pensato che si svolgerà ad ottobre, ma manca ancora l'ufficialità.
Per la cronaca, M5s, Lega, Fi e Sinistra Italiana avevano abbandonato l'aula per protesta.

COSA CAMBIA CON IL DDL BOSCHI?
Quel che dobbiamo capire è dunque cosa cambierà con questa riforma. Molti quotidiani e blog hanno spiegato molto bene le novità, ma c'è sempre il testo completo che può esser consultato dal sito della Camera (i link sono, come sempre, anche a fine articolo).
Capite dunque che è bene riuscire a comprendere le novità e quindi valutare in modo imparziale se il disegno di legge è una buona cosa o no. Molti si chiederanno "Ma cosa mi interessa a me? Io voglio che facciano riforme per il lavoro!". E anche voi avete ragione, e infatti ci sono stati vari politici, docenti e studiosi di diritto costituzionale a prendere posizioni al posto dei cittadini, visto che per capire questo disegno di legge occorre leggere il testo ed avere un po' di dimestichezza con le leggi.
Vediamo alcuni punti importanti
  
Superamento del bicameralismo
L'avrete sentito spesso: il bicameralismo perfetto. Cos'è? È il procedimento che assegna uguali poteri alle due Camere. In Italia esiste
e hanno gli stessi poteri. Entrambe debbono approvare una qualsiasi proposta per farla divenire legge.

Furono create due Camere dopo la fine del fascismo come garanzia di un più sicuro funzionamento democratico dell' iter legislativo senza avere un unico potere autoritario. Quindi anziché un accentramento del potere in una Camera, se ne crearono due per creare un procedimento legislativo più giusto ed equilibrato.

Per fare un esempio, prendiamo le ultime elezioni politiche, quelle del 2013. Come possiamo vedere dalle tabelle di ripartizione dei seggi, alla Camera il Pd ottenne 345 seggi su 630, quindi il 54% dei seggi totali,
al Senato, invece, 123 su 315, quindi il 39% dei seggi.
È facile capire che il Senato è più equilibrato fra partito principale e opposizione (supponendo sia un'opposizione unita), mentre la Camera no, visto che vede una grande fetta di seggi assegnati al partito vincente.
  • Nel Ddl Boschi del governo Renzi, l'approvazione delle leggi non farà più ping pong tra le due Camere, ma verranno approvate solo dalla Camera dei Deputati.
Il sito web della Camera propone un documento visualizzabile e scaricabile che spiega la differenza fra il bicameralismo e l'accentramento del potere nelle mani di una sola Camera, come prevede il ddl Boschi.

Clicca sulle immagini
(sono due immagini, una sotto l'altra)
per ingrandirle


Con il bicameralismo, tutte le leggi e anche la fiducia al governo devono essere approvate da entrambe le camere. Con il ddl Boschi, invece, la Camera dei Deputati diventa l’unico organo eletto dai cittadini e l’unica che dovrà approvare tutti i tipi di leggi e anche accordare la fiducia al governo.

A differenza delle ultime elezioni dove con il nostro voto abbiamo posto deputati e senatori dei partiti vincenti alla Camera e al Senato, con questa riforma solo alla Camera andranno i politici dei partiti scelti dai cittadini, perché
  • il Senato della Repubblica si trasformerà in Senato delle Regioni composto da 100 senatori (anziché da 315 come lo è oggi) che non saranno eletti direttamente dai cittadini
Infatti 95 di loro saranno scelti dai consigli regionali che nomineranno con metodo proporzionale 21 sindaci (uno per regione, escluso il Trentino Alto Adige che ne nominerà due) e 74 consiglieri regionali.
Questi 95 senatori resteranno in carica per la durata del loro mandato di amministratori locali.  
Saranno i cittadini, al momento di eleggere i Consigli Regionali a indicare quali consiglieri saranno anche senatori
A questi,  
  • si aggiungeranno cinque senatori nominati dal presidente della repubblica che rimarranno in carica sette anni. Non saranno più nominati quindi dei senatori a vita, carica che resta valida solo per gli ex presidenti della repubblica. I sei senatori a vita che ci sono attualmente (Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano, Mario Monti, Carlo Rubbia, Renzo Piano, Elena Cattaneo) restano in carica ma non verranno sostituiti. I senatori non vengono più pagati dal senato, ma percepiscono solo lo stipendio da amministratori.
  • I nuovi senatori godranno delle stesse tutele dei deputati. Non potranno essere arrestati o sottoposti a intercettazione senza l’autorizzazione del Senato.
Federalismo
Sono riportate in capo allo Stato alcune competenze come energia, infrastrutture strategiche e sistema nazionale di protezione civile. Inoltre, su proposta del governo, la Camera potrà approvare leggi anche nei campi di competenza delle Regioni, «quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale».
Quindi torneranno in mano allo Stato l' energia, le infrastrutture e la protezione civile, oltre che vedere la creazione di leggi che riguarderanno direttamente le regioni ove lo Stato interverrà qualora sia necessario.


Elezione del Presidente della Repubblica
Situazione attuale:
  • coloro che partecipano all'elezione del capo dello Stato sono 1.009 persone:
    630 deputati, 321 senatori e i 58 delegati regionali;
    L'elezione del candidato avviene se ottiene
    entro il 3° turno almeno i 2/3 dei voti
    dal 4° turno basterà il 50% +1 dei voti
Con la nuova Riforma
  • coloro che partecipano all'elezione del capo dello Stato
    saranno 630 deputati e 100 senatori;L'elezione del candidato avviene se ottiene
    entro il 3° turno almeno i 2/3 dei voti
    sino al 7° turno almeno 3/5
    e solo dal 9° turno basterà il 50% + 1 dei voti
Il cambiamento dunque aumenta la difficoltà di eleggere subito un capo dello Stato, visto che il quorum minimo per eleggerlo si sposterà da 2,5 su 5 a 3 su 5. Ci dovranno essere più deputati in accordo per poter eleggere il presidente della Repubblica.

Referendum



Sarà introdotto un quorum minore per i referendum abrogativi (come quello sulle trivelle).
Se verranno raccolte 500.000 firme, il quorum sarà sempre 50% + 1 degli aventi diritto al voto;
se invece verranno raccolte 800.000 firme, il quorum sarà ridotto.
Per renderlo valido basterà che andranno a votare almeno la metà degli elettori che sono andati a votare alle ultime elezioni politiche.
Se il ddl Boschi fosse stato già in vigore prima del referendum abrogativo del 17 aprile scorso, il referendum non avrebbe dovuto raggiungere il quorum di circa 23 milioni di elettori (la metà degli aventi diritto), ma
circa 15 milioni, ovvero la metà di coloro che andarono a votare alle elezioni del 2013.

Per proporre invece una legge d’iniziativa popolare non saranno più sufficienti 50.000 firme, ma ne serviranno 150.000. Però i regolamenti della Camera dovranno indicare tempi precisi di esame dell' iniziativa di legge proposta dai cittadini, clausola che oggi non esiste.

Province

Le province verranno definitivamente cancellate dalla Costituzione. Con questo atto, verranno definitivamente abolite.
CNEL

Sarà cancellato anche il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro (CNEL).
Il Cnel ha attualmente una funzione consultiva per quanto riguarda le leggi sull’economia e il lavoro. La costituzione conferisce al Cnel anche l’iniziativa legislativa, il consiglio cioè può proporre alle camere delle leggi in materia economica.
Per vederla in modo positivo, questa eliminazione farebbe risparmiare agli italiani almeno 20 milioni di euro.



LINK E FONTI



Il Referendum Costituzionale
http://www.polisblog.it/post/360324/referendum-costituzionale-2016-come-funziona



Cosa cambia con il Ddl Boschi: tutti i punti in dettaglio
Iniziative e mozioni contro il Ddl Boschi
Link utili
https://it.wikipedia.org/wiki/Bicameralismo_perfetto
http://www.senatodelleautonomie.it/

Le novità del DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE in dettaglio

Commenti

  1. articolo estremamente dettagliato, tuttavia (nonostante ci ho sbattuto la testa in questi mesi) continua ad essere difficile capire l'impatto reale, soprattutto a livello di realpolitik.

    Certo, se il dialogo politico non fosse la solita cagnara, ci si potrebbe fare una chiara idea anche di chi vota "contro". Per ora ho sentito solo strilli. Comunque, se trovo qualcosa di interessante sulle ragioni del "no", te lo allungo.

    RispondiElimina

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