Eva Klotz: l' anti-italiana che ha ricevuto dallo Stato italiano un vitalizio di 946mila euro
Eva Klotz |
- "Vitalizi, oltre il danno, la beffa"
- "Leggi sui vitalizi: Degasperi rivela il costo delle consulenze legali"
Lo slogan del suo partito esclama
"Il Sud Tirol non è l' Italia", eppure lei, dall' Italia, ha ricevuto un bel pò di soldi.
Eva Klotz, da dicembre 2014, ha diritto ad incassare quanto previsto dalla nuova
legge per i vitalizi dei politici: ovvero
946.175 euro (dopo la legge del 2012 ne aveva incassati 435 mila di anticipo
e 710 mila euro di quote del Fondo Family, restituite). Il consiglio regionale ha provveduto a conguagliare la differenza: da dicembre 2014 ha avuto diritto ad altri 560 mila euro.
946MILA BUONI MOTIVI PER RIMANERE IN ITALIA
« Il Sud Tirolo non è Italia »: questa frase è stata per oltre 50 anni lo slogan politico di Eva Klotz, la «pasionaria» altoatesina che chiede il distacco della provincia di Bolzano da Roma. Lo stesso Stato italiano che pochi giorni fa l' ha omaggiata di un «bonus» di ben 946.175 euro, pari alla pensione maturata per la sua attività di consigliere provinciale e regionale del Trentino Alto Adige.
La cifra è frutto del calcolo della pensione da politico alla luce della nuova legge votata dalla regione autonomista e che taglia del 20% circa un precedente vitalizio che la consigliera autonomista e altri suoi colleghi si erano impegnati a restituire in seguito a una feroce polemica esplosa a proposito dei privilegi per chi sedeva nell’assemblea regionale di Trento.
Ciò che era uscito dalla porta, insomma, è rientrato dalla proverbiale finestra. Eva Klotz non è l’unica ad aver intascato il vitalizio d’oro dovuto dalla nuova legge: con lei anche il trentino Marco Benedetti porta a casa 483.500 euro.
TUTTO IN UN COLPO SOLO
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Nel 2014 era esploso lo scandalo delle «pensioni d’oro» del Trentino, era stata avviata anche un’inchiesta della procura che aveva indotto l’assemblea regionale a rivedere i calcoli. L’ente era riuscito anche a strappare un provvedimento in base al quale avrebbe potuto pignorare i beni degli ex consiglieri che si rifiutavano di restituire il «maltolto». Alcuni politici, tra questi la Klotz, avevano accettato di restituire la somma, in attesa di maturare nuovamente i diritti alla pensione alla luce di una nuova legge regionale nel frattempo varata.
La nuova legge è entrata in vigore, ha previsto un taglio del trattamento ma ha mantenuto invariata la possibilità per i politici di incassare quanto maturato mensilmente o «una tantum», in una volta sola. La «pasionaria» altoatesina è tra coloro che hanno tagliato il traguardo della quiescenza nelle scorse settimane e ha optato per il «tutto in una volta sola». Calcoli alla mano per lei la cifra è stata di 946mila euro e spiccioli. L’ammontare è stato confermato nei giorni scorsi dalla presidente dal consiglio regionale Chiara Avanzo che ha risposto a una interrogazione in materia.
ANTI-ITALIANA
La Klotz, del resto, aveva cominciato la su attività politica nel 1976, entrando poi in consiglio comunale a Bolzano quattro anni più tardi e venendo eletta ininterrottamente per tutte le tornate elettorali successive.
Il nome di Eva Klotz è una vera e propria bandiera per le comunità germanofone dell’Alto Adige. Nata nel 1953 in val Passiria, Eva è figlia di Georg Klotz, protagonista a partire dagli anni ‘50 di attentati terroristici in chiave anti italiana e aderente all'organizzazione terroristica Befreiungsausschuss Südtirol - era detto "Il Martellatore della Val Passiria" per la sua attività dinamitarda.
Lei, la figlia, ne era divenuta l’erede politica aderendo in un primo momento alla Sud Tiroler Volkspartei (Svp) di Silvius Magnago ma abbandonando poi questa formazione, ritenuta troppo conciliante con il governo di Roma. La Klotz aveva in seguito formato il movimento Sud Tiroler Freiheit. Tra le iniziative per cui la nuova sigla si è resa celebre c’è la collocazione in tutti i valichi di frontiera tra Italia e Austria di cartelli con la scritta «Sud Tiroler ist nicht Italien!» («l’Alto Adige non è Italia»). Nel 2007 Eva aveva scritto una lettera alla Rai chiedendo che non fossero definiti «italiani» gli atleti altoatesini che partecipavano a Olimpiadi o campionati del mondo con i colori dell’Italia.
Il 17 novembre ha rassegnato le dimissioni dal consiglio provinciale di Bolzano.
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