"Migranti, esempio del Veneto". Il governatore leghista Zaia dimostra che con l' integrazione ne giovano sia la regione che gli immigrati


Può sembrare assurdo, ma non lo è: una giunta della Lega Nord che dà la cittadinanza e un lavoro agli immigrati.
Forse è questa l' idea di base leghista trasformata in un risvolto positivo per l' Italia e per gli stessi immigrati che fuggono dai loro Paesi in guerra?

« Non sono filoleghista, sono comunista: bere Coca Cola o fumare Marlboro per me è eresia ».
Abdallah Khezraji, chiamato "il marocchino di Treviso", è in Veneto da oltre vent’anni, la cittadinanza gliel’ha data Giancarlo Gentilini, il sindaco sceriffo che nel 1997 ha fatto togliere le panchine perché le usavano gli immigrati. Incredibile.
Oggi invece è divenuto vicepresidente della Consulta regionale per l’immigrazione presieduta da Luca Zaia e nata negli Anni 90 con la prima legge regionale sulla materia. « Da quando sono stato eletto il mio impegno è stato conciliare Lega e immigrati e abbiamo anche creato il primo sportello per gli immigrati d’Italia nel 1996 ».
Oggi la Consulta distribuisce risorse alle associazioni straniere, promuove progetti d’orientamento scolastico e formazione linguistica grazie anche ai finanziamenti Ue (oltre 7,4 milioni). Ha istituto, con la Regione, un fondo per il rimpatrio volontario produttivo « per chi non ce la fa qui »: 15mila euro per aprire un’attività nel Paese d’origine, in rete con i consolati di Albania, Romania, Marocco e Senegal, « per non buttare soldi ».

Lo dice perfino Khezraji: « Bisogna distinguere tra profughi e immigrati ».
Gli immigrati stranieri in Veneto (dati 2014) sono 514mila, il 10,4% dei residenti, e un decimo di tutti gli stranieri d’Italia. La regione è quarta per densità di immigrati e terza per stranieri regolarmente residenti.
Gli immigrati disoccupati sono 42mila sui circa 200mila.

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