100 anni

di Lapenna Daniele


Quando l' abbiam studiata a scuola, all' interrogazione sembrava di raccontare una partita a Risiko. É difficile se non impalpabile tastare con mano cosa è stata la Grande Guerra. Come quel che accadde nei campi di sterminio: non avendolo vissuto in prima persona, sembra un qualcosa di irreale, e lo raccontiamo con leggerezza estrema. Molti ci scherzano persino sopra. Dicono sia per sdrammatizzare, ma forse manca loro solo il contatto con la realtà mai toccata.

17 milioni  di morti nella guerra esplosa il 28 Luglio 1914. É come se fosse stato sterminato quasi 1/3 della popolazione totale italiana presente oggi. Tagliate l' Italia in tre parti e distruggetene una.
Ecco cosa accadde cent' anni fa.
Se prendiamo poi la Seconda Guerra Mondiale, la cifra dei deceduti arriva a sfiorare i 55 milioni: praticamente quasi il numero totale dei cittadini italiani oggi ( 62 milioni ).

Provate a chiudere gli occhi ed immaginare mentre siete a casa vostra: sentito un fischio lontano che diviene sempre più vicino. Una bomba cade sopra la vostra casa. Vi salvate, feriti, e udite altri fischi.
Il terrore che si percepisce è un qualcosa che, io personalmente, non riesco ad immaginare: ti fa pensare solo come sia breve il lasso di tempo tra la normalità e la morte.



Mi fanno sorridere coloro che, al sentire di ciò che sta succedendo in Siria, in Israele e Palestina, in Ucraina, quel che accadde in Libia ( ricordo le decine e decine di aerei da guerra che passavano ogni ora sulle nostre teste qui in Sardegna - e che passano tutt' oggi ), dicano "che ce ne frega, tanto quelli lì sono abituati a fare la guerra". Ho sentito anche "si ammazzassero tra di loro".
Peccato che, come potete visionare grazie al bel documentario interattivo di LaStampa.it, la Prima Guerra Mondiale ebbe un effetto dòmino: un assassinio, ed ogni nazione dichiarò guerra ad un nemico.
É come se gli Stati Uniti dichiarassero guerra alla Russia, questi la dichiarassero agli Ucraini e ai suoi alleati, la Germania la dichiarasse alla Turchia, questi ultimi all' Italia, sino a far esplodere un nuovo conflitto mondiale. Così scoppiò la Grande Guerra.

E pensare che il tutto avviene a causa del potere: c'è chi desidera più denaro, chi più territori da comandare, chi più popoli da sottomettere, chi la grazia divina in nome di un Dio.
Eppure c'è chi vorrebbe solo il minimo per vivere e alla fine non ha neanche quello. Subisce le prepotenze del proprio governo impegnato a lottare contro altre nazioni e diviene inevitabilmente il peso morto del Paese.
Ma se tutti finiremo sotto terra, a che serve ucciderci per conquistare qualcosa che lasceremo su questa Terra? Perché sterminare persone che non vogliono avere a che fare col potere e, seppur volessero avere a che fare, perché ucciderli solo per imporsi sugli altri?


Il confine tra la quotidianità e l' evento che cambia il tutto in un istante è davvero sottile.
Più sottile di quanto possiamo immaginare.
Se avete la fortuna di avere ancora dei nonni molto anziani che hanno vissuto la guerra, chiedete a loro.
Le loro frasi e le loro espressioni parleranno più di ogni immagine o di ogni parola.

Commenti

  1. Non aggiungo niente a quello che hai scritto. Non c'è niente da aggiungere.
    Forse soltanto che l'uomo non impara mai!!!!! Nel nome di quel dio che si chiama potere o soldi continua a ripetere gli stessi errori!

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    1. Grazie per il commento.In effetti più che sottolineare ciò che giustamente
      hai scritto, non è che ci sia altro da dire.
      E' passato e passerà inosservato questo giorno e tutti i giorni che ricordino
      eventi del genere.

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  2. Tanto è inutile, o tocchi con mano o non impari, non capisci.
    Ho letto un libro bellissimo, quello di Primo Levi, Se questo è un uomo.

    ''A poco a poco prevale il silenzio, e allora, dalla mia cuccetta che è al terzo piano, si vede e si sente che il vecchio Kuhn prega, ad alta voce, col berretto in testa e dondolando il busto con violenza. Kuhn ringrazia Dio perché non è stato "scelto".
    Kuhn è un insensato. Non vede, nella cuccetta accanto, Beppo il greco che ha vent'anni, e dopodomani andrà al gas, e lo sa, e se ne sta sdraiato e guarda fisso la lampadina senza dire niente e senza pensare più niente? Non sa Kuhn che la prossima volta sarà la sua volta? Non capisce Kuhn che è accaduto oggi un abominio che nessuna preghiera propiziatoria, nessun perdono, nessuna espiazione dei colpevoli, nulla insomma che sia in potere dell'uomo di fare, potrà risanare mai più?
    Se io fossi Dio, sputerei a terra la preghiera di Kuhn.''

    Non c'è altro da dire.
    Bel post.

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    Risposte
    1. Grazie per la bellissima citazione dal libro di Levi.
      Lo conosco, ma non l' ho mai letto.

      É un pezzo molto forte, anche se, come ricordi di nuovo anche tu, non si riesce a comprenderne la completa drammaticità senza aver vissuto quelle situazioni.
      Si può solo immaginare, e chi non si pone il problema di immaginare, se ne fregherà ironizzando persino su cosa accadde decenni e decenni d' anni fa...

      Elimina

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