In Sardegna l' energia è prodotta dall' urina: nessuno scarto inquinante e apparecchio costruito a Km zero. Il suo utilizzo è adattabile anche ad automobili ma per lo Stato italiano, tutto ciò, è illegale

di Alma Daddario
ambiente.tiscali.it

Ottenere energia dall’urina non è una novità assoluta: in alcune parti del mondo l’esperimento è riuscito, con un l’utilizzo di una cella elettrolitica che agisce per elettrolisi, separando azoto, acqua e idrogeno.
Si tratta di un’invenzione straordinaria che potrebbe condizionare in positivo il futuro dell’ambiente e che tuttavia non ha avuto molto seguito, a causa di alcune problematiche irrisolte che non ne avevano consentito l’applicazione pratica: a) la sicurezza del generatore; b) la formazione della condensa e delle particelle veicolate; c) i materiali reflui alla fine del ciclo di produzione di energia; d) la rumorosità del motore; e) le dimensioni e l’ingombro dell’impianto.

Oggi tutto questo è stato superato e finalmente è possibile produrre energia pulita dall’urina, grazie al sistema ideato e firmato da Franco Lisci, ricercatore, progettista di impianti, con un passato in Fiat, produttore di motori di energia elettrica normati a legge, certificati e marchiati CE, alimentati con questo liquido naturale. Tutto funziona in modo perfettamente autonomo, senza rete elettrica, senza l’utilizzo di alcun derivato petrolchimico, senza bruciare nulla, solo ed esclusivamente con l’uso di una sostanza che ogni giorno il nostro corpo produce ed espelle.

L’azienda di Franco Lisci: “La Guspinese Impianti ”, fa parte del Polo Produttivo La Casa Verde CO2.0, una rete di 75 aziende che operano in distretto di filiera scambio di competenze e ricerca condivisa. Questa sinergia ha consentito il superamento delle problematiche relative all’impianto di energia elettrica a urina. La formazione della condensa di particelle inquinanti e la rumorosità sono state infatti risolte grazie all’uso di un filtro specifico: 100% pura lana di pecora, prodotto dal team dell’ industria sarda Edilana. Il filtro nasce grazie all’esperienza a quanto di già realizzato da Edilana, produttrice di materiali dotati di potere igrometrico antimuffa che evitano condense e insalubrità dell’edificio, ad alta performance nel risparmio termico per l’efficienza energetica e nella correzione acustica e di disinquinamento ambientale di pericolosi aldeidi e chetoni tossici come formaldeide, benzene ecc., neutralizzati dai materiali Edilana. Durante la produzione di energia non si generano inquinanti, come gli scarichi dannosi a cui ci ha abituato la petrolchimica, bensì aria pulita che analizzata, è equivalente a quella che respiriamo nelle località di mare. Al termine del suo ciclo produttivo, l’urina diventa poi un’ottima acqua da pozzo, ideale per diversi utilizzi come: annaffiare le piante, a cui apporta sostanze importanti per la salute delle stesse, sostanze normalmente assenti nell’acqua della rete idrica con cui normalmente vengono annaffiati orti e piante di casa.

Gli apparecchi di energia elettrica a urina sono inoltre di piccole dimensioni. Ad esempio per la produzione di 1 Kw, il motore che occupa appena 40-50 cm, può essere installato con facilità e si può trasportare ovunque. Per la produzione di 3 Kw, l’impianto occupa uno spazio di circa 1, 20 cm, con annesso il serbatoio di urina. Per produrre 1 Kw per 6 ore di energia continua, occorrono all’incirca due litri di urina.Il costo per tenere accese per 6 ore consecutive 40 lampadine a risparmio energetico, più una piastra elettrica per cottura cibo, o un forno a microonde, è di un litro e mezzo di urina.

Franco Lisci ha precisato a questo proposito: “L’energia prodotta dall’impianto a urina è adatta non solo per i consumi domestici, ma anche per i motori di automobili, i camion e le barche che potrebbero usare il 100% urina pura, al posto della benzina e di altri carburanti. Questo tuttavia risulta illegale per lo stato italiano, mentre è invece consentito dalla legge italiana l’uso di additivi. Abbiamo quindi realizzato dei trasformatori che consentono di usare nel motore delle automobili, l’urina come additivo. Su un’ auto a benzina questo consente un risparmio del 35%, su un’auto a gasolio del 60%, su auto a gas dell’80%. Con meno di due litri di benzina per esempio si potrebbe percorrere in auto la distanza tra Cagliari e Sassari ( circa 215 km ). Un’ imbarcazione o un peschereccio potrebbero risparmiare fino al 65% di gasolio”.

L’energia pulita autoprodotta e ricavata da se stessi e dal proprio corpo è così diventata realtà. Si tratta oltretutto di un’energia ottenuta senza bruciare petrolchimici, legna, biomasse, i cui megaimpianti talvolta diventano catalizzatori territoriali di affari e speculazioni realizzati in nome della green economy, dei relativi finanziamenti pubblici e del conseguente potere politico che se ne ricava. L’energia prodotta dall’urina si utilizza nel momento in cui la si produce, quindi non è stoccabile, non è vendibile, e di conseguenza non può alimentare gli appetiti e le spartizioni che gravitano intorno all’energia verde.

Si può usare sia l’ urina umana che quella animale. Nel mio caseificio ho iniziato la produzione di una serie di formaggi e saponi, usando l’energia pulita prodotta con l’urina delle capre e delle pecore. Ma sto pensando di estendere l’uso di questa energia anche per la mia casa. Infatti è possibile alimentare i fabbisogni di un’ intera abitazione o di una parte di essa, ad esempio progettare una cucina di cui il piano cottura –forno siano alimentati a urina”, ha affermato Monica Saba, allevatrice di capre e di pecore ad Arbus.

Franco Lisci ha realizzato questa innovazione senza contributi in denaro pubblico. Sarebbe auspicabile un incentivo economico, per quanto, dentro la nostra filiera, ci sono tutte le figure tecniche e le aziende per poter utilizzare questa energia, anche affiancata alla domotica. Da non sottovalutare inoltre il fatto che le piccole dimensioni dei generatori di energia non producono alcun impatto visivo, non occupano e non consumano territorio. Il paesaggio rimane così intatto e preservato, oltre che tutelato, in tutta la sua naturale bellezza”, ha affermato Daniela Ducato, coordinatrice del Polo Produttivo per la Bioedilizia La Casaverde CO2.

Lo scorso 9 Novembre il progetto è stato presentato a cura di Legambiente, presso l’area marina protetta del Parco di Porto Conte, in collaborazione con la Casa Verde CO2.0 e la Facoltà di Architettura dell’Università di Alghero.

Commenti

  1. Interessante,condiviso nel mio blog!

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    Risposte
    1. E' una notizia importante e stupenda, soprattutto perché l' idea
      e la progettazione proviene tutto dal nostro Paese, e tutto a Km zero.
      Che sia un auspicio per il futuro ecosostenibile

      Elimina

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