Gli E-book che acquistiamo sono veramente nostri? In realtà vengono solo dati in licenza
Una cliente di Amazon si è trovata con l'e-reader azzerato e svuotato di libri. Il caso ha messo in luce un fatto troppo disinvoltamente ignorato: gli e-book non vengono venduti. Vengono dati in licenza. E la concessione d'uso può essere revocata senza preavviso, senza motivo, senza appello e senza rimborso
Mentre Apple e Microsoft presentano i propri nuovi gioielli e negozi virtuali attraverso i quali ci propongono di comperare tutto, dicendo addio anche al normale software acquistato in una confezione in negozio, da Internet arriva una notizia che sta suscitando molta polemica intorno a un tipo di negozio virtuale già ben consolidato: quello che offre libri digitali.
I venditori di questi libri, infatti, sarebbero legittimati a revocare e cancellare arbitrariamente i testi che abbiamo comprato da loro: non saremmo veri proprietari degli e-book che abbiamo acquistato, ma semplicemente licenziatari temporanei, alla mercé degli umori dei venditori.
La polemica riguarda in particolare Amazon, uno dei più grandi rivenditori via Internet di libri digitali, ma vale per tutti i negozi di e-book protetti da sistemi anticopia. Di recente una informatica norvegese, Linn Nygard, ha dichiarato di essersi trovata con il suo e-reader Kindle completamente azzerato. Tutti i libri digitali che aveva acquistato da Amazon erano scomparsi. La cancellazione era stata fatta da Amazon, che le aveva cancellato anche l'account.
Quando Linn ha chiesto spiegazioni ad Amazon, le è stato risposto che
il suo account era “collegato direttamente a un altro account che era stato cancellato in precedenza per un abuso delle nostre regole” e che la chiusura del suo account era un'“azione permanente. Eventuali account successivi che dovesse aprire verranno chiusi anch'essi. Grazie di comprendere la nostra decisione”.
Linn ha chiesto chiarimenti su quale fosse l'“altro account”, ma Amazon ha risposto che non poteva fornire dettagli e ha ribadito che non le avrebbe permesso di avere altri account nel proprio negozio.
Quale terribile violazione ha commesso Linn? Ha pagato regolarmente i libri digitali e non li ha disseminati. Non è accusata di pirateria. Semplicemente abita in un paese, la Norvegia, nel quale Amazon non vende e-book, così ha comprato regolarmente un e-reader Kindle nel Regno Unito. Poi ha dato l'e-reader alla madre, ne ha comprato un altro di seconda mano e ha trasferito su di esso i dati del proprio account, fornendo il proprio indirizzo norvegese e dando la propria carta di credito norvegese. Tutto alla luce del sole, senza commettere alcun reato. Linn ha comperato una trentina di libri.
Poco dopo aver mandato ad Amazon il proprio Kindle per una riparazione in garanzia è arrivata la doccia fredda: Amazon non la voleva come cliente, le aveva cancellato la biblioteca e non le dava alcun rimborso.
fonte
http://retetre.rtsi.ch/index.php?option=com_content&task=view&id=4499&Itemid=62
Mentre Apple e Microsoft presentano i propri nuovi gioielli e negozi virtuali attraverso i quali ci propongono di comperare tutto, dicendo addio anche al normale software acquistato in una confezione in negozio, da Internet arriva una notizia che sta suscitando molta polemica intorno a un tipo di negozio virtuale già ben consolidato: quello che offre libri digitali.
I venditori di questi libri, infatti, sarebbero legittimati a revocare e cancellare arbitrariamente i testi che abbiamo comprato da loro: non saremmo veri proprietari degli e-book che abbiamo acquistato, ma semplicemente licenziatari temporanei, alla mercé degli umori dei venditori.
La polemica riguarda in particolare Amazon, uno dei più grandi rivenditori via Internet di libri digitali, ma vale per tutti i negozi di e-book protetti da sistemi anticopia. Di recente una informatica norvegese, Linn Nygard, ha dichiarato di essersi trovata con il suo e-reader Kindle completamente azzerato. Tutti i libri digitali che aveva acquistato da Amazon erano scomparsi. La cancellazione era stata fatta da Amazon, che le aveva cancellato anche l'account.
Quando Linn ha chiesto spiegazioni ad Amazon, le è stato risposto che
il suo account era “collegato direttamente a un altro account che era stato cancellato in precedenza per un abuso delle nostre regole” e che la chiusura del suo account era un'“azione permanente. Eventuali account successivi che dovesse aprire verranno chiusi anch'essi. Grazie di comprendere la nostra decisione”.
Linn ha chiesto chiarimenti su quale fosse l'“altro account”, ma Amazon ha risposto che non poteva fornire dettagli e ha ribadito che non le avrebbe permesso di avere altri account nel proprio negozio.
Quale terribile violazione ha commesso Linn? Ha pagato regolarmente i libri digitali e non li ha disseminati. Non è accusata di pirateria. Semplicemente abita in un paese, la Norvegia, nel quale Amazon non vende e-book, così ha comprato regolarmente un e-reader Kindle nel Regno Unito. Poi ha dato l'e-reader alla madre, ne ha comprato un altro di seconda mano e ha trasferito su di esso i dati del proprio account, fornendo il proprio indirizzo norvegese e dando la propria carta di credito norvegese. Tutto alla luce del sole, senza commettere alcun reato. Linn ha comperato una trentina di libri.
Poco dopo aver mandato ad Amazon il proprio Kindle per una riparazione in garanzia è arrivata la doccia fredda: Amazon non la voleva come cliente, le aveva cancellato la biblioteca e non le dava alcun rimborso.
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