Malata di call center rischia di perdere la voce
Di questi periodi capita di perdere il lavoro, ma si può perdere la voce
per un lavoro? Eccome! Sta accadendo ad una operatrice di call center
che rischia di subire un danno «permanente» alla gola a causa del suo lavoro
Si chiama «disfonia». È una sorta di «infortunio» alle corde vocali: malattia
professionale che può paralizzare la voce. Malattia da tempi moderni.
Da catena di montaggio delle informazioni che corrono al telefono: numeri verdi,
servizi on-line in attività 24 ore su 24, tele-promozioni.
La procura di Torino ha aperto un fascicolo d’indagine su un caso di «disfonia»
professionale, partendo dagli accertamenti sanitari effettuati su una donna
di 41 anni dal servizio di medicina del lavoro dell’ospedale MolinetteSanGiovanni Battista.
«Sono stata assunta nel 2003 in un primo call-center e per nove anni
ho sempre fatto la telefonista per conto di una società di servizi. Ho parlato
fino allo sfinimento» dice. Nel referto medico, acquisito dal pubblico ministero
Raffaele Guariniello, si fa riferimento a un «pericoloso esaurimento vocale»
che potrebbe provocarle conseguenze permanenti, se non addirittura degenerare
in patologie ben più gravi. Al momento, senza ulteriori accertamenti medici,
l’inchiesta è a carico di ignoti.
In passato la procura di Torino si era già occupata di una caso di «disfonia»
provocata dalle abitudini lavorative. Prima dell’avvento dei numeri verdi,
altre categorie professionali erano già considerate a rischio. Tutti lavoratori costretti
a mettere a dura prova le proprie corde vocali. Urlatori per necessità, talvolta.
Come insegnanti, commercianti ambulanti, ma anche cantanti, oratori, attori.
«Professionisti della voce» soggetti ad «alterazioni funzionali o patologiche».
Ora, con sempre maggior frequenza, negli ambulatori specialistici capita di valutare
«importanti modificazioni della voce» negli operatori di call-center.
Patologia da terzo millennio.
Per il procuratore Guariniello, che da anni si occupa di ambienti di lavoro
e fabbriche pericolosi come campi minati, anche tra le postazioni di un callcenter
si possono nascondere insidie per la salute.
«In questo caso dovremo valutare - spiega il magistrato - quale tipo di sorveglianza
sanitaria sia stata adottata negli ambienti di lavoro». Nove anni al telefono di fronte
a un computer: come fare la maratona attorno al mondo senza fermarsi.
Gli accertamenti disposti dalla procura serviranno a stabilire la durata dei turni
da telefonista, e gli orari in cui la donna ha maggiormente sottoposto a stress
le sue corde vocali. E soprattutto se le società di servizi presso le quali è stata
assunta hanno usato le corrette procedure di prevenzione, informando i dipendenti
sui rischi «da usura della voce».
La preoccupazione della donna, in cura ora presso un otorinolaringoiatra,
è anche quella di non perdere il posto di lavoro.
Rispondere al telefono, in fondo, è il suo unico mestiere.
fonte
http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/454684/
Come la sindrome del tunnel carpale, è una malattia "moderna", causata da lavori che cinquant'anni fa non erano nemmeno immaginabili.
RispondiEliminaMi sa che il colpo della strega invece è sparito...
Eliminarimpiazzato dal "colpo della sedia"!
Dipende anche da come si usa la voce, da me ci sono dei venditori ambulanti che invece di strillare intonano melodie, non solo è meno stressante ma é molto più piacevole da ascoltare!
RispondiEliminaForse rispondeva alle offese per telefono e urlava D-:
EliminaBeh ma parlare per parecchie ore di seguito, come minimo ti prosciuga la gola.
Quelli sì che sono orecchiabili e allegramente udibili! :D