Circa 2 milioni di italiani “sentono le voci”. Ma non sono tutti matti. Il problema delle allucinazioni uditive
ROMA – Se senti le voci non per forza sei matto. In Italia
soffrono più o meno ufficialmente di allucinazioni uditive
oltre due milioni di persone. Ma si stima che possano essere
il doppio, proprio perché si tende a non parlarne per via
dell’accezione negativa e patologica con cui si considera il fenomeno.
Psicologi e psichiatri di tutto il mondo hanno lanciato un appello
affinché chi soffre di allucinazioni uditive venga allo scoperto:
non è sempre sintomo di disturbi psichiatrici, ma potrebbe
piuttosto trattarsi di traumi o abusi subiti in età giovanile
ed entrati in un oblio obbligato dalla psiche stessa.
Il fenomeno sembrerebbe, anzi, essere piuttosto frequente,
tanto che in diversi Paesi si sono costituite addirittura associazioni
di persone che “sentono le voci”. Riunite di recente nel network
“Intervoice”. A Roma dal 14 al 18 febbraio se ne discute al congresso
della Società italiana di psicopatologia (Sopsi). Interviene anche
Ralph Hoffman, luminare dell’università di Yale, che sta studiando,
con la risonanza magnetica funzionale, le diverse aree cerebrali attivate
nel momento in cui si sentono le voci: in assenza di un disturbo psicotico,
sono le stesse che si “attivano” nel dormiveglia.
L’allucinazione è una percezione che si manifesta in assenza
di una reale stimolazione del relativo organo di senso:
la persona sente, vede o percepisce con l’olfatto, il gusto o il tatto
qualcosa che in realtà non c’è. Mario Maj, presidente della Società
europea di psichiatria, intervistato dal Corriere della Sera spiega:
”Tra le allucinazioni, quelle uditive si verificano nel 70%
delle persone con diagnosi di schizofrenia” .
Ma non è sempre detto che si tratti di un disturbo mentale:
“Tradizionalmente, si è sempre ritenuto che la comparsa
di allucinazioni uditive verbali avvenisse esclusivamente
nell’ambito di patologie mentali, malattie del cervello
(come l’epilessia e i tumori cerebrali) o stati di intossicazione.
Invece, veniva finora considerato “normale” sentire le voci nelle fasi
di addormentamento o di risveglio (fino al 25% della popolazione
generale) o dopo la morte di una persona cara (sentire la voce
del defunto). In questi ultimi anni, diversi studi hanno documentato
che allucinazioni uditive verbali possono manifestarsi,
nello stato di veglia e al di fuori del contesto del lutto,
anche in persone che non hanno altri sintomi di patologia mentale.
Per loro, voci che consigliano, guidano, incoraggiano o criticano.
A volte si attribuisce ad esse un significato ‘spirituale’”.
L’allerta però è lecita perché potrebbe anche trattarsi
di un segnale lanciato dall’inconscio in seguito a eventi
particolarmente traumatici. È molto importante individuare
questo trauma sepolto nella memoria della persona.
Sottolinea Maj: “Una storia relegata nell’oblio che, secondo
studi recenti, si associa a un rischio doppio di avere allucinazioni
uditive verbali e circa sei volte maggiore di sentire voci
che commentano o comandano”.
Dunque oblio soltanto in apparenza. In realtà è come una sorta
di “memorizzazione” attraverso canali cerebrali diversi.
fonte
http://www.blitzquotidiano.it/salute/allucinazioni-uditive-matti-sopsi-intervoice-1118066/
I misteri, e le meraviglie, del nostro cervello sono incredibili.
RispondiEliminaIo ci chiacchiero con il mio ego..
EliminaE' bello vivere in due in un corpo solo!
Il problema è quando gli parli,
non ti risponde!