Invalidità civile, nuova legge sui ricorsi all' INPS. Pro, contro e gli assurdi casi della sanità italiana



In vigore dal 1° gennaio l'iter per i ricorsi: dovrebbe limitare
i contenziosi. Sono 300 mila le cause pendenti contro l'Inps
Ecco anche i casi di chi, invalido al 100% con una malattia
inguaribile si è visto abbassare l' importo della pensione di invalidità

Nuove regole dal primo gennaio per i ricorsi in materia
di invalidità civile, cecità e sordità civile, handicap
e disabilità, pensioni di inabilità e assegni di invalidità.
In pratica, se un cittadino vuole opporsi a un verbale dell’Inps
e contestare, per esempio, il mancato riconoscimento
dell’invalidità o la revoca di una provvidenza,
non può più fare direttamente causa, ma è obbligato
a presentare un’istanza di «Accertamento tecnico preventivo» (Atp)
e depositarla presso la cancelleria del Tribunale di residenza.
Lo prevede all’art. 38 la legge n. 111/2011:
l'introduzione nel codice di procedura civile dell'art. 445 bis
disciplina l’Atp obbligatorio per questo tipo di controversie.

SOLUZIONE AMICHEVOLE


L’intento del legislatore è ridurre i contenziosi favorendo
una soluzione amichevole tra le parti, con un iter più rapido.
Ma le associazioni dei disabili temono che possano ridursi
le garanzie per far valere i propri diritti, non di rado messi
a rischio da procedure burocratiche e farraginose,
come segnala la campagna «Sono un V.I.P. - Very Invalid Person»,
avviata lo scorso maggio da Cittadinanzattiva, cui hanno
aderito oltre 140 associazioni.

«Ogni anno riceviamo circa 150 mila ricorsi giudiziari
di invalidità civile e pensionabile
– afferma Massimo Piccioni,
responsabile del Coordinamento generale medico legale dell’Inps - .
Il problema è che il contenzioso giudiziario medico-legale INPS,
soprattutto quello di invalidità civile, è concentrato per l’80%
in alcune regioni centro-meridionali e per un terzo nella
sola Campania. Con il tempo si è andato accumulando
nei tribunali un arretrato di oltre 300 mila cause
giudiziarie
di tipo sanitario INPS. Oggi i cittadini devono
attendere anche due anni per una sentenza di primo grado
».

LA PROCEDURA


Ma in che consiste la nuova procedura?
Dopo la richiesta dell’Accertamento tecnico preventivo
da parte del cittadino, «il Giudice provvede a far effettuare
subito la consulenza, nominando un medico iscritto
all’albo dei periti del Tribunale che dovrà esprimersi sulla sussistenza
dei requisiti medico-legali dell’invalidità .
Le sue conclusioni, qualora siano accettate dalle parti,
sono omologate con un decreto dal Giudice ed hanno
quindi immediata efficacia legale. Se invece una
delle parti non accetta l’esito del perito, dovrà farsi carico
di promuovere la causa giudiziaria che verrà espletata
secondo il consueto iter procedurale
».

SVANTAGGI

Il decreto del giudice è inappellabile, cioè non si possono
più presentare ricorsi.
«Viene eliminato il secondo grado di giudizio presso
la Corte d’Appello - sottolinea Carlo Giacobini, direttore
di Handylex, servizio legislativo della Uildm, l’Unione italiana
lotta alla distrofia muscolare -.
L’invalidità civile diventa l’unico caso in cui non è possibile
opporsi alla decisione del giudice. È vero che i procedimenti
potrebbero essere più veloci ma anche più sbilanciati
a scapito dei cittadini che avranno garanzie inferiori: per loro
sarà più svantaggioso presentare ricorsi – fa notare Giacobini - .
Col nuovo iter diventa centrale il ruolo dei consulenti tecnici
del Tribunale. Non è previsto che quelli inseriti nell’ apposito
elenco siano medici legali o specialisti nella malattia da esaminare.
Il giudice sceglie di solito il primo medico disponibile:
potrebbe essere un dermatologo che è chiamato a valutare,
per esempio, casi di distrofia o lesione spinale.
Inoltre, se si vuole contestare la perizia del consulente
nominato dal giudice, occorre scegliersi, pagando,
un proprio perito ma anche un avvocato».
Per evitare il sovraccarico di lavoro nei tribunali, sostiene Giacobini:
«Si poteva forse potenziare le istanze di riesame, cioè la possibilità
per il cittadino di richiedere all’Inps di rivedere il proprio
caso in modo da evitare il contenzioso».

CRITERI RESTRITTIVI

L’alto numero di ricorsi davanti al giudice da parte
dei cittadini e l’elevata percentuale di loro accoglimenti
da parte della magistratura (in circa la metà dei casi) si spiega
«anche con l’aumento nel 2010 del numero di provvidenze
respinte dall’Inps (più 22,1% rispetto al 2009), in seguito
ai criteri restrittivi per l’assegnazione della percentuale
d’invalidità e accompagnamento, misure che invece erano
state bocciate dal Parlamento
- afferma Tonino Aceti, responsabile del Coordinamento
nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici e della Campagna
“Sono un VIP”, cioè una persona con vera invalidità - .
Dalla relazione di novembre della Corte dei Conti risulta
che nel 2010 sono state circa 536 mila le domande arrivate,
434 mila quelle erogate, 55.600 quelle respinte».

VERIFICHE E ABUSI


Un altro aspetto critico per i cittadini è rappresentato
dai piani straordinari di verifica delle invalidità civili
precedentemente concesse.
«Non vogliamo difendere gli “imbroglioni”
– sottolinea Aceti - ma non si può sparare nel mucchio
creando difficoltà a chi, proprio per la sua condizione
fisica o psicofisica, necessita di queste indennità per vivere.
Il numero delle indennità non confermate è molto esiguo:
si attesta intorno al 10% nel 2010. I risparmi per le casse
dello Stato derivanti dai programmi di verifica, quindi,
non sono così ingenti come s’ipotizzava. E comunque
le verifiche devono essere effettuate rispettando le regole
- continua Aceti -. Per questo abbiamo chiesto alla
commissione Sanità del Senato un’indagine sulle procedure.
Dovrebbe essere avviata a breve».

DIRITTI NEGATI

Sono molte, purtroppo, le storie di abusi segnalati.
Per esempio, «coloro che hanno una vera invalidità
possono essere chiamati a ripetute visite solo perché
manca il medico dell’Inps nella commissione medica
dell’Asl – dice Aceti - .
Sempre secondo i dati della Corte dei conti, nel 2010 il loro
tasso di presenza è stato intorno al 46%: in meno di un caso
su due, quindi, nonostante la normativa lo preveda».
Capita anche che persone con invalidità permanente
siano sottoposti a visita di verifica sebbene siano esonerate
perché non possono migliorare, come prevede la legge n. 80 del 2006 .
Nel frattempo possono essere sospesi assegno di invalidità
e indennità di accompagnamento.
«Tra le tante segnalazioni ricevute – riferisce Aceti -
c’è quella di Parent Project: l’Inps ha convocato per la
visita un bambino di 5 anni, con distrofia muscolare di Duchenne
(patologia cronica e irreversibile), titolare di indennità
di accompagnamento. In quanto minorenne, doveva essere
esonerato dall’iter previsto dal piano straordinario
sulle invalidità civili, ma il referente della sede Inps,
al quale i genitori si sono rivolti per chiedere spiegazioni,
ha ribadito che il piccolo doveva farla la visita di verifica».

CONTROLLI NONOSTANTE UNA SENTENZA


Ad essere sottoposto a continui e reiterati controlli,
nonostante una sentenza del giudice a lui favorevole,
è anche Giuseppe Sannino, presidente dell’Associazione
Nazionale Diversamente Abili.
«Da piccolo ho avuto la poliomelite e, col passare degli anni,
la mia disabilità si è aggravata - racconta - .
Così nel 2002 l’Inps mi ha riconosciuto l’invalidità al 100%
e l’accompagnamento».
Confermati da visite di controllo sia nel 2003 che nel 2004.
«Nel 2008 sono chiamato di nuovo a verifica dall’Inps come se,
a 60 anni, la mia patologia potesse migliorare
- continua il presidente di ANIDA - .
La percentuale di invalidità viene ridotta all’80% e revocato
l’accompagnamento». Sannino fa ricorso al giudice:
a ottobre 2010 una sentenza di primo grado stabilisce
che è invalido al 100% e quindi ha diritto a quell’indennità.

VESSAZIONI

Ma non è finita. L’Inps presenta appello e chiede
la sospensione degli emolumenti previsti, richiesta
respinta dalla Corte di Appello di Napoli, che fissa l’udienza
a giugno 2015.
«Nel frattempo l’INPS mi richiama a visita il 18 novembre scorso
– dice Sannino - . Erano presenti solo due medici dell’Istituto.
Il 23 dicembre arriva la raccomandata: invalidità di nuovo
ridotta all’80%. Lo ritengo un comportamento vessatorio:
l’Inps non tiene conto delle sentenze della magistratura?
La verifica per scovare i falsi invalidi è ormai diventata
una revisione generale delle invalidità, in barba alle regole
e ai diritti delle persone disabili», conclude.
La battaglia continua.

fonte
http://www.corriere.it/salute/disabilità

Commenti

  1. Considerando che, nel 2009, l'INPS ha perso il 61% delle cause riguardanti i disabili (fonte: http://www.fpsmedia.it/linps-smentisce-il-suo-presidente/ ) c'è da pensar male, e senza peccare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Funziona così:
      tolgono i soldi a chi ne ha diritto;
      contemporaneamente questi vanno ai falsi invalidi;
      nel contempo l' INPS perde denaro con le cause
      giustamente vinte dai cittadini;
      l' INPS si ritrova a rimborsare
      chi ne ha diritto.

      Ed fu così che cambiarono le leggi...

      Elimina
    2. Per l'articolo che hai messo, beh...
      sono le solite statistiche pro-governo!

      Ma poi na cosa che mi chiedo è:
      perchè inveche di beccarli dopo i falsi invalidi
      ( che avranno ormai speso la loro pensione rubata )
      non controllano prima?

      Elimina

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