Petrolio e Mar Mediterraneo: l'oro nero ha danneggiato irreversibilmente i nostri mari. E il Governo intanto sceglie le zone da trivellare


di Lapenna Daniele

Tutti i telegiornali ci hanno comunicato in questi giorni più volte la riuscita nell' intento di chiudere
la falla nel Golfo del Messico che ha provocato il disastro ambientale con conseguente versamento
di petrolio nelle coste messicane. Ma siamo sicuri che è il momento di gioire?
Innanzi tutto le quantità di petrolio versate in mare sono superiori a ciò che è apparso sugli organi
d' informazione. E anche se le stime fossero esatte non c'è da gioire visto che ormai il danno è fatto:
i mari rimarranno impregnati di queste orribili sostanze per migliaia di anni, danneggiando sul nascere
le forme di vita al loro stadio iniziale. E' come in pratica iniettare veleno in un uovo
prima che il pulcino nasca. Nascerà morto.

MAL MEDITERRANEO

Ma in questo post voglio affrontare un problema molto più vicino a noi: il Mar Mediterraneo.
Tutti eravamo o lo siamo ancora, ignari del fatto che i nostri mari sono già pieni di petrolio e altri oli dannosi per l'ecosistema e quindi per noi stessi. Solo che non lo sappiamo. Nel nostro Mar Mediterraneo transita una quantità di petrolio superiore di 20 volte rispetto al resto del mondo. Le petroliere viaggiano dallo stretto di Gibilterra verso oriente.


L' inquinamento del nostro grande mare viene ampliato non tanto dai versamenti di petrolio direttamente nei mari, ma dagli oli di vario genere, residui disastrosamente inquinanti, che vengono riversati in mare durante il lavaggio delle stive delle petroliere e lavaggio delle cisterne.
La percentuale di inquinamento marino è del 2% causato dall' attività di perforazione e produzione del petrolio, e del 45% a causa delle perdite delle navi.In realtà esistono sulla terraferma zone dove ripulirle e raccogliere questi oli, ma ovviamente a loro non conviene dacchè essendo poche queste zone ( molte delle quali non attrezzate come si deve ),ed essendo tantissime le navi petroliere,queste dovrebbero farebbero la coda attendendo il loro turno ai porti consumando così carburante e spese d' equipaggio.
Certo, meglio sciacquare le navi luride nei mari che spendere soldi per non inquinare le nostre acque vero?


IL MARE PIU' INQUINATO


Ogni giorno nel Mar Mediterraneo circolano 130mila tonnellate di petrolio trasportate da circa 300  petroliere che versano nel mare ogni anno circa 150.000 tonnellate di idrocarburi. Nelle acque si è calcolato ci siano 38 mg/m3 ( milligrammi al metro cubo ) di catrame. Se si pensa che nel mare del Giappone ce ne sono circa 4 mg/m3 e nell' Atlantico ( che è oltre quaranta volte più grande) 2 mg/m3, si intuisce in che stato siano i nostri mari.Senza contare poi che se accadesse un disastro grave, il Mar Mediterraneo per ripulirsi da solo con la circolazione di correnti marine, ci impiegherebbe 7 millenni, vista la scarsa circolazione dei mari essendo molto piccolo di dimensioni.

LA POLITICA? A FAVORE DEL PETROLIO

Ci sarebbero le sacre energie rinnovabili, ma purtroppo se il primo a seguire la via dell' oro nero è lo Stato, difficilmente si potrà evitare la catastrofe. Il governo italiano negli ultimi anni col governo berlusconi ha rilasciato 100 permessi di esplorazione ( 25 sulle coste e 74 sulla terraferma ) utili alla ricerca
del petrolio nei nostri territori. Lo Stato italiano ha già individuato delle zone che fanno gola ai petrolieri come le acque ( già superinquinate ) della Sicilia meridionale e persino le coste bellissime della Sardegna nella zona di Oristano e golfo di Cagliari.
Tutte a rischio trivellazione e quindi danneggiamento dell' ecosistema. Il vantaggio dei re del petrolio salgono in Italia, visto che nel nostro Paese la percentuale di imposte sul greggio sono del 4%, a differenza degli altri Paesi che si aggirano sui 30-50%. E inolte coloro che lo estraggono non pagano per legge i primi 300mila barili di petrolio estratti l'anno. Insomma delle leggi che invogliano a trivellare
le nostre acque e i nostri territori.

DANNI IRREVERSIBILI



Ciò che i media non dicono è che ormai è tardi: i danni sono irreversibili. Tu che stai leggendo penserai che è un problema che non ti tocca. Così la pensano in molti. E si sbagliano di grosso. I fondali marini sono pregni di petrolio e oli nocivi delle petroliere, e con loro pesci e tutto ciò che ci vive. Il pesce che stai mangiando contiene molto probabilmente qualche sostanza che prima era adagiata sulle stive di una petroliera assieme al greggio che viaggiava verso le zone di stoccaggio. E il bagno che ti sei fatto ieri,
era in acque che certamente non erano limpide solo per essere trasparenti. L' inquinamento nei nostri mari è elevato, e noi non ne siamo consapevoli. I governi lottano per il prezzo del petrolio al barile, lottano per la gestione di aree da trivellare, lottano per accumulare ricchezze inquinando e uccidendo i nostri mari, e di conseguenza noi stessi.

Non vi illustro l' immagine delle zone marine d' Italia pregne di petrolio che ho a disposizione sia per non allarmarvi, ma molto di più perchè so che vi passerà davanti come un moscerino, senza farvi nè caldo nè freddo. L' uomo sta distruggendo il pianeta e nello stato attuale qualsiasi intervento è ormai troppo tardivo.
Anzi, l'unica soluzione ci sarebbe: da domani usare solo energie rinnovabili abbandonando di getto le piattaforme petrolifere.
Eh già, ho chiesto la Luna vero?

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