Salvini e i suoi slogan pieni di falsità: equipara clandestino a rifugiato e disconosce i dati reali sui migranti presenti in Italia

di Lapenna Daniele

«È strafinita la pacchia per chi ha mangiato per anni, alle spalle del prossimo, troppo abbondantemente: ci sono 170mila presunti profughi che stanno in albergo a guardare al tv».
Queste le parole del neo ministro dell' Interno, Matteo Salvini, pronto a guidare il Paese verso un futuro come meno migranti.

Ma come fa Salvini - si domanda l' articolista di NextQuotidiano - a sapere che quei richiedenti asilo sono tutti “presunti profughi” da rimpatriare? 
Molte delle persone ospitate nei centri di accoglienza (che non sono propriamente degli alberghi di lusso, si veda il caso del centro a Cona) sono richiedenti asilo in attesa che lo Stato italiano determini la loro condizione. Salvini continua a fare oggi quello che ha fatto negli ultimi anni: alimentare la confusione tra “clandestino” e rifugiato.

STATUS DI RIFUGIATO:
DIRITTO SANCITO DALLA COSTITUZIONE
Chi entra illegalmente in Italia deve subire un iter che verifichi la sussistenza di status di rifugiato: sinché non si stabilisce se la persona rientri nei criteri, non si può stabilire se sia clandestino o meno e se venga riconosciuto lo status di rifugiato.

Il diritto di asilo è tra i diritti fondamentali dell’uomo riconosciuti dalla Costituzione Italiana con il comma 3 dell' articolo 10 che riporta:


 « Lo straniero,
al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio
delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana,
ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica,
secondo le condizioni stabilite dalla legge » 


L’istituto del diritto di asilo non coincide con quello del riconoscimento dello status di rifugiato, per il quale non è sufficiente che nel Paese di origine siano generalmente conculcate le libertà fondamentali, ma il singolo richiedente deve aver subito, o avere il fondato timore di poter subire, specifici atti di persecuzione.
Il neo ministro dell' Interno Matteo Salvini, in un post su Facebook del 2014, dimostrò la sua completa ignoranza (nel senso che ignorava) del significato dei termini, oppure, furbescamente, ne mischiava i significati con lo scopo di aizzare nei cittadini l' odio covato verso ogni persona che non fosse italiana, con l' unico obiettivo di raccogliere voti da coloro che, ancora oggi, non si informa correttamente ma "legge, si arrabbia, e condivide (senza informarsi)".

Prima di indignarvi e mostrare la vostra ignoranza in merito all' argomento, fate come me:leggete questo documento dal sito della Camera dei Deputati sul diritto di asilo e status di rifugiato ricordando che, oltre ai diritti, ci sono da rispettare, per lo straniero, anche i doveri. Precisazione doverosa perché, molti italiani, pensano che gli stranieri, in Italia, non debbano rispettare le leggi come fanno gli italiani.


RICONOSCIMENTO DEL DIRITTO DI ASILO
Nel link al sito della Camera, si leggono i requisiti per ottenere lo status di rifugiato e quelli che ne fanno decadere il riconoscimento.

Secondo il diritto internazionale, il presupposto per l' ottenimento del diritto di asilo è la nozione di rifugiato internazionale, cioè di colui che sia stato costretto dal Governo del proprio Paese ad abbandonare la propria terra e a “rifugiarsi” in un altro Paese, chiedendovi asilo.

Questa nozione risulta ulteriormente specificata dall’art. 1 della Convenzione di Ginevra, che indica i seguenti motivi per i quali si ha diritto allo status di rifugiato:
  • discriminazioni fondate sulla razza;
  • discriminazioni fondate sulla nazionalità (cittadinanza o gruppo etnico);
  • discriminazioni fondate sull’appartenenza ad un determinato gruppo sociale;
  • limitazioni al principio della libertà di culto;
  • persecuzione per le opinioni politiche
Quindi, il diritto di asilo non riguarda solo chi proviene da Paesi dove vi è in atto una guerra, ma anche nazioni dove ci siano delle discriminazioni e dove risulta, per loro, impossibile vivere, dacché minata la loro vita e/o libertà individuale.

GLI IMMIGRATI? MOLTI DI MENO DI QUANTI CREDIAMO (E VOGLIONO FARCI CREDERE)
Perché gli italiani ce l' hanno con gli immigrati? Perché rubano il lavoro agli italiani. Certo, lavorare nei campi o fare le badanti per 3-4 euro l' ora è un lavoro al quale tutti gli italiani aspirano.

In un mio articolo datato gennaio 2017 ("Gli immigrati sono troppi?Falso! Se ogni città italiana li accogliesse,avremmo due migranti ogni mille abitanti ") spiegai che, in Italia, solo 2.600 comuni su 8.000 accolgono migranti: se ogni Comune ne accogliesse in numero proporzionale al numero di residenti italiani (quindi, città piccola = meno migranti), avremmo quasi 3 migranti per ogni città.
L' UNHCR, l' Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, mostra i dati con un pratico esempio
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I dati mostrano un netto calo di sbarchi (dopo l' operato dell' ex ministro degli interni Marco Minniti) i quali mostrano di essere sempre in una quantità tale da non arrivare ad esser considerati una vera e propria "invasione".
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Dai dati del Dipartimento di pubblica sicurezza, il numero degli sbarchi, sino a questo giugno 2018, sono diminuiti rispetto allo stesso periodo del 2017.

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IL VERO PROBLEMA? L' INIQUA DISTRIBUZIONE
Concludo con l' ultima immagine che mostra il numero di  migranti presenti in Italia come distribuzione. Ci sono zone rosse dove il numero di migranti supera la soglia stabilita in base al numero di abitandi della città e zone verdi che vedono l' inesistenza di migranti.
Come detto, se fosse rispettato l' obbligo di accogliere i migranti in maniera proporzionale agli abitanti, ogni città avrebbe 3 migranti.

Il vero problema è, dunque, l' iniquità della distribuzione dei migranti nonostante il piano dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), siglato a settembre 2016 che prevede la presenza di 2,5 migranti ogni mille abitanti. A dicembre 2016 fu stipulato l’accordo con il governo Renzi (che poi ha passato la campanella a Gentiloni).
Per invogliare i sindaci, il governo Gentiloni stanziò 100 milioni da distribuire ai comuni che avessero aperto le porte ai migranti. ma, sino ad oggi, su 8.000 comuni, neanche 3.000 ospitano i richiedenti asilo, mentre quelli che hanno volontariamente aperto le porte tramite il progetto Sprar sono poco più di 1.000.

Su 175.485 immigrati accolti, 136.706 vivono in strutture straordinarie. con alcune regioni che sono in prima linea nell’accoglienza, e altre che invece restano nelle retrovie.




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