Martina:«Scongiurare aumento IVA», aumento che però fu stabilito già dal Governo Renzi e Gentiloni

di Lapenna Daniele


Nel caos generale per la costituzione del nuovo governo (forse, a Natale, lo avremo) si è iniziato a (ri)discutere di evitare l' aumento dell' IVA.

Il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, ospite del programma Agorà qualche giorno fa, in merito al programma Lega-M5s ha affermato « Ho notato che dal contratto è sparito il blocco dell'aumento dell'Iva. Cosa vogliono fare? Quella è una cosa che impatta su famiglie e imprese ».
Oggi ha ritirato fuori l' argomento IVA sostenendo sia prioritario evitarne l' aumento, sottolineando come Lega e M5s stiano perdendo tempo senza pensare ai bisogni dei cittadini.

Bene. Anzi, male. Martina ha cancellato la memoria degli ultimi quattro anni.

GOVERNO RENZI: AUMENTO IVA
Torniamo indietro nel tempo, esattamente al 2014.
C'è Matteo Renzi (Pd) al Governo [22 febbraio 2014 - 12 dicembre 2016]. 
A dicembre, con la legge n.190 del del 23 dicembre 2014, esattamente con l' art. 1 comma 718, si introdusse l' aumento dell' Iva. Ecco come sarebbe cambiate le aliquote con questa legge:

ALIQUOTA 10%
  • 13% a partire dal 1° gennaio 2018
  • 13,5 % dal 1° gennaio 2019
  • 14,5 % dal 1° gennaio 2020
ALIQUOTA 22%
  • 25% a partire dal 1° gennaio 2018
  • 25,9 % dal 1° gennaio 2019
Con l' art. 9 del d.lgs. n.50 del 24 aprile 2017 furono leggermente modificare le aliquote.
Il 24 aprile 2017, al governo c'era Paolo Gentiloni [12 dicembre 2016 - oggi, al 31 maggio 2018, risulta ancora in carica]. Ecco come modificò le aliquote Iva:

ALIQUOTA 10%
  • 11,5 % a partire dal 1° gennaio 2018
  • 12 % dal 1° gennaio 2019
  • 13 % dal 1° gennaio 2020
ALIQUOTA 22%
  • 25 % a partire dal 1° gennaio 2018
  • 25,4 % dal 1° gennaio 2019
Nella legge di bilancio 2018 del dicembre 2017, però, si tentò di evitare l' aumento l' iva, e avvenne con la Sterilizzazione aumento aliquote Iva per il 2018. Così, abbiamo:

ALIQUOTA 10%
  • nessun aumento dal 1° gennaio 2018
  • 11,5 % dal 1° gennaio 2019
  • 14 % dal 1° gennaio 2020
ALIQUOTA 22%
  • nessun aumento partire dal 1° gennaio 2018
  • 24,2 % dal 1° gennaio 2019
  • 24,9 % dal 1° gennaio 2020
  • 25 % dal 1° gennaio 2021
Quindi, un rimando continuo che finirà, inevitabilmente sul groppone del prossimo governo che, se non riuscirà a rimandarlo, vedrà una pesante tegola sulla testa, anzi, sul portafoglio di tutti noi.


Nel documento della Legge di Bilancio 2018 potete apprendere anche del rimando dell' aumento sulle accise.

PICCOLA PARENTESI SUL REI E SUL REDDITO DEL M5S
Per quanto riguarda il sostegno alle famiglie in difficoltà, ecco cosa afferma Martina
«Il reddito di cittadinanza è differito e diminuito: fuffa, come si dice dalle mie parti. Lo differiscono, e se si farà si farà tra due anni e sarà poca cosa. L'alternativa c'è, e consiste nel mettere nella prossima legge di Bilancio 4 miliardi sul Reddito di inclusione. Quel contratto è un mix tra un libro dei sogni e un libro degli incubi».

Divertente commento che però risulta palesemente errato.
Come potete leggere in questa analisi dettagliata "Reddito di Cittadinanza (M5s) e REI (Pd) a confronto", gli importi del Reddito minimo garantito proposto dal MoVimento 5 Stelle è migliore del REI, senza ovviamente considerare il costo dell' attuazione e i tempi.
382 euro che dà il REI ad una famiglia composta da tre persone è inferiore ai 1.014 euro che verrebbero dati a un solo genitore con un figlio minorenne.
Inoltre, il Reddito di Cittadinanza ha, come scopo, il ricercare un' occupazione al componente della famiglia e non un sostegno eterno.

Ripeto, che sia attuabile o meno, la proposta di legge è quella, e il Rei non è paragonabile a questa.


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