62enne licenziato e sostituito da una macchina dopo 30 anni di lavoro,e neanche un giorno di malattia
«La nostra società, in seguito a una riorganizzazione aziendale e ottimizzazione dei processi produttivi, ha installato una macchina, denominata Paint cap applicator, che svolge in automatico il medesimo lavoro sino ad oggi da lei svolto. È stata così soppressa la sua posizione».
Oussmou è un operaio di 62 anni, vicinissimo alla pensione. Ad aprile però è stato licenziato dall'azienda in cui lavorava, la Greif, una multinazionale che produce imballaggi con uno stabilimento a Melzo, e sostituito da un macchinario.
La macchina che ha sostituito Oussmou - fa sapere l'azienda nella lettera in cui ha comunicato il licenziamento - «svolge in automatico il medesimo lavoro sino a oggi da lei svolto».
A soli cinque anni dalla pensione, con un nucleo famigliare di sette persone e con la mano destra inabile proprio a causa di un incidente avvenuto all'inizio degli anni Novanta nella stessa azienda che lo ha licenziato, Oussmou si ritrova oggi senza lavoro, rimpiazzato da una macchina.
LA MODIFICA DELL' ART. 18
Su LaStampa leggiamo che non c’è stata la conciliazione con l’azienda. Al tavolo che si è tenuto all’Ufficio provinciale del lavoro, in presenza di un rappresentante sindacale della Fiom Cgil, l' uomo ha rifiutato il denaro offerto dalla multinazionale, perché lui vuole arrivare alla pensione.
Ha così deciso di impugnare la lettera di licenziamento per giustificato motivo oggettivo.
L' uomo è stato licenziato e, anche se il licenziamento è illegittima, non può rientrare sul posto di lavoro per colpa della modifica dell' art.18 e quindi può solo accettare del denaro.
Che se ne fa del denaro - tra l' altro diminuito in proporzione ai mesi persi - se, quando finiranno, non potrà comunque chiedere la pensione?
Poteva esser ricollocato in un altro posto della stessa azienda e, invece, siccome il lavoratore non è tutelato, si ritrova, dopo 30, e dico 30 anni di lavoro, senza la sicurezza di potersi vivere la vecchiaia in pensione. Quando lavori da decenni per la stessa azienda, è ingiusto e ingrato esser mandato via senza esser ricollocato altrove.
Proprio perché menomato, dovrebbe esser ancor più tutelato perché troverà ancor più difficoltà a cercare lavoro.
Su LaStampa leggiamo che non c’è stata la conciliazione con l’azienda. Al tavolo che si è tenuto all’Ufficio provinciale del lavoro, in presenza di un rappresentante sindacale della Fiom Cgil, l' uomo ha rifiutato il denaro offerto dalla multinazionale, perché lui vuole arrivare alla pensione.
Ha così deciso di impugnare la lettera di licenziamento per giustificato motivo oggettivo.
L' uomo è stato licenziato e, anche se il licenziamento è illegittima, non può rientrare sul posto di lavoro per colpa della modifica dell' art.18 e quindi può solo accettare del denaro.
Che se ne fa del denaro - tra l' altro diminuito in proporzione ai mesi persi - se, quando finiranno, non potrà comunque chiedere la pensione?
Poteva esser ricollocato in un altro posto della stessa azienda e, invece, siccome il lavoratore non è tutelato, si ritrova, dopo 30, e dico 30 anni di lavoro, senza la sicurezza di potersi vivere la vecchiaia in pensione. Quando lavori da decenni per la stessa azienda, è ingiusto e ingrato esser mandato via senza esser ricollocato altrove.
Proprio perché menomato, dovrebbe esser ancor più tutelato perché troverà ancor più difficoltà a cercare lavoro.
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