Non schierarti con convinzione se non sai chi ha ragione

di Lapenna Daniele


Tempo fa,parlando con un amico,questi mi sottolineò e spiegò l'importanza di prendere una posizione.

Girellando fra vari blog e pagine dei social network,scopriamo che ognuno è schierato, in maniera decisa e convinta,per una fazione. Che si parli di religione,politica,alimentazione, ambiente,sport,ognuno è ben schierato e difende il "gruppo" al quale appartiene con tutta la sua forza,tutta la sua convinzione,finendo spesso per non ammettere certe verità che minerebbero la credibilità dei rappresentanti della sua fazione.

Ora,siccome io ho il vizio di dividere il capello in quattro (ma solo quando la questione mi interessa veramente),spesso rimango nel mezzo,trovando magagne in una fazione e nell'altra. Anche se mi avvicino ad una di esse,cerco sempre di verificare se sono d'accordo con tutti i punti sostenuti.

Cosa comporta questo atteggiamento? 
Beh,immaginate Tizio e Caio:il primo difende i cacciatori,l'altro gli animali. Tizio vuole sterminare i lupi che infestano le campagne,ammazzano i pascoli degli allevatori e si avvicinano pericolosamente ai centri abitati;Caio vorrebbe che i lupi si riproducano liberamente e,perché no,azzannassero qualche cacciatore,così magari imparano a non uccidere bestiole innocenti.
Se io dessi un po' di ragione e un po' di torto sia a Tizio che a Caio,questi due come mi giudicherebbero?
Entrambi agiranno così: il soggetto ascolta che gli dò ragione su delle questioni,ed è soddisfatto,ma appena gli faccio notare una questione che non va,subito sostiene che io sia di parte e difenda l'altro soggetto.

Essere "nel mezzo" è un sinonimo di indecisione,oppure no?
Se su dieci punti esposti da un soggetto,io mi trovo in accordo con sette,mentre con tre sono assolutamente in disaccordo,perché devo "accorpare" quelle tre opzioni a quelle sette,mescolarle,e alla fine dire sì a tutti e dieci i punti?
Le pagine,i blog e i profili delle persone che sostengono,con le unghie e con i denti, i loro politici,o capi religiosi,o credenze di qualunque tipo (dalla salute fisica sino alle questioni ambientali,passando anche per le credenze di ideologie),sono molto seguiti,e le interazioni sono moltissime. Ovviamente la maggior parte dei seguaci sono gli stessi che sostengono quella fazione,e quindi spesso le discussioni sono a senso unico (ovvero ognuno si dà ragione l'un l'altro,e vissero per sempre felici e contenti).
Quando esce fuori qualcuno che cerca di fare le pulci alle credenze del gruppo,i seguaci saltano in massa per difendersi a vicenda,e partono all'attacco,spesso con poca voglia di aprire discussioni costruttive e capire le ragioni dei pensieri di disaccordo.



Essere indeciso,paga?
Probabilmente no.Nel mio caso specifico (ed entro finalmente nella questione,che mi riguarda) ho sempre trattato - o cercato di trattare,con tutte le mie forze - ogni evento con distacco,anche se si parlava di un soggetto che non mi stava per nulla simpatico,soprattutto per essere coerente con me stesso.
Schierarsi con una fazione e accettare tutto ciò che passa per il "gruppo" non è da me,e questo mi ha sempre penalizzato. Il porre domande chiedendosi se quella cosa sia giusta da fare, è sempre sembrata una manovra per minare la stabilità di quella fazione: ti credono un infiltrato del gruppo nemico,e alla fine ti giudicano,ti sistemano in una fazione nemica (alla quale tu non appartieni) e ti isolano,cacciandoti via.
Anche i gruppi che si ritengono "pecore nere" alla fine sono gruppi di pecore nere che agiscono come pecore bianche: seguono ciecamente la via imposta dai capi o dai membri della fazione e,se iniziano ad avere dubbi,vengono spinti via o convinti a non porsi dei dubbi.

Ovviamente ci saranno e ci sono delle eccezioni,certo,.. ma non sempre è così.
È così strano rimanere nel mezzo,a metà strada fra i due contendenti,dacché entrambi hanno ragione e torto insieme? Uno non capirà dove sbaglia,ma sarà sicuro di dire sempre il giusto,e l'altro idem.

Il fatto di aver ricevuto sempre pochi commenti e interazioni ai miei articoli su questo blog,ad esempio,deriva dal fatto che ho sempre attaccato (quasi) tutti e sostenuto (quasi) nessuno. Eppure può accadere facilmente che ci siano tot fazioni le cui idee non sono in linea con la nostra,ma la società ci convince che dobbiamo per forza schierarci,altrimenti siamo fuori.
A questo punto o creiamo una nostra fazione,oppure ci rendiamo conto che ogni individuo è diverso dall'altro ed è impossibile creare un gruppo dove ognuno sia pienamente d'accordo con tutti i punti decisi dai membri:è un qualcosa di impossibile! Ognuno ha la sua vita,le sue esperienze vissute sono diverse da quelle degli altri,le sue idee,le sue ideologie,e quindi è impossibile trovare due individui che viaggino esattamente sullo stesso binario.
L'anomalia è il membro che declina la sua volontà di esprimere il proprio parere per poter rimanere nel gruppo nel quale è stato accettato.

Nella vita reale,esporre il proprio parere evidenziando le cavolate di ogni tizio della discussione equivale ad esser isolato da entrambi. E dunque.. bisogna vergognarsi di esprimere il proprio parere,oppure è bene mostrare la propria idea al costo di essere isolato? Io sono per la seconda.

Quando si è indecisi si è sempre convinti che lo si è perché non si ha un'idea propria. Non è sempre così. Spesso abbiamo una nostra idea precisa che però non corrisponde a nessuna di quelle esistenti,ritrovandoci così da soli e convinti di essere fuoriluogo o sbagliati.
La fazione che accetterà le critiche per migliorarsi,è colei che potrà crescere in maniera sana e decisa. Ovviamente,essendo composta e retta dai suoi membri,anche questi debbono accetare le critiche,e migliorare,assieme,il proprio gruppo.

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