Turchia:e se il golpe fosse stato architettato da Erdogan per giustificare le sue azioni?Intanto il governo fa chiudere 16 canali tv,23 radio,45 giornali e 29 case editrici

di Lapenna Daniele

Alcune teorie portano a sospettare che dietro il golpe ci sia lo stesso Erdogan:un modo per giustificare i suoi atti di oppresione,mostrando di esser stato attaccato dai golpisti


Notizia di oggi (da Repubblica.it)
«Non si ferma il pugno duro di Erdogan dopo il fallito golpe del 15 luglio. Emesso anche il mandato d'arresto per 47 giornalisti del quotidiano Zaman, accusati di essere legati a Gulen. In totale sono oltre 130 gli organi di stampa messi al bando. Cacciati finora 1686 militari di diverso grado

Sono oltre 130 i media che sono stati chiusi in Turchia in risposta al fallito putsch militare. Lo riferisce il quotidiano Hurriyet, diffondendo i dettagli di un decreto sullo stato di emergenza. In particolare sono state chiuse 
- tre agenzie di stampa
- 16 canali tv
- 23 radio
- 45 giornali
- 15 magazine 
- 29 case editrici

E via Twitter la Cnn Turk fa sapere che le autorità turche hanno rimosso 149 generali e ammiragli. "Sono stati licenziati per la loro complicità nel tentato colpo di stato", ha detto un funzionario turco, precisando che si tratta di 87 alti ufficiali dell'esercito, 30 dalla aeronautica e 32 della marina. Vanno ad aggiungersi ad altri 1099 ufficiali e 436 sottoufficiali, per un totale di 1684 militari messi alla porta».

Facendo un piccolo balzo indietro,al Marzo 2016, leggiamo:
«Il mio arresto è un messaggio che Erdogan invia a tutti i media", racconta a IlFattoQuotidiano.it Can Dundar, direttore di Cumhuriyet, finito in carcere per 90 giorni e che ora rischia l'ergastolo: lo scorso anno il suo quotidiano pubblicò un reportage sull'invio di armi in Siria da parte del governo di Ankara, che ora lo accusa di spionaggio e tradimento. Ma è solo la punta di un iceberg, in un Paese in cui i media di opposizione sono sottoposti a pressioni di ogni tipo e interi gruppi editoriali vengono commissariati, come il Feza Media Group che edita il quotidiano Zaman: "Una strategia per farli chiudere"»

Per arrivare all'ottobre 2015,poco prima delle elezioni in Turchia:

«A quattro giorni dalle elezioni, la polizia turca ha fatto irruzione nella sede del gruppo editoriale Ipek a Istanbul per evacuare i giornalisti e insediare gli amministratori che dovranno sostituire la gestione attuale, accusata di legami con la rete "illegale" del magnate e imam Fethullah Gulen, ex alleato diventato nemico numero uno del presidente Erdogan.



A sostegno del gruppo Ipek sono scesi in piazza centinaia di dimostranti che si sono scontrati con le forze dell'ordine, le quali hanno usato idranti e lacrimogeni per disperdere la folla e portare al termine il compito di smantellare la sede, dalla quale dipendevano i quotidiani Bugun e Millet e i canali Bugun Tv e Kanalturk, tutti fortemente critici con l'attuale premier

"Questa è una censura dei media per cercare di influenzare le elezioni" anticipate di domenica prossima, ha accusato in diretta il direttore di Bugun tv, Tarik Toros. Durante il blitz, iniziato intorno alle 8 locali nel quartiere centrale di Sisli. Una volta dentro l'edificio, la polizia ha staccato i cavi per interrompere le trasmissioni tv.
Ma sui social ormai circola la foto-simbolo dell'ennesima censura turca: un reporter del quotidiano "Millet" mostra la sua tessera giornalistica insanguinata dopo aver preso parte ai tafferugli per impedire agli agenti di entrare nella sede Ipek»

Domanda:
i militari che hanno preparato il golpe sono stati visti nei giorni precedenti.Diverse persone,inclusi giornalisti italiani in Turchia avevano visto carri armati aggirarsi per le strade,qualche giorno prima del golpe.
E dunque,progettando un colpo di Stato,perché non hanno agito subito tentando prima di catturare Erdogan e dopo uscire allo scoperto?
Lo hanno lasciato fuggire prima di dichiarare il loro intento?
E se fosse stato organizzato da Erdogan per giustificare,come se non ce ne fosse bisogno,i suoi interventi dittatoriali e di eliminazione della libertà d'espressione?

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