Reddito di Cittadinanza: il primo a chiederlo fu Romano Prodi. L' Europa chiede di adeguarsi dal 1992
di Lapenna Daniele
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Lo ammetto: non lo sapevo, ma non è stato il Movimento 5 Stelle il primo partito a proporlo.
É il Reddito Minimo di Inserimenti (RMI) per i nuclei famigliari in situazione economica disagiata.
Una curiosità-utilità: se leggete qualche legge ma non riuscite a trovarla, potete consultare il sito www.normattiva.it/ricerca/semplice e ricercarla per verificare se effettivamente esiste, e cosa riporta.
La Commissione Economica Europea invitò i Paesi membri ad adeguarsi, e via via con gli anni molti attuarono misure per aiutare i cittadini in difficoltà. Io personalmente analizzai solo la situazione in Germania
( con questo articolo dettagliato "Reddito di Cittadinanza: la riforma che elimina la disoccupazione ma crea precarietà" ), ma diversi Paesi si sono adeguati, tranne Grecia e Italia ( questi sono quelli attuati nelle altre nazioni europee ).
IL REDDITO MINIMO GARANTITO DEL GOVERNO PRODI
Il primo però, come scritto sopra, fu Prodi con il Decreto Legislativo n. 237 del 18 giugno 1998 (qui il testo completo D.lgs n.237/98 ) inserito nella Finanziaria 1999, che riportava infatti « è una misura di contrasto della povertà e dell'esclusione sociale attraverso il sostegno delle condizioni economiche e sociali delle persone esposte al rischio della marginalità sociale ».
L' intervento veniva attuato nei confronti di coloro che avevano un reddito mensile inferiore alle 500.000 lire ( importo che aumentava in base al numero dei componenti del nucleo famigliare ). Oggi questa cifra corrisponderebbe a 258 euro, ma ovviamente, chi ha vissuto gli anni '90, sa che 500.000 lire superavano il potere di acquisto delle 300 euro d' oggi, ma comunque era sempre una soglia di povertà estrema.
I destinatari dovevano attivarsi poi nella ricerca attiva di un lavoro e dovevano rendersi disponibili ad effettuare corsi di formazione.
NULLA DI FATTO
Il RMI, a causa delle difficoltà amministrative e di gestione che ricadevano in mano alle singole Regioni, ebbe pochi finanziamenti e interessò non più di 85mila nuclei famigliari.
La firma, il 5 luglio 2002, del Patto per l´Italia da parte di Governo (Governo Berlusconi II) e Parti sociali ha sancito la scomparsa del reddito minimo di inserimento (RMI) su scala nazionale.
All' approdo del M5s al governo, il Reddito Minimo Garantito è tornato alla ribalta: i grillini proposero non solo la cifra da destinare ai nuclei in difficoltà economiche, ma anche le fonti da dove reperire i fondi ( qui il link alla proposta di legge sul Reddito di Cittadinanza ).
IL REDDITO, ... IN ULTIMO
Come ho spiegato nell' articolo sul sostegno economico creato in Germania, secondo il mio parere, in Italia, prima di attivare una proposta del genere, è necessario che si sistemino molte altre cose, altrimenti la cifra elargita non creerà lavoro, ma solo nuclei sostenuti dallo Stato che diverrebbero dei pesi per l' economia.
Le riforme debbono partire dalla base:
- eliminare i primi due anni dei 5 passati alle superiori o accorparli ai tre delle medie
- far sì che alle superiori, nel ramo della specializzazione, si possa fare pratica direttamente in azienda, con convenzionni Statali volte anche all' assunzione degli stessi, anche con paghe orarie basse. Così facendo gli studenti usciranno dalla scuola ed avranno comunque un impiego che non dovrà esser necessariamente uno stipendio per vivere, ma soprattutto un' esperienza nel campo lavorativo e soprattutto un' esperienza da poter allegare per i lavori futuri.
- utilizzare il personale dei Centri Servizi per il Lavoro facendo sì che, a costo di contattare egli stessi le aziende, propongano i disoccupati di lunga data includendo soprattutto in primis coloro che hanno esperienze non dimostrabili e coloro che non posseggono titoli di studio minimi richiesti ( come il diploma di scuola superiore )
- creare fondi per istituire corsi gratuiti - o pagati a rate nel momento in cui si trova un impiego ( scalati direttamente dalla busta paga ) - per formare coloro che non sono in possesso di referenze
- attuare altre riforme che non incentivino a non lavorare, ma facciano sì che ogni disoccupato sia propenso a cercare un impiego lasciando il guscio della propria famiglia d' origine e scartando il più possibile i sussidi forniti dallo Stato.
Perché spendere soldi per un Reddito di Cittadinanza, un reddito che va "rattoppare"il momento più basso della vita di un cittadino, anziché evitare a priori questa situazione cercando di formare i giovani e far sì che, le qualità di una persona prevalgano sulle richieste di referenze controllabili?
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