Lo Stato Italiano apre coltivazioni di cannabis per uso terapeutico curate dall' esercito

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La cannabis terapeutica funziona. Per questo il governo ha deciso di farla coltivare in Italia. Dall'esercito. Il mensile Focus è andato a visitare le serre del governo. L' articolo completo sul numero 272 del mese di giugno.

In Italia l’uso terapeutico della cannabis è previsto dal 2007, ma nella pratica per i pazienti non è mai stato semplice procurarsi i medicinali, sia per la lunga trafila burocratica necessaria, sia per i costi: i farmaci a base di cannabis devono essere importati dall’estero ed erano, fino a poco tempo fa, interamente a carico del paziente.

Nel 2014 un decreto legge n. 36/2014 ha semplificato le cose, consentendo ai medici di base di prescriverli, e undici regioni (Toscana, Puglia, Veneto, Liguria, Marche, Friuli- Venezia Giulia, Abruzzo, Sicilia, Umbria, Basilicata, Emilia-Romagna) hanno introdotto leggi specifiche sui medicinali a base di cannabis, accollando i costi al servizio sanitario regionale per l’uso in alcune patologie.
È in questo contesto più favorevole che si è deciso di partire con una produzione made in Italy e “di Stato” della cannabis medicinale, affidandola all’officina farmaceutica militare di Firenze che Focus ha visitato.

Quanto agli effetti collaterali, nell’uso medico sono irrilevanti. Diverso il caso dell’abuso di cannabis. Spiega Maurizio Bifulco, dell’Università di Salerno: «I possibili danni legati all’uso ricreazionale di cannabis sono notevoli nei ragazzi: problemi neurocognitivi, disturbi della memoria, dell’apprendimento e della plasticità neuronale. Per gli adulti invece non sembrano esserci rischi neurocognitivi a lungo termine».

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