Gli alimenti contengono pesticidi? Sì, e il loro uso è del tutto legale

di Lapenna Daniele

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Il pesticida ( dall' inglese pesticide ) è una sostanza chimica utilizzata per sterminare qualsiasi microorganismo dannoso o piante infestante che distrugga un raccolto.

La legislazione europea e italiana non riconoscono il termine "pesticida" in quanto generico, e quindi lo suddividono in varie "famiglie": insetticidi, anticrittogamici, nematocidi, acaricidi, afidicidi, ecc. Quindi, suoi sinonimi sono biocida, prodotto fitosanitario o antiparassitario. Il termine utilizzato in agronomia è agrofarmaco o fitofarmaco.

I pesticidi possono essere tossici per il sistema nervoso, i polmoni, l’apparato riproduttivo, il sistema endocrino e il sistema immunitario. Inoltre sono anche cancerogeni. Il farmaco viene assorbito in parte nella pianta e quindi arriva direttamente sulle nostre tavole: che sia pasta, zucchina, melanzana, legume, ....
Quindi, come mai sono legali e vengono utilizzati sui cibi che mangiamo?



QUALE VERITA' ?

La direttiva Europea, alla quale anche il nostro Paese si attiene, stabilisce dei limiti di utilizzo per le piante coltivate. Basta non superare certi limiti, e questi pesticidi possono esser utilizzati.
Il problema grave, se non gravissimo, è il fatto che viene considerata la pericolosità del pesticida solo singolarmente, ma non l' assunzione di piccole quantità di diversi tipi contenute in piccole quantità in diversi cibi.
Se ad esempio mangiamo tre tipi di verdure, tre di frutta, e tre piatti di pasta, noi abbiamo assunto piccolissime quantità di fitofarmaci ( a dire delle Organizzazioni della Salute, innocui ) da ognuno di questi alimenti. Considerandoli singolarmente, sono alimenti commestibili e non dannosi sulla salute. Ma... assunti tutti assieme? Cumulando piccole quantità di ogni pesticida, giorno dopo giorno, ci potrà causare problemi gravi di salute dopo decenni?
La risposta è oscura. E ignota. E nonostante tanti studi, i pesticidi proseguono il loro cammino sino nei nostri piatti, a tavola.

PESTICIDI NEGLI ALIMENTI


A inizio 2014 c'è stata preoccupazione per un test effettuato da una rivista francese e una Radiotelevisione Svizzera: analizzarono dei campioni di pasta venduta nei discount, e 7 confezioni di spaghetti su 15 sono risultate con pesticidi aventi valori superiori a quelli stabiliti dalla normativa Europea ( qui la tabella con le marche analizzate ).
In 5 confezioni – tra le quali le aziende italiane Combino, Reggano, Barilla e La Pasta di Flavio – sono state rilevate tracce di pirimifos metile, un insetticida autorizzato utilizzato durante la conservazione di grano e farina nei silos.  Nessuna traccia di pesticidi negli alimenti delle marche De Cecco e Garofalo, che guarda caso sono prodotti biologici. Nelle altre confezioni di pasta di marche straniere sono state trovate tracce di insetticidi superiori alla norma.
La Barilla, alla mail di domanda del sito EcoBlog.it ( qui l' articolo ) ha affermato che la pasta dell' azienda contiene pesticidi nei limiti della normativa, e quindi, a quanto sostengono le alte autorità che permettono l' utilizzo di queste sostanze, non dannose per il corpo umano. Si sostiene che la quantità contenuta è talmente piccola che non crei alcun problema fisico o malattia nell' uomo. E quindi le aziende che si attengono alla normativa fanno qualcosa di legale. Ovvio.
Ma... sarà vero che anche piccole quantità siano innocue?

Intanto, come sappiamo le aziende di una certa nazione non utilizzano solo materie prime provenienti dallo stesso Stato. Eh, no.
Barilla, ad esempio, riferisce che l' 80% del grano utilizzato per le proprie produzioni proviene dall' Italia, mentre il resto 20% viene importato da Francia e, udite udite, Stati Uniti, una delle nazioni che utilizzano più pesticidi al mondo.
Anche per il latte è la stessa cosa.
Il latte Uht ( quello a lunga conservazione ) Parmalat, ad esempio, proviene per il 32% dall' estero.
Purtroppo, la battaglia per ottenere etichette super trasparenti è ancora lunga. Quest' anno è divenuto obbligatorio riportare la provenienza della carne venduta ai banchi di macelleria. Se in un supermercato trovate etichette che non spiegano dove l' animale è stato allevato, cresciuto e macellato, potreste tranquillamente denunciare la cosa. Per gli alimenti confezionati, scoprire la provenienza di ogni alimento, è pressocché impossibile.
Prendiamo una confezione di verdure miste surgelate. Abbiamo: peperoni, melanzane, zucchine, piselli.
Da dove proverranno ognuna di esse? La normativa non obbliga specificare l' origine di ogni alimento che compone l' intera confezione, quindi non potremo mai sapere la loro provenienza e neanche la quantità di pesticidi contenutovi.

É stata anche stilata una classifica degli  
alimenti che contengono più pesticidi 
1) mele  2) sedano  3) peperoni   4) pesche   5) fragole   6) pesche nettarine  7) uva  8) spinaci
9) lattuga  10)cetrioli   11) mirtilli   12) patate 

....e quelli che ne contengono di meno
1) cipolla  2) mais  3) ananas   4) avocado  5) cavolo  6) piselli dolci  7) asparagi  8) mango
9) melanzana  10) kiwi  11) cantalupo  12) patate dolci  13) pompelmo  14) anguria  15) funghi.


Insomma, che gli alimenti presenti nei punti vendita siano totalmente genuini, è una leggenda, ed anche se molti cercano di produrre biologico per non usare pesticidi, è innegabile che la maggior parte del cibo che mangiamo è, anche se in parte, contaminato. Non si sa neanche se sia totalmente nocivo.
Si risparmia sui costi, si evita che il raccolto si ditrugga, si vende, si guadagna, la popolazione mangia ed è soddisfatta. Il cerchio si chiude, e funziona.

L' industrializzazione, l' aumento della popolazione mondiale ( e della loro fame ) costringe le aziende a puntare sulla quantità e non sulla qualità, e se oggi, non si potrebbe fare a meno di una serie di macchinari che producono, senza l' utilizzo di alcun essere umano, mille cracker al minuto, lo stesso non si potrebbe far a meno di pesticidi. O almeno questo è quello che ci lasciano credere....

GLI EFFETTI COLLATERALI DEI PESTICIDI
A questo link http://www.usl3.toscana.it/Sezione.jsp?idSezione=2252 c'è un articolo pubblicato sul sito dell'Asl di Pistoia (Regione Toscana) che spiega le conseguenze (con studi scientific) dei pesticidi sulle persone,in particolare gli allevatori che sono a contatto ogni giorno.

Un estratto dell'articolo:

« Numerosi principi attivi sono stati classificati dalla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ed altre agenzie nazionali ed internazionali come certi, probabili o possibili cancerogeni, sulla base soprattutto dell’evidenza derivante dagli studi sperimentali su animali da laboratorio.
Oltre agli studi sperimentali su animale anche le indagini epidemiologiche hanno contribuito ad aumentare le conoscenze sulla cancerogenicità di queste sostanze. Gli studi di coorte sugli agricoltori, come mostrano due meta-analisi e recenti studi anche Italiani (Blair 1985, Acquavella 1998, Alavanja et al, 2007, Sperati et al, 1999, Bucchi et al. 2004, Nanni et al. 2005 ), hanno evidenziato che questi lavoratori presentano un quadro di mortalità per tutte le cause, per quelle tumorali e per alcuni specifici tumori (polmone, vescica, fegato, colon, esofago, rene) in difetto rispetto alla popolazione generale.
L’esposizione a pesticidi è stata altresì associata ad un possibile rischio per la fertilità, soprattutto quella maschile. Tale osservazione deriva soprattutto da studi condotti su animali (Traina, 1994).
È stato inoltre osservato: ritardo al concepimento, menopausa precoce, morte fetale e ritardo nella crescita intrauterina.
Per quanto riguarda gli effetti neurologici è conosciuto che alcune classi di pesticidi possono produrre neuropatie. Inoltre anche se a tutt’oggi non è stata chiarito se esiste una relazione causale tra esposizione a pesticidi e patologie neurologiche di tipo cronico è stato comunque suggerito che le esposizioni occupazionali a pesticidi possano aumentare il rischio di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), malattia di Alzheimer e malattia di Parkinson (PD), (MC Guire, 1997). »

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