Scatta la tassa su smartphone, tablet e chiavette usb per pagare la Siae


Roma - Firmato il decreto che aggiorna per il prossimo triennio il compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e di videogrammi previsto dalla legge sul diritto d’autore.
Lo ha annunciato il ministro Franceschini che assicura «Si garantisce il diritto di autori e artisti alla giusta remunerazione senza gravare sui consumatori »

In particolare l’adeguamento delle quote deciso nel decreto firmato dal ministro porta a 4 euro la quota per uno smartphone o per un tablet da 16 Gb ( in Francia e Germania le quote per questi dispositivi sono molto più alte, dagli 8 ai 32 euro ). Il ministro Franceschini e il presidente della Siae, Gino Paoli - precisa una nota diffusa dal ministero - hanno convenuto di impegnarsi, per la parte incrementale di gettito delle nuove tariffe, affinché tutte le categorie di titolari dei diritti di copia privata impieghino una quota di tali somme alla promozione di giovani autori e artisti e di opere prime.

«Parlare di tassa sui telefonini - sottolinea Franceschini - è capzioso e strumentale: il decreto non introduce alcuna nuova tassa, ma si limita a rimodulare ed aggiornare le tariffe che i produttori di dispositivi tecnologici dovranno corrispondere (a titolo di indennizzo forfettario sui nuovi prodotti) agli autori e agli artisti per la concessione della riproduzione ad uso personale di opere musicali e audiovisive scaricate dal web.Un meccanismo esistente dal 2009 che doveva essere aggiornato per legge». Il decreto, prosegue il ministro, «non prevede alcun incremento automatico dei prezzi di vendita. Peraltro, com’è noto, in larga parte gli smartphone e tablet sono venduti a prezzo fisso». Franceschini sottolinea di aver applicato «doverosamente una norma di legge vigente» e ricorda che «è dal 2012 che le tabelle sull’equo compenso attendevano di essere aggiornate »



Ho anche ricostituito il tavolo tecnico che dovrà monitorare l’evoluzione e le tendenze del mercato, entro 12 mesi, verificherò lo stato di applicazione del provvedimento. Governo e parlamento, sottolinea ancora il ministro, «dovranno adesso riflettere sulla necessità di adeguare la norma di legge ai cambiamenti tecnologici e di mercato, in parte già avvenuti e in parte prevedibili». Il decreto, fa notare ancora il Mibact, «corrisponde alle tante sollecitazioni del mondo della cultura. Solo un mese fa, oltre 4.000 autori hanno chiesto al governo di intervenire a tutela del diritto alla creatività e di monitorare i riflessi della costante e rapida evoluzione tecnologica nel mondo dell’arte».

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