Stessi reati, diverse sentenze: quando il colore della pelle non decide la condanna. Intanto i parenti si consolano col denaro

di Lapenna Daniele

Potevo scrivere un parere di due righe, ma ho dedicato un post, seppur abbia poche cose da dire in merito.

Adam Kabobo, lo scorso 11 maggio ha ucciso a colpi di piccone tre persone. Immediatamente i legali
hanno sostenuto che fosse incapace di intendere e di volere. Che fosse un pazzo.
Alla fine però per fortuna è stato condannato: 20 anni di reclusione. Anche se per gli omicidi sarebbe auspicabile sempre l' ergastolo.
Leggendo i pareri, come al solito si finisce sempre sul razzismo, e lì mi girano un bel pò: un assassino è un assassino, sempre, qualsiasi sia il colore della sua pelle e qualsiasi sia la sua provenienza geografica.

Angelo Spagnoli, 52 anni, italiano, ex tiratore scelto dell'esercito, invece, ha sparato col suo fucile dal balcone di casa uccidendo una persona, ferendone otto e fermandosi solo perché aveva finito tutte le munizioni. In casa c' erano la sorella e la madre. Nessuno di loro è stato condannato. Né lui, giudicato pazzo, né i suoi famigliari che erano lì mentre lui sparava dal balcone della sua abitazione.
I famigliari della vittima presi da rabbia e dolore hanno urlato all' ingiustizia.
Non si può lasciare libero un assassino.

Perché? 
Perché un omicidio deve essere giudicato in maniera diversa nonostante il reato sia identico?

un' immagine trovata in web,
creata da qualche idiota
Il comico Beppe Grillo puntò subito il dito contro tutti gli stranieri e immigrati ( ci ha rifilato tutti nel suo post orrendo e razzista "Kabobo d' Italia" ), quando in Italia, ad uccidere, sono sia italiani che stranieri.
C'è chi ancora sostiene che la maggior parte dei crimini siano commessi da stranieri, c'è chi dice che gli immigrati non vengano mai puniti, c'è chi sistema a suo piacimento i buoni ed i cattivi in base al colore della bandiera del suo Stato d' origine.

« Quel che è successo è colpa dello Stato, perché a uccidere mio padre è stato un irregolare, un clandestino » è la frase di una delle vittime di Kabobo che farà causa allo Stato.
Beh, su questo io ho parere ben definito: i soldi non ti riporteranno in vita il parente morto. Lo Stato versa già in condizioni critiche e trovo inutile e stupido fare una causa del genere... per cosa? Solo per consolarsi con del denaro. Questo sinceramente è una cosa assurda: i soldi non ripagano il dolore.

"Ciascun uomo ha il suo punto di vista. Lo spirito della legge sarebbe dunque il risultato di una buona o cattiva logica di un giudice.
Quando un codice fisso di leggi, che si debbono osservare alla lettera,
non lascia al giudice altra incombenza che di esaminare le azioni dei cittadini,
allora i sudditi non sono soggetti alle piccole tirannie di molti, tanto più crudeli
quanto è minore la distanza fra chi soffre e chi fa soffrire"

Cesare Beccaria - Dei delitti e delle pene - 1764

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