Bufala su Facebook: "Microchip canino nel piatto al ristorante cinese". Denunciata 31enne italiana per diffamazione
La donna, un'artigiana che dovrà rispondere di diffamazione aggravata, aveva postato la notizia citando il ristorante in cui sarebbe avvenuto l'episodio: "Il mio amico è stato sottoposto a lavanda gastrica"
Aveva raccontato su Facebook che un suo amico aveva trovato un microchip canino in una pietanza servita durante una cena in un ristorante cinese a Vigevano. Per questo, l'uomo era dovuto andare in ospedale per una lavanda gastrica.
Non era vero, però, e la donna è stata denunciata.
Gruppi che si sono definiti "animalisti" o "amici degli animali" e giornalisti in cerca di maggiori dettagli avevano scatenato una discussione sul social network e la donna, per rispondere a chi definiva la vicenda una "bufala", aveva aggiunto altri particolari per renderla credibile. Fino a quando il ristoratore cinese, 39 anni, ha presentato denuncia, stanco della cattiva pubblicità che si era abbattuta sul suo locale.
I carabinieri hanno quindi verificato l'infondatezza della notizia e identificato B.T., artigiana trentunenne di Vigevano, che è stata denunciata per diffamazione aggravata a mezzo Internet.
Beh, c'è da dire che però la signora ha avuto anche un bel po' di fantasia.
RispondiEliminaHo solo una domanda..ma a che pro?
Gente strana al mondo..
Buona giornata
C'è scritto nell' articolo che è un' artigiana.
EliminaProbabilmente l' ha fatto per ripicca. Forse è una di quelle persone
che pensano come i problemi economici e di lavoro in Italia siano
imputabili quasi esclusivamente agli stranieri.
Buona giornata a te! :)
Insomma, marketing alternativo :-D
EliminaEhehehe eh beh... se aprirò un' attività, me la farò pubblicizzare dalla tipa.
EliminaE' bravissima! XD
Se non avesse messo il nome del ristorante?
RispondiEliminaMoz-
Non sarebbe diffamazione. A meno che una denuncia di tutta la comunità
Eliminaed un giudice pignolo, l' avessero accusata di diffamare tutti i ristoranti cinesi
dacché non aveva specificato il nome.
Il potere di Internet, nelle cause, aggrava il reato. Tutto a causa della...
macchia ad olio