Prescrizioni sanitarie: dal 1° Febbraio è in vigore la tassa statale di 10 euro per ogni ricetta rossa. La sanità privata diventa più economica della sanità pubblica


PADOVA - È sempre conveniente la sanità pubblica? Mica vero. Esami del sangue, emocromo, colesterolo, valutazione di transaminasi, bilirubina, glucosio, ferro, analisi delle urine, ecografie costano sorprendentemente di più rivolgendosi in ospedale come utenti del servizio sanitario nazionale, meno nello stesso ospedale, con gli stessi specialisti e le stesse strumentazioni, presentandosi come pazienti paganti in proprio, ancora meno nelle strutture private. Tutta colpa della tassa statale di 10 euro per ogni impegnativa, la cosiddetta "ricetta rossa" vergata dal proprio medico curante che, per legge, può contenere fino a un massimo di otto indagini diagnostiche della stessa specialità oppure otto esami di laboratorio. Per i test ematologici, i più comuni e diffusi, si fa presto a moltiplicare le spese.

ALL' OSPEDALE COSTA PIU' CHE DA PRIVATO
Esempio: se effettuiamo un prelievo venoso e richiediamo di svolgere, su quel prelievo, 17 esami, all'ospedale di Padova siamo costretti a presentarci con tre impegnative, due contenenti otto esami, la terza uno soltanto. Poichè in regime pubblico alle quote ticket per singolo esame fissate dal tariffario regionale si deve aggiungere la tassa voluta dallo Stato di 10 euro a ricetta, alla cifra totale di 45,55 è obbligatorio sommare 30 euro di tassa, quindi il costo complessivo per il paziente non esente ticket (con reddito superiore a 26 mila euro) sarà di 75,55 euro.
Se ci si rivolge al medesimo ospedale presentandosi senza ricetta rossa, quindi come utenti paganti in proprio, la spesa sarà di 49 euro, ovvero la quota del tariffario regionale aumentata del 10%. In un ambulatorio esterno, privato, per gli stessi 17 esami si andrà a pagare il solo costo del tariffario, senza ticket e maggiorazioni, quindi 45,55 euro. Miracoli del sistema.

I confronti non sono facilmente accessibili al grande pubblico, perchè in ospedale è fatto divieto ai medici, dipendenti appunto del Sistema sanitario nazionale, di pubblicizzare che in altra forma la stessa identica prestazione costa meno: insomma non possono fare una pubblicità che remerebbe contro, danneggiando il loro "datore di lavoro".
Ma l'aperta contraddizione spicca se ci si presenta in tre "status" diversi - come utente pubblico, pagante in proprio o privato - a domandare i medesimi esami ambulatoriali. Insomma è proprio la tassa di 10 euro che contribuisce al "sorpasso della convenienza" del privato sul pubblico.

VANTAGGI E CURIOSITA'
Ecografie delle parti molli, ecografie mammarie, ecografie muscolo-tendinee, ecografie ostetriche, ecografie transvaginali, ecografie alle anche per neonati costano intorno ai 50 euro ciascuna, scegliendo il medico e senza attese se erogate in libera professione in una struttura privata o "intramoenia". Con la ricetta rossa del Sistema sanitario in qualsiasi centro pubblico o privato convenzionato il costo per le stesse è di circa 46 euro, pochi euro di differenza ma il chiaro svantaggio di fare la lista d'attesa.

Discorso analogo per le analisi del sangue: se invece di otto esami per ricetta il paziente ha necessità di controllare solo 2 o 3 valori ematochimici, la convenienza di farli privatamente al di fuori del Servizio pubblico è ancor maggiore.

Curioso capitolo a parte sono l'urinocoltura (12 euro a tariffario) e l'antibiogramma (test di sensibilità batterica agli antibiotici, altri 12 euro), fino a 15 giorni fa ammessi in un'unica impegnativa rossa, quindi con tassa di 10 euro; dopo un chiarimento chiesto alla Regione, a ognuno dei due esami è ora associata la tassa di 10 euro, quindi ai 24 euro di ticket se ne devono sommare altri 20 finendo, il pubblico, a costare quasi il doppio rispetto al privato.

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