Abolite le tariffe fisse notarili: libera concorrenza anche per i notai
Un altro colpo al corporativismo degli ordini: la Cassazione ha chiarito che anche per i notai, così come per tutti gli altri professionisti, si devono intendere abrogate le tariffe
Addio tariffe notarili: con i recenti sviluppi legislativi [1]
i notai devono considerarsi alla stregua di tutti gli altri liberi professionisti e, pertanto, non possono avere tariffe professionali prestabilite e obbligatorie per legge.
È quanto ha da poco affermato la Cassazione [2] che ha escluso la vigenza dei minimi tariffari anche per l’attività notarile a seguito del cosiddetto Decreto Bersani.
In questo modo, ricorda la Suprema Corte, l’abrogazione delle tariffe mira a rafforzare la libertà di scelta del cittadino e a favorire assetti di mercato maggiormente concorrenziali. Ciò vale per tutte le professioni, nessuna esclusa.
La stessa Corte di Giustizia Europea, del resto, aveva chiarito che i notai esercitano la loro professione in regime di concorrenza [3].
Dunque, le tariffe dei notai non sono più inderogabili e ciascuno di essi potrà applicare il prezzo che più ritiene consono all’attività prestata. Peraltro, continua la Corte, i consigli notarili non possono pretendere, sul piano deontologico, che il compenso del notaio sia adeguato all’opera prestata e al decoro della professione, altrimenti verrebbe in tal modo reintrodotto il riferimento alla tariffa.
La Corte ammonisce la categoria dei notai, ricordando loro che la possibilità, d’ora innanzi, di pattuire compensi inferiori rispetto a quelli delle precedenti (e ora abrogate) tariffe non deve comunque tradursi in un pregiudizio per il cliente in termini di qualità del servizio offerto. In altre parole, se anche il prezzo cala, la qualità della prestazione deve rimanere sempre elevata.
Chissà se andrà a finire come tante altre teoriche liberalizzazioni di prezzi e cioè con un aumento generalizzato dei prezzi.
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