Vertenza Entrate: lo Stato ha un debito con la Sardegna di 10 miliardi di euro



Molti non lo sanno, ma tutti i sardi ne sono a conoscenza.
Ed aspettano questi soldi.

DI COSA SI TRATTA
Con l'espressione vertenza entrate si indicano la scoperta, la discussione
e i tentativi di soluzione del mancato versamento di una larga parte delle entrate
tributarie dovute dallo stato italiano alla Regione Autonoma Sardegna, nel corso
degli anni tra il 1991 e oggi. È del 2004 la scoperta e la denuncia che lo Stato italiano
ha un debito con la Sardegna intorno ai 10 miliardi di euro.
Tale dato risultava dagli studi della Fondazione Agnelli e da altre fonti ministeriali.
In pratica lo Stato italiano non restituisce alla regione i sette decimi dell'IRPEF
riscossa sull'Isola insieme a quote analoghe di altre imposte e IVA.
Recenti calcoli mettono in evidenza che in media 2 euro al secondo vanno
dalla Sardegna
all'Italia senza fare ritorno.

IN COSA CONSISTE
Secondo l'art. 8 dello Statuto della Regione Sardegna (legge di rango costituzionale)
la Regione sarda (d'ora in poi RAS) ha diritto a una parte delle entrate tributarie
statali riscosse in Sardegna. Tra queste, ad esempio, ha diritto ai 7 decimi dell'IRPEF
e ad analoghe percentuali di altre imposte, soprattutto indirette (IVA, accise).
Lo stesso articolo 8 prevede che la RAS possa imporre "tributi propri", di natura
quindi "regionale", in aggiunta alla compartecipazione ai tributi statali. Secondo le verifiche effettuate, lo stato italiano avrebbe mancato di versare per intero la quota
di compartecipazione sull'IRPEF spettante alla Sardegna: avrebbe restituiro i 4 decimi
del totale riscosso anziché i 7 decimi stabiliti nello statuto.
Questa è la voce principale dell'intera vertenza entrate, ma non l'unica. Il mancato
versamento, nel complesso, si aggirerebbe intorno ai 10 miliardi di euro.
Uno dei problemi concreti che spiegano la vertenza entrate è che la RAS non ha un
proprio ente di accertamento e riscossione delle imposte, perciò esse vengono
raccolte da agenzie dello stato. Deve essere lo stato poi a versare quanto dovuto alla RAS.
L'art. 9 dello Statuto prevede che la RAS possa demandare ad enti dello stato il compito
della riscossione, ma non che debba. In questo articolo si parla di "propri tributi",
riferendosi genericamente a tutte le entrate fiscali della RAS. Invece tale previsione
è sempre stata interpretata in senso restrittivo, riferendola solo a quei "tributi propri"
- ossia regionali - che la RAS ha la potestà di imporre autonomamente secondo
la lettera h dell'art. 8 dello Statuto.
Questo è uno degli aspetti più controversi, ma decisivi, dell'intera questione.

RISOLUZIONI CON LO STATO ITALIANO
Il principale tentativo di risolvere la vertenza tra Stato e Regione risale agli anni
2006-2008, con Renato Soru ( presidente della Regione Sardegna sino al 2008 )
alla presidenza della Regione e Romano Prodi alla guida del governo italiano.
In base all'accordo tra RAS e governo italiano, il debito dell'Italia verso la Sardegna
sarebbe stato pressoché dimezzato (riducendosi a circa 5 miliardi di euro)
a fronte di una garanzia di "maggiori entrate" (da inserire nello Statuto).
A completamento dell'accordo, la RAS si assumeva il carico del servizio sanitario
(prima in compartecipazione con lo Stato) e di altri servizi. A tale accordo non è mai
stato dato esito concreto. Da qui le periodiche rivendicazioni da parte delle giunte
regionali sarde, senza che però ad esse sia mai seguito alcun passo giurisdizionale,
né in sede di conflitto con lo stato centrale presso la Corte Costituzionale, né in sede civile.
Anche L'ARASE (l'Agenzia della Regione Autonoma della Sardegna per le Entrate),
se trasformato in un ente di riscossione, permetterebbe il pagamento delle tasse
in Sardegna e che allo Stato italiano, nella vigenza dell'attuale statuto, verrebbero
girate solo le somme spettanti.

fonte
http://it.wikipedia.org/wiki/Vertenza_entrate

Commenti

  1. Sarebbe interessante sapere se altre Regioni vantano dei crediti non riscossi dallo Stato e se sì, le cifre.

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