Il biotestamento è un diritto del cittadino. Libertà è decidere di vivere e di morire
Era scontato accadesse. I ministri del Lavoro,
della Salute e dell' Interno
( Sacconi, Fazio e Maroni ) con una circolare
hanno confermato che i registri comunali
che raccolgono biotestamento non solo sono
"privi di effetti giuridici" ma non sono legittimi,
anzi i promotori di tali iniziative potrebbero
anche essere chiamati a risponderne.
Quindi la raccolta da parte dei Comuni di
"dichiarazioni anticipate di volontà,
per i trattamenti medici che ciascun cittadino
intende ricevere o rifiutare
nelle situazioni in cui perde la capacità
di esprimere una propria volontà" sono,
anzi erano già, carta straccia.
LA PROPOSTA TRUFFA DEL GOVERNO
Dopo il caso Welby tutti i cittadini
si mobilitarono per il biotestamento.
Giustamente ogni persona DEVE decidere
della propria vita quando purtroppo
non sarà capace di esprimere i suoi pensieri
in caso di malattie gravi.
Il governo berlusconi cercò quindi di zittire
i cittadini ( molti di noi hanno creato
gruppi in Facebook e blog sul biotestamento -
vedi post vecchi di questo blog ) cercando di creare
una legge. Il bello è che il governo emandò
una proposta che risolveva il problema solo
apparentemente prendendo in giro il cittadino.
Si parlava che ognuno potesse scrivere
il suo testamento biologico, e quindi specificare
su carta se subire un' eutanasia; il documento
andava aggiornato ogni tre anni ( in modo che
scadeva se il cittadino se ne dimenticasse )
e in caso di doverla attuare, la decisione ultima
spettava sempre ai medici.
Quindi il paziente da vivo voleva morire,
ma se i medici si rifiutano, la carta non
serviva a nulla.
La Chiesa è contraria ( non è una novità ) ma
nel testamento biologico lo Stato non decide
della nostra vita, esso permetterebbe
al cittadino di scegliere della propria vita.
Lo Stato rfiutandosi, toglie la libertà
di vita al cittadino, lo obbliga a vivere.
Lo Stato ci dà la libertà e ce la può togliere,
ma lo Stato non ci dà la vita, quindi non
ce la può togliere e neanche può costringerci
a vivere se non lo vogliamo.
Vivere è bello, ma in alcuni casi soffrire
non è assolutamente giusto. Nè la religione
nè lo Stato possono imporci di continuare a soffrire.
Articolo di Lapenna Daniele
Daccordissimo con te. Un governo che si erge a difensore della vita solo quando c'è da togliere la libertà al cittadino, è una dittatura, di qualsiasi colore politico è. Il fatto è che in Italia abbiamo la spada di Damocle della Chiesa, che governa nell'ombra le nostre esistenze e decide tramite governi che hanno bisogno dell'appoggio politico di papa, vescovi e lecchini vari (anche se poi è gente che della morale, anche cattolica, se ne fotte: divorziati, risposati, ladri, truffatori ...)
RispondiEliminaTemistocle